INTRODUZIONE
Erminio,
Gentiluomo favorito Cortigiano del Re Alboino, avendo con un suo Servitore
scorso molti giorni la campagna, passò sotto la montagna sopra la quale abitava
la Marcolfa con il gustosissimo umore di suo figlio Bertoldino. Ed
immaginandosi far cosa grata al Re e la Regina suoi Signori, portandogliene
qualche novella, si pose a salire la montagna, e giunto alla casa vidde, stante
la qualità del paese, una assai buona fabrica, e quivi picchiando alla porta,
si affacciò la Marcolfa alla finestra, la quale scendendo a basso, e
riconoscendo Erminio, con molta allegrezza lo condusse in casa, facendogli
liete accoglienza; e, discorrendo, gli raccontò di suo figlio Bertoldino, che
avea preso moglie, e che con li danari e robe donategli dal Re e dalla Regina,
quando già furono in Corte, avevano comperati alcuni poderi e accomodatisi di
molti mobili e suppellettili per loro proprio comodo, soggiungendo di più che
Bertoldino suo figlio, all'uscire di fanciullezza, era divenuto accorto, onde
ne vivevano con molto loro contento e tranquillità d'animo. Una sol cosa gli
era molesta, che avendo preso Bertoldino moglie, ed avendone sinora avuto un
solo figlio, che ora è età di sette anni, è riuscito più semplice, che già non
fu suo Padre, e più grosso dell'acqua dei maccheroni. Di questo discorso ne
prese Erminio non picciolo contento, determinando in sé stesso voler a tutto
suo potere condurre questo novello parto al Re e Regina, così disse:
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