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Giulio Cesare Croce Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri) IntraText CT - Lettura del testo |
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Il Re va in colera con le donne e Bertoldo gode.
E rivolto a quelle con faccia turbata, disse loro: “Che novità è questa ch'io sento? E di dove procede questa sollevazione? Chi vi ha messo in tanta smania? Dove nasce tanto fracasso? Perché fate tanta ruina? Sete voi forse spiritate? Che malanno avete? Ditelo in mal ora, femine del diavolo”. Donne. Che novità è la tua, o Re? Che umore di pazzia ti è saltato nel capo - rispose una delle più audaci e rabbiose - che frenesia ti è tocca a ordinare che ogn'uomo pigli sette mogli? O che nobile considerazione di prudente re! Ma sappi certo che ella non ti anderà fatta. Re. Che cosa dite voi sciocche? Parlate pianamente, ch'io v'intenda, e vi risponderò. Donne. Parlar pianamente, eh? Anzi bisognarebbe tirarti giù di quel seggio regale, dove ora siedi, e cavarti ambidue gli occhi. Re. Che ingiuria, che dispiacere v'ho fatto io? Ditelo alla schietta, e non v'affocate tanto, cagne rabbiose che sete. Donne. Non te l'abbiamo noi detto un'altra volta? Re. Io non vi ho bene inteso, però tornatelo a dire. Donne. Non è il peggior sordo, quanto quello che non vuole udire. Noi ti torniamo a dire che tu hai fatto un grande errore a ordinare per legge che ogn'uomo pigli sette donne per moglie, e che tu dovresti attendere ai negozi tuoi e del tuo regno e non t'impacciare in quello che a te non s'appartiene. Hai tu inteso adesso? Ma ben si vede che non hai punto di cervello e che sei pazzo affatto.
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