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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino. figliuolo del già astuto e accorto Bertoldo con le sottili e argute sentenze della Marcolfa sua madre e moglie del già Bertoldo   Opera tanto piena di moralità quanto di spasso
    • La Marcolfa narra un'altra bella favola.
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La Marcolfa narra un'altra bella favola.

 

Marcolfa.  Orsù, le vostre Maestà ascoltino dunque. Quando le lucciole faceano mercanzia di lanterne, fu un lumacotto di quelli da quattro corna, il quale prese per moglie una di quelle lumachine vergate di giallo e di rosso molto galante, che vengono fuora delle siepi quando cadono quelle belle ruggiadine il mese d'aprile. E quella sera che esso la menò a casa, si fece un sontuosissimo banchetto, al quale invitò tutti gli suoi parenti e amici, e vi furono un gran numero di virtuosi, fra i quali v'erano quattro gambari di canale che sonavano eccellentissimamente di viole da gamba e un calabrone, che sonava di arpicordo gentilissimamente; e così, finito che fu la cena, una parpaglia cantò nel chitarrone alcune belle aere, ma per essere un poco affreddata non poté dar quella sodisfazione ch'era suo desiderio; onde si fecero levare le tavole e sgombrare la sala, accioché si potesse ballare commodamente, e poi si diede in un tratto negli stromenti e s'incominciò a fare chiaranzane e balletti, dove che un calabrone e una farfalla ferono una barriera insieme molto galante, e un grillo bianco e una zenzala, ballarono un spagnuoletto con tanta leggiadria, che fu un gran stupore. Poi, quando furono stanchi di ballare, si posero a fare dei giuochi e dierono quell'assunto a un pulice, qual era assai burlevole, che fusse il maestro del giuoco; il quale senza farsi troppo pregare accettò l'impresa e fece molti bei giuochi da mettere suso dei pegni, e ivi s'udirono di bei motti e di nobilissime sentenze e sottilissimi quesiti, con risposte argutissime, e insomma la veglia passò molto galante, ma l'imperfezione della cosa fu che il giuoco andò tanto alla lunga, che ognuno si stufò e molti s'addormentarono per il tedio che ne sentivano. E così siamo ancora noi, serenissimi Signori, che fino a questa ora pare che la nostra veglia sia passata assai bene, ma il giuoco va un poco troppo in lungo, e sempre stiamo su l'istesso tenore; però parmi che sia ben fatto a mutare alquanto aria. Forse che quella di là su lo farà alquanto più svegliato, benché io non lo posso credere; pure, perché ogni uccello canta meglio nel suo nido che in quelli degli altri, bramo di tornar ancor io costui al suo nido natìo, e poi faccia che verso egli vuole; sicché vi prego, serenissimi Signori, a darci buona licenza, poiché in ogni modo da alcun di noi non siete per trarre construtto alcuno che profittevole sia per voi.

 

Re.  Orsù, madonna Marcolfa, noi vi vogliamo contentare, perché con tante nobili comparazioni ci siete venuta innanzi, e veramente voi non siete donna selvaggia e alpestre, ma un oracolo, e meritamente fosti accoppiata con un uomo di valore come era Bertoldo, le quali sentenze ho fatto scolpire in oro sopra la porta del mio studio a perpetua memoria di un tanto elevato ingegno, e me ne vado servendo secondo l'occasione. Ora chiamisi un poco Erminio. Ma eccolo qua. O Erminio, va' in camera mia e piglia quel coffanetto di velluto nero, dove sono duemila scudi d'oro, e portalo qua a madonna Marcolfa. Poi va' al mio mercatante da panno e fàtti dare quattro pezze di panno fino e ducento braccia di tela da lenzuoli e da camicie, e fa' mettere all'ordine la lettiga (mira che personaggi da lettiga) e che essi siano condotti all'albergo loro, e che se gli mandino sino a dieci sacchi di farina e dieci botti di vino, e insomma tutto quello che gli fa bisogno tanto per il viaggio come per vivere a casa sua. Orsù, madonna Marcolfa, la grazia vi è concessa di poter andare e tornare a vostro beneplacito, ancorché, come ho già detto, io e la Regina sentiamo molto dolore di questa vostra partita; pure noi non vogliamo se non quello che volete voi.

 

 

 

 




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