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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le sottilissime astuzie di Bertoldo. Nuovamente reviste e ristampate con il suo testamento nell'ultimo e altri detti sentenziosi che nel primo non erano
    • Il Re scaccia le donne e biasma il sesso feminile.
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Il Re scaccia le donne e biasma il sesso feminile.

 

Ah, sesso ingrato e discortese, quando feci io tal legge? Levatevi or ora dalla presenza mia e andate alla malora, seme ribaldo e importuno, che adesso io conosco chiaramente che donna non vuol dinotare altro che danno e femina semina zizanie e discordie, che dalla casa ov'ella si parte si tira dietro ciò che può col rastello, e dove ella entra vi porta la fiamma e il fuoco; ella è una sentina d'inganni e di tradimenti, un baratro infernale nel quale si sentono di continuo i pianti e i lamenti de' miseri mariti; elle sono la ruina de' padri, tormento delle madri, flagello de' fratelli, vergogna de' parenti, consumamento delle case, e in somma elle sono pena e afflizzione di tutto il genere umano. Andate via tutte nella mala perdizione e non mi tornate mai più innanzi, spiriti infernali e bestie malvagie che voi siete. Oh che fracasso, oh che rovina hanno fatto queste pazze scatenate per niente! Ma s'io posso sapere chi sia stato l'autore di questa novità, io son risoluto di riconoscerlo secondo ch'egli merita. Ecco che pur sono andate via queste insolenti, che poco vi è mancato ch'esse non mi abbino cavati gli occhi con le dita.

Partite le donne e quietatosi alquanto il Re, Bertoldo ch'era stato in disparte ad ascoltar il tutto, essendogli riuscito il suo disegno, si fece, ridendo, innanzi al Re e gli disse:

Bertoldo.  Che dici, o Re? Non ti diss'io che prima che tu andasti a letto il giorno d'oggi tu leggeresti il libro alla roversa di questo che ieri dicesti in lode delle donne? Or vedi, ch'elle ti hanno chiarito.

Re.  O che cervelli diabolici andar a trovare inventiva ch'io abbia ordinato che ogni uomo debba prendere sette mogli, cosa che mai non m'imaginai, né pure me la sognai. O che mal seme, o che crudel razza!

Bertoldo.  Tu sai i patti che sono fra te e me.

Re.  Tu hai molto ben ragione; però vien, siedi meco su questo seggio regale, poiché tu l'hai meritato.

Bertoldo.  Non ponno capire quattro natiche in un istesso seggio.

Re.  Io ne farò fare un altro appresso di questo e vi sederai su, e darai audienza come me.

Bertoldo.  Né amore, né signoria non vuol compagnia; però governa pur tu, che sei Signore.

Re.  Io dubito che tu sia stato l'auttore di questo fracasso.

Bertoldo.  Tu l'hai indovinato alla prima e non mi puoi castigare altrimente perch'io mi son ingegnato per adempire quanto avea promesso di fare.

Re.  Orsù, poiché questa è stata tua invenzione, io ti perdono; ma come hai tu ordita questa diavoleria?

Bertoldo.  Io sono andato a trovar colei alla quale tu concedesti lo specchio e gli ho dato ad intendere che tu volevi di nuovo farlo spezzare e darne la metà alla sua avversaria, e di più che tu avevi ordinato che ogn'uomo pigliasse sette mogli e perciò costei aveva radunato così gran numero di femine insieme e hanno fatto lo schiamazzo che tu hai sentito.

 

 




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