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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino   Divisa in discorsi e ragionamenti Opera onesta e di piacevole trattenimento, copiosa di motti, sentenze, proverbi ed argute risposte, aggiunta al Bertoldino di G. C. Croce da Camillo Scaligeri dalla Fratta [Adriano Banchieri]
    • ERMINIO E CACASENNO
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ERMINIO E CACASENNO

 

Erminio. Bisogna scendere, se vuoi cavalcare.

Cacasenno. Io non potrei star meglio. Non avete voi detto che il Re e la Regina v'hanno mandato a casa nostra acciò mi conduceste a casa loro?

Erminio. L'ho detto, è vero, che vuoi dir per questo?

Cacasenno. Pigliate dunque voi la briglia del mio cavallo e conducetemi, ché in questo modo ubbidirete i padroni, ed io non vedrò i pericoli che devo passare.

Erminio. Oh, questa sì vale il resto del carlino! Invero, ho preso a menar l'Orso a Modena!

Accidentalmente passando un Contadino, che veniva anch'egli alla Città Regale, Erminio fece condurre il cavallo di Cacasenno così a mano, e cavalcando in tal guisa, giunsero alla Porta della Città. Erminio ordinò al Contadino, che così lo conducesse sino alla porta del Palazzo, ed ivi lo aspettasse; poi diede alcuni di quei soldati che stavano alla Porta, acciò lo accompagnassero per guardia, temendo che i ragazzi non lapidassero per la Città Cacasenno con pomi e torsi; intanto Erminio, dato de' sproni al suo cavallo, giunse in Palazzo, e trovò il Re e la Regina ch'erano ad un balcone per veder la venuta di questo bell'umore (già descrìttoli dal servitore di Erminio), e qui raccontando detto Erminio frettolosamente quanto gli era successo per istrada, un'ora parevagli mille anni, che comparisse. Intanto giunse, e vedendo le Regie Corone venire la Marcolfa filando, con quel Contadino che conduceva Cacasenno a rovescio sopra il cavallo, accompagnato con gridi e fischiate da moltitudine di ragazzi, il Re e la Regina di tale vista ne presero grandissimo piacere, e giunti in Palazzo fecero introdurre a loro questo ridicoloso spettacolo. Entrando pertanto la Marcolfa dinanzi le Regie Corone con ripetuti inchini, fu prevenuta dal Re.

 

 




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