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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena VII Bradamante, e Detti
Bradamante (da sé) Chi per ingrata Angelica condanna, E come posso mai Negar' l'amore, a chi mi die' la uita? Bradamante (da sé) Troppo cortese è di tue uoci il suono, Ché, se dai legge all'Alme, a te conuiene Serbare anco di me l'arbitrio intiero... Bradamante <da sé> Questo dunque, o Ruggiero? ...tale han uirtù le luci tue serene. Bradamante <da sé> Dormo, sogno, o uaneggio, o sento il uero? [553] O mie uenture... Bradamante <da sé> O pene... Bradamante <da sé> ...se Ruggiero è incostante! Ma se non prendi il mio seruire a sdegno, Prouar' fu mia uaghezza in quelle sponde L'alta uirtù dell'ammirabil' gemma, Che, tra ' labri nascosa, altri nasconde; Bradamante <da sé> O sorte a me d'ogni contento auara! ...sempre fu sì, che al tempo lieto, al graue, Ogni caso, ogn'incontro, ogni successo Trouolla a me d'appresso, Di tua destra gentil' pegno soaue. Tu mi togli la uita, e pur non moro! Ah, Bradamante! Oh, pur al fin ti trouo, Forse più, che piacer' noia t'apporto. Sommo diletto in riuederti io prouo. Così dunque m'accogli? [554] Ah, disleale! In che t'offesi mai? Anzi, in che non mostrasti un uiuo affetto? Non ben comprendo il tuo parlar' confuso. Ruggier', che parli? Oue riuolgi il guardo? Che ueggo? Hor chiaro ogni sua uoce intendo. Il sai tu, se a ragion' d'ira m'accendo. Io partirò, ché là, dou'han contesa Assai più, che diletto arreca offesa Ogn'altra compagnia.
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