Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino. figliuolo del già astuto e accorto Bertoldo con le sottili e argute sentenze della Marcolfa sua madre e moglie del già Bertoldo   Opera tanto piena di moralità quanto di spasso
    • L'ortolano va a dare la querela a Bertoldino innanzi al Re, e il Re manda per lui, ed esso comparisce con le orecchie dell'asino in seno, e il Re dice:
Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

L'ortolano va a dare la querela a Bertoldino innanzi al Re, e il Re manda per lui, ed esso comparisce con le orecchie dell'asino in seno, e il Re dice:

 

Re.  Vien qui, Bertoldino.

Bertoldino.  Son qui, maestrissimo Signore.

Re.  Fàtti innanzi tu ancora, ortolano.

Ortolano.  Eccomi, serenissimo Re.

Re.  Che contesa è la vostra?

Ortolano.  Costui mi ha abbertonato il mio asino, e io dimando giustizia.

Re.  È vero questo, Bertoldino?

Bertoldino.  È vero; ma l'asino, messere...

Re.  L'asino pur sei tu. Orsù, va' dietro.

Bertoldino.  Ei stava con l'orecchie tese ad ascoltare quello che io dicevo con mia madre; e io, perché esso non stia più a udire i fatti altrui, gli ho tagliato tutte dua l'orecchie. Ma, perch'ei non si pensasse ch'io volessi mangiarmi l'orecchie del suo asino, eccole qua, ch'io le ho portate meco. Pigliale, e fagliele attaccar di nuovo, che mia madre pagherà il magnano che le appunterà.

 A queste parole il Re si pose a ridere di maniera che a pena poteva respirare, e, ritornato in sé, disse:

Re.  Orsù, ortolano, tu vedi che Bertoldino è galant'uomo, e, se ti ha abbertonato il tuo asino, non però vuole nulla del tuo: ecco che esso ti rende l'orecchie di quello. E però la sentenza mia è questa: che mi pare che, per condegno castigo di tal delitto, esso debbia montare sul tuo asino, e che tu lo conduca a casa sopra di quello. Ti piace questa sentenza?

Ortolano.  Questo è un castigo che viene sopra l'asino e io, e non a lui. Signore, io domando che mi sia pagato il mio asino, e poi cavalchilo chi vuole.

Re.  Orsù, quanto vuoi tu ch'egli ti dia del tuo somaro?

Ortolano.  Ei mi costò otto ducati l'anno passato, e faccio conto di non volere perdervi nulla.

Re.  Orsù tu hai ragione. Vien qua, Erminio; dove sei?

Erminio.  Eccomi, serenissimo Signore.

Re.  Da' un poco otto ducati qui all'ortolano; e tu, Bertoldino, piglia quell'asino, che io te lo dono, montavi suso, e andate a casa insieme, e siate buoni vicini.

Ortolano.  Tanto faremo, Signore. Orsù, monta su, Bertoldino, e andiamo. Arri, sta'! Che diavolo fai tu! Tu sei caduto dall'altra banda.

Bertoldino.  E' mi pesa più la testa che non fa il taffanario, e per questo sono traboccato dall'altro lato. Ma tienlo saldo. sta', trù trù, Arri ! O lassami mo' la cavezza a me. Arri, va' ! Addio, messere.

 

 

 

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2008. Content in this page is licensed under a Creative Commons License