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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena XI Tra tanti auuolgimenti, ond'è ripieno Il Palagio sublime, in darno ho preso A ricercar' colei, che porto in seno: Anzi a trouarla, io fui d'appresso Quasi a perder' me stesso. Già nobil' predatrice, Hor d'altri fatta preda, a quai rigori Serba nemico fato i casi tuoi? Forse gli sdegni altrui In te riuolge Amor', perché, sdegnosa A' miei lamenti, al mio seruir' fedele Ma se per mia cagione Volgasi in me più tosto il tuo martíre. Miei sono i tuoi tormenti, e del tuo danno Ma quanto più si rende Per le suenture tue graue il mio duolo, Colui, che tanto ardío. Vedrà, uedrà, l'inuolatore indegno, Che nol faran' dell'ira mia sicuro Fu la destra possente, e fiero il brando, Quant'habbia forza in generoso core
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