La Regina manda a domandar Bertoldo al Re, perché lo
vuol vedere.
Mentre ragionavano così famigliarmente il Re e Bertoldo, giunse un messo
da parte della Regina, il qual disse al Re come la Regina desiderava di vedere
Bertoldo, pregando sua Maestà a mandarglielo; e perché ella aveva inteso che
costui si pigliava spasso di burlar le donne, aveva fatto pensiero di farlo
bastonare ben bene; onde il Re, udito la dimanda della Regina, volto a
Bertoldo, gli disse:
Re. La Regina ha mandato a
domandarti. Ecco il messo, il qual è venuto a posta, ch'ella brama di vederti.
Bertoldo. Tanto per male,
quanto per bene si portano le ambasciate.
Re. La conscienza sempre
rimorde l'uomo tristo.
Bertoldo. Il riso della
corte non si confà con quello della villa.
Re. L'innocente passa
libero fra le bombarde.
Bertoldo. La donna irata,
la fiamma impicciata e la padella forata son di gran danno in casa.
Re. Spesso interviene
all'uomo tristo quello ch'ei teme.
Bertoldo. Il gambaro spesse
volte salta fuora della padella per salvarsi, e si trova nelle bragie.
Re. Chi semina iniquità
raccoglie de' mali.
Bertoldo. Sotto la scuffia
bianca spesso vi sta la tigna ascosa.
Re. Chi ha intricato la
tela la destriga.
Bertoldo. Mal si può
destricare, quando i capi sono avviluppati.
Re. Chi semina le spine non
vada senza scarpe.
Bertoldo. Non si può
combattere contra più forti di sé.
Re. Non temere che alcuno
ti faccia oltraggio.
Bertoldo. Al buon
confortatore non duole il capo.
Re. Temi tu forsi che la
Regina ti facci dispiacere?
Bertoldo. Donna iraconda,
mar senza sponda.
Re. La Regina è tutta
piacevole e brama di vederti; però va' via allegramente, e non dubitare.
Bertoldo. In ultimo se ne
dirà, e tal ride che piangerà.
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