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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena VI
Quando meno il pensai! Quando tu sei qui giunto, [550] All'idea del ualore io tutta intesa, Però, ch'io mi rammento Con dolce rimembranza ogni momento, Ruggier', di ciò, che oprasti in mia difesa, All'hor, ch'ero io su la deserta rena Fu non poca uentura, Se con euento al mio desir' secondo L'ardor' di mille cori in riua all'acque. Oh, come a tempo il mio destin' ti scorse All'hor, ch'io, senza error' già fatta rea, Mi tolse a morte, e mi recò salute. (Ah, che a pensarlo sol tutta pauento!), Quasi Rocca animata, il salso Regno E già quasi celare Tutto parea con ampia mole il mare, Confusa, e sbigottita, Leggeuo il mio morire in quel sembiante. Et ecco tu giungesti, Sceso, cred'io, dagli stellanti giri, Ruggiero, e mi sciogliesti; Sciogliesti no, ma raddoppiasti i nodi, Ch'il ualor', la bontà, e la cortesia, Ch'a te non habbia il mondo altri simíle, Son lacci di diamante a un cor gentile.
Ma tu poi t'inuolasti in un momento, L'opra, ma non la mano; onde la uita, Che da me riceuesti, a me tu nieghi. Vn uergognoso oblio [552] D'immenso benefizio in nobil' petto.
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