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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena X
Tu per gl<i> altrui uestigi Poiché ben sai, che il tuo gradito amante, Benché lungi pur sia, Per unirsi con te l'alma t'inuia. Chiudon' due seni un cor, due cori un'Alma. Ma pur non nego, Alceste: anche un momento Graue si rende a me, se mi diparte Dal Gentil Brandimarte. Prosperi il Ciel secondo il tuo contento, Il fido amor' di Caualier' sì degno, Di cui più prode il Mondo altri non uede; Suona la terra, e ne risuona il mare.
Ma se qui cerco in darno, io uoglio altroue Drizzare i passi a ritrouarlo intenti, Ché senza il caro sposo, ah, troppo lenti Fanno per me ritorno Alla notte l'Aurora, Hespero al giorno. Vanne felice; io qui, doue tal'hora Miro di Lidia ingrata il bel sembiante Torbide l'hore, e sconsolati i giorni Hor, ch'io prendo altro sentiero, Del Guerriero, Che nel seno io porto impresso.
Esso, esso. Atten<den>do i dì sereni, Se nel duolo Fido Amante a me souuieni. [561] Vieni, uieni. Deh, chi mi chiama a sé? Temo non sia L'aura, che prende a gioco il mio tormento. Ma chi molto desia Crede anco i sogni, e presta fede al uento.
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