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Giulio Cesare Croce
Bertoldo e Bertoldino (Cacasenno di A. Banchieri)

IntraText CT - Lettura del testo

  • Le piacevoli e ridicolose semplicità di Bertoldino. figliuolo del già astuto e accorto Bertoldo con le sottili e argute sentenze della Marcolfa sua madre e moglie del già Bertoldo   Opera tanto piena di moralità quanto di spasso
    • La Marcolfa ringrazia il Re e la Regina de' benefici ricevuti da essi.
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La Marcolfa ringrazia il Re e la Regina de' benefici ricevuti da essi.

 

Marcolfa.  Non ho lingua, né petto, né cuore a bastanza, o serenissime Maestà, da potervi rendere le debite grazie dei tanti benefici, grazie e favori ch'indegnamente ho ricevuti da quelle; ma, dove mancherò io, supplirà Quello che regge il tutto, il quale mai non cesserò di pregarlo a rendervi il guiderdone per me, e che vi conceda grazia di conservare il vostro regno in pace e felicità, dandovi forze e valore contra i nemici vostri, e vi guardi da insidie e tradimenti, e insomma ch'ei vi conceda ogni vostro desiderio e diavi ogni contento; e all'una e all'altra Corona qui genuflessa chiedo perdono se per sorte fussi trascorsa in qualche errore, o con parole o con fatti o con altro, o in qualunque modo io avessi usato poco rispetto e riverenza, domando nuovamente perdono; e con buona grazia delle loro serenissime Maestà io anderò a preparare le mie poche masserizie, e in questa partita me gli raccordo umilissima serva.

 Alle parole della Marcolfa il Re e la Regina non poterono contenersi dalle lagrime e dandogli buona licenza si ritirarono nelle camere loro, dove stettero alquanti giorni con gran malenconia per la partita di lei. E così la detta Marcolfa si partì con il suo Bertoldino, carica di scudi e altri doni, e furono condotti in lettiga fin al tugurio loro; dove a tal arrivo corsero tutti i vicini a rallegrarsi con essi loro, e si fecero feste e bagordi rusticali per alquanti giorni per quei monti, e abbrucciarono due o tre boschi per allegrezza. E ivi si goderono il resto della loro vita lieta e tranquilla, e Bertoldino faceva poi colà su il dottore, e fece di belle burle, ma perché non vi era là su chi sapesse scrivere, non se ne fa menzione. Ben vi fu un montanaro che di lì a poco tempo venne al piano e disse che, quando costui giunse all'età di trent'anni, che egli divenne savio e accorto; ma in quanto a me duro fatica a crederlo. Pur ogni cosa può essere, ma so bene che vi sono tre cose che sono difficilissime da guarirsi, le quali sono queste: la pazzia, i debiti e il cancaro. E con questo vi lascio, addio.

 





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