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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino. figliuolo del già astuto e accorto Bertoldo con le sottili e argute sentenze della Marcolfa sua madre e moglie del già Bertoldo   Opera tanto piena di moralità quanto di spasso
    • La Marcolfa fa venticinque castagnacci a Bertoldino ed esso gli mangia tutti; poi va a corcarsi sotto un olmo e vi dorme tutto un giorno, e il Re lo manda a  torre in carroccia e, come l'ha innanzi, gli dice
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La Marcolfa fa venticinque castagnacci a Bertoldino ed esso gli mangia tutti;

poi va a corcarsi sotto un olmo e vi dorme tutto un giorno, e il Re lo manda a

 torre in carroccia e, come l'ha innanzi, gli dice:

 

Re.  Come stai, Bertoldino?

Bertoldino.  Io sto qui ritto.

Re.  Io lo veggio, ma voglio dire: come ti senti?

Bertoldino.  Io sento sonar le campane.

Re.  Dico se ti senti male, o bene.

Bertoldino.  Se io sento sonar le campane, non sento io bene?

Re.  Dove stai, Bernardo? Io vado alla fiera. O che gentil umore è questo! Pare a te ch'egli risponda a coppe? Orsù, conducetelo un poco dalla Regina.

Bertoldino.  Conducetela qui lei da me.

Re.  No, no; va' pur con costoro, e non temere di nulla.

 Così lo condussero dalla Regina, la quale, tosto ch'ella lo vidde, ridendo disse:

Regina.  O, ecco qua messer Bertoldino nostro. Che si fa, messer Bertoldino?

Bertoldino.  Le vacche che sono pregne fanno elle, e non io, signora madonna maestra Regina.

Regina.  Voglio dire se ti senti più aggravato dal male, ch'io intendo che sei stato infermo un poco.

Bertoldino.  Io non mi sono mai partito da casa se non ora: guardate voi se io sono stato a Fermo, né manco so dove si sia, e che cosa è questo Fermo? un pagliaro, o pur una colombara?

Regina.  Sì, sì, è una colombara. Orsù, dimmi ch'è di tua madre.

Bertoldino.  Quand'io la lasciai ella dava da bere ai figliuoli della nostra chioccia, che n'haffatto fin a trenta.

Regina.  La tua chioccia ha dunque fatto figliuoli?

Bertoldino.  Del certo, che ne fa. E perché non ne fate ancor voi? Non avete forse buon gallo?

Regina.  Son io una gallina, balordo, ch'abbia bisogno di gallo?

Bertoldino.  Ma mia madre dice che se le nostre galline non avessero buon gallo, ch'elle non fariano mai figliuoli, e le galline non sono esse ancor femine come voi? Però, se volete dei figliuoli, cercate avere buon gallo, e noi vi prestaremo il nostro se lo vorrete, e io ve lo portarò.

Regina.  Non mi occorre gallo, no, io ti ringrazio. Orsù, menatelo un poco a merenda.

Bertoldino.  Fatemi pur un poco prima menare a fare i miei bisogni, che questo m'importa più.

Regina.  Tu hai molto ben ragione. Dove sei, Filandro?

Filandro.  Son qui, serenissima Signora.

Regina.  Conduci costui dove ti dirà, e andate via quanto prima.

Filandro.  Dove vuoi ch'io ti meni?

Bertoldino.  A fare i miei servizi.

Filandro.  Costui si vuol vuotare innanzi ch'ei vada a empirsi. Orsù, vieni via. O che nuovo pesce è questo? Io non so che gusto si abbiano i prìncipi di questi buffoni e di queste zucche mal salate, che più li apprezzano che non fanno ogni gran letterato, e ogni giorno gli donano vestimenti d'oro e di seta e danari in quantità grande, e all'incontro poi hanno mille virtuosi e uomini sapienti nella corte invecchiati ne' suoi servigi, né hanno mai avuto da essi un minimo guiderdone delle fatiche loro, e i miseri si vanno pascendo di fumo e d'ombra e di speranza vana, fra i quali vengo a essere io uno di quelli, il quale ho servito in questa corte tanti e tanti anni, con tanta fedeltà, con tanto amore a questi signori, né mai ho scorto in essi un minimo segno di recognizione, anzi, per più mio scorno, son ridotto ora a menare un villano a cacare.

Or mira se questa è una degna mercede, e se io sono nel fine di mia vita ridotto a fare un nobile officio. O povero Filandro! Orsù vien via, che possi tu caccare le budelle, porco che sei.

Bertoldino.  Dove mi vuoi tu menare?

Filandro.  Io ti voglio menare al cantaro.

Bertoldino.  Io non voglio cantare adesso. Non t'ho io detto quello ch'io voglio fare? Menami in un campo, e poi lascia fare a me.

Filandro.  Orsù vieni, che io ti condurrò dove tu vuoi, poiché mia buona ventura vuol così; ma per questa volta mi ci trappolerai.

 Così Filandro lo condusse in capo al giardino, ov'era un fosso, e ivi fece quanto gli occorse; poi lo menò nella salvarobba delle cose mangiative e gli diede del pane, del buon salamo e del buon vino da bere; e finito di merenda tornò dalla Regina, la quale vedendolo disse:

Regina.  Hai tu merendato bene?

Bertoldino.  Signora madonna sì.

Regina.  Che t'hanno essi dato di buono?

 

 

 

 




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