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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena VI
Cotanta impresa a Ferraù s'aspetta; A seguitar' colei, ch'il cor m'accende, Io lo contendo, e solo Io sarò suo Campione. Egli mi elesse a sì grand'opra, e crede Me sol bastante, e Compagnia non chiede.
Orgoglioso pensier', folle desire! [587] A rintuzzar' sì temerario ardire. Hor sì questo mancaua: eccoti il Conte. Altri non speri mai Ciò, che a me sol destina amica Stella; Poich' ad esserle scorta al gran Catai La Regina dell'Armi hoggi m'appella. D'ogn'altro Caualiero Mentre s'accinge a sua difesa Orlando. Ma non già di ualore, ogn'altro auanza. Ohimè, ch'io sento, attonito, e conquiso, Farsi di gelo il cor, di neue il uiso. Ormai deponi, e le minaccie, e 'l fasto, Che dèe prode Guerriero, ouunque accada, Assai più, che la lingua, oprar' la spada. Parlerà il ferro hor, che la lingua tace. Ah, si spogli di sdegno il cor audace! Proui un giusto furor', chi non uòl pace. Perché altri non si uanti, [588] Ch'in seruir' l'alta Donna a me preceda, Volgo a punirui entrambi i miei pensieri. Cessi ogni lite, o miei fedeli Amanti! Ceda a me l'ira uostra, a me sol ceda! Finché haurò core in seno, alcun' non creda Poter' sì di leggieri Togliermi lo splendor' di quei sembianti. Ciò, che affermai pur hora in questo arringo... ...con destra armata a sostener' m'accingo. Ah, che sdegnato cor prieghi non sente! Vdite almeno, o miei Campioni, udite, Pria, che tingere il ferro, il mio pensiero. Così uie più mi renderà sicura E doue mi trarrà uoglia, o uentura, N'andrò, mercé delle uostr'armi, in pace Meco altri non uogl'io, che questa spada. Chi souerchio si stima... [589] Occidete me prima; Occidetemi, e sia su questo campo L'estinta spoglia alle uostr'ire inciampo. Deh, qual cieco desire in uoi si chiude Ha tal'hor alle palme il uarco aperto, E sempre è il fin d'ogni battaglia incerto. Dalla lor brama, e di pugnar' si resti. ...uuol, ch'io schiui i perigli, Et osa di uiltà tentarmi Orlando? Che fo? Doue il furore arma la mano, Ogni preghiera, ogni ricordo è uano. Ritrar' potrò con l'incantato anello. Chi mi prende di uoi sarà mia scorta; [590] Ma prima si deponga il ferro, e l'ira. Hor sì, che pieno ho di speranza il petto! Eccomi pronto! Mi prenda homai, chi di seguirmi aspira. Così schernisti un Amator' fedele?
Qual ti muoue a celarti empio desio? Il sol della beltà più non risplende. Anzi risplende, sì: cieco son io, Ché abbagliato esser' suole, Chi di fissar' presume il guardo al sole. Ma s'io son cieco a i raggi tuoi lucenti, Ah, non esser' tu sorda a i miei lamenti! (a tre) Doue, deh, doue sei? deh, ferma il passo! Ah, cruda! (a tre) Con le lusinghe sue gl<i> altrui desiri.
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