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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Novella di Cacasenno figlio del semplice Bertoldino   Divisa in discorsi e ragionamenti Opera onesta e di piacevole trattenimento, copiosa di motti, sentenze, proverbi ed argute risposte, aggiunta al Bertoldino di G. C. Croce da Camillo Scaligeri dalla Fratta [Adriano Banchieri]
    • CAPITOLO DEL CORTIGIANO VIRTUOSO E DELL AMBIZIOSO
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CAPITOLO DEL CORTIGIANO VIRTUOSO E DELL AMBIZIOSO

 

Scrive un Poeta, che volea dir Morte

   Chi disse Corte; ed io tengo opinione

   Ch'ei scrisse Corte, e si servì di Corte.

A questa Morte dunque due persone

   Corrono volontarie, il Virtuoso

   Cingendosi di Corte il pelliccione;

A par di questo viene l'Ambizioso,

   Con quattro cerimonie da Simone,

   S'affibbia, corre al piede baldanzoso.

Quel che lo dice, o ha detto, è un bel babbione

   Già non lo dica più, si deve usare,

   Invece di Simone, dir Simmione,

Al Virtuoso suol significare

   Quel Corte, brevi son le tue speranze,

   Studia se sai, che sempre hai da stentare.

All'Ambizioso poi quelle creanze,

   Che sono tutte finte adulazioni,

   Quel correr gli fa aver buone sostanze.

Corre alle risa, corre alle finzioni,

   Col riso al labbro dir e poi ridire,

   Corre il vigliacco alle sollevazioni.

Uno di questi, stiano un poco a udire:

   Se il Padron dice: ho fame, ed egli appunto,

   Egli è passata l'ora, or fo amanire.

Se l'altro giorno, nell'istesso punto,

   Dice il Padron: non ho fame sì presto:

   Il tempo del mangiar non è ancor giunto.

Se il padron dice: olà! eccolo lesto

   Con la berretta in man, che sia frustato,

   Che 'l veste la mattina, e vada il resto.

Un tiro in questo tal assai notato,

   Sputando il suo padron sul pavimento,

   Col piè (appena sputò) che fu scazzato.

S'è detto assai, mutiam ragionamento.

   Un utile pensiero a dir mi vaglia:

   Il Prencipe che viver vuol contento,

Si levi dall'orecchio tal canaglia.

 

Marcolfa Questo è il Capitolo promeso, e tanto basti.

Re. Veramente è degno di considerazione. Intanto la vostra conversazione mai non porterebbe tedio.

Regina. Non mi avete dato risposta a quello che vi ho detto di tornarci a vedere in capo dell'anno.

Marcolfa. Se mi sarà concesso tanto spazio di vita, glielo prometto senz'altro.

Re. Orsù, intendo che gl'interessi vostri non comportano stiate fuori di casa e dei monti: vi diamo quindi buona licenza di andare e stare a vostro beneplacito; Erminio, va, piglia dal nostro Banchiere duecento fiorini, e dalli qui alla Marcolfa, che gliene faccio un presente, e per dimattina fa porre all'ordine la Lettiga per farli condurre in montagna.

 

 




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