MARCOLFA,
SERVO E CACASENNO
Marcolfa.
Povera me tapina, che spettacolo è questo?
Servo.
Sappiate Madonna Marcolfa, che questo vostro zucca senza sale, dopo avere
merendato disse che voleva dormire, onde io non lo giudicando così semplice,
gli dissi: Se vuoi dormire monta sul letto, ed egli a guisa di quei fanciulli
che sogliono pigliar l'Oca, invece di montare sul letto (come dissi) s'aggrappò
con le braccia e le gambe ad una colonna della trabacca e giunto alla staggia
dove sono li anelli del coltrinaggio, essendo essa staggia fragile, si è
scavezzata per il peso ed è qui caduto come vedete.
Marcolfa.
Di questo non vi meravigliate, il mio uomo da bene, perché nella nostra
montagna non si usano ai letti queste trabacche, ond'egli si è imaginato, che
il coperto sia il letto, e volendovi salire come fosse un Castagno, cagionò
questo disordine; ma poverina me, costui non parla; olà Cacasenno che fai?
Cacasenno.
Ho tanto sonno ch'io dormo; di grazia Nonna non mi svegliate.
La Marcolfa,
levandolo da terra tutto sonnacchioso lo pose sopra il letto, e chiudendo le
finestre lasciollo acciò potesse dormire; intanto il Servo con suo gran gusto
corse dal Re e Regina, i quali erano insieme e si stupivano della memoria di
Marcolfa, avendo alla mente tante belle cose udite già raccontare dall'astuto
Bertoldo, ed ancora non si saziavano di ridere della positura di Cacasenno
mentre stava traboccone in terra, aspettando li ponessero la mano in bocca per
baciarla. Quivi entrando Attilio ansioso li raccontò la caduta di Cacasenno da
sopra il coperto della trabacca; or quivi si raddoppiò il riso, e tanto
godevano di questa simplicità che se la fecero raccontare un'altra volta,
sempre crescendogli maggior piacere.
Il Re ordinò di nuovo al Servo che tornasse
all'appartamento di Cacasenno e sapesse di mano in mano dar minuto racconto di
quanto succedeva, siccome da Attilio fu effettuato. Ora, mentre Cacasenno
dormiva, la Marcolfa intanto stanca dal viaggio si ristorò e reficiò di
mangiare, bere, e dormire; e mentre ella saporitamente dormiva fu risvegliata
da uno stramazzone che diede Cacasenno giù dal letto gridando:
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