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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

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  • Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino   Divisa in discorsi e ragionamenti Opera onesta e di piacevole trattenimento, copiosa di motti, sentenze, proverbi ed argute risposte, aggiunta al Bertoldino di G. C. Croce da Camillo Scaligeri dalla Fratta [Adriano Banchieri]
    • ERMINIO, MENGHINA, MARCOLFA E BERTOLDINO
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ERMINIO, MENGHINA, MARCOLFA E BERTOLDINO

 

Erminio. Eravate voi quella giovine, che ho udito cantare?

Menghina. Signor no, era una nostra pecorara qui vicina.

Marcolfa. Ah bugiarda, sta così bene dir le bugie? Lasciatevi dire, Signor Erminio, era lei, e sapete se ne canta di belle?

Erminio Di grazia, bella giovine, favoritemi cantar un'altra volta quella, ovvero un'altra a gusto vostro.

Menghina Adesso non posso cantare; sono arrochita.

Bertoldino. Deh cantane una; che hai, paura?

Menghina. Adesso non me ne ricordo nessuna in vero.

Marcolfa. Orsù fatti ben pregare; vuoi far restare in vergogna questo Gentiluomo?

Bertoldino. Così fanno le buone cantarine, farsi pregare un pezzo; canta Menghina.

Menghina. Ora, perché mi date la baia, non voglio più cantare, m'avete inteso?

Erminio. Non andate in collera Menghina; vostro marito burla così con voi.

Marcolfa, Orsù canta mo', Nuora mia cara, non è bene farsi tanto pregare.

Menghina. Orsù son contenta, ma non voglio cantar qui, anderò in cucina.

Erminio. Andate dove vi pare, pur che cantìate.

 




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