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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena XVII Astolfo, et altri Caualieri, e Dame
Entro all'ampio Giardin', in cui l'autunno Serba insieme ridenti eterno Aprile L'herbette, i fiori, e l'onde, Gl<i> odori inuola, e ne fa ricco il Cielo. Temo però non sia Troppo il suo chiaro pregio ogn'arte auanza. Olimpia, s'io non erro, hor qua sen uiene, Ma con uolto però turbato, e mesto. Ahi, che Drago funesto! Il piè tremante Appena mi sostiene. Volgerò il guardo altroue [621] Per non mirar' sì rigido sembiante, Ché non ho tanto ardire Da mirar' l'empio mostro, e non morire. Deh, dimmi, e qual nouella a me tu porte? Mentre a lei palesasti i miei tormenti? Ah, non prendere in gioco i miei lamenti! Come ardisti cotanto? Hor hor mi rendi Il rapito Liu[e]riero, o ch'io t'uccido. Quel, che dianzi inuolasti in su quei Colli. O mia uentura! Ecco Prasildo arriua. Di menzogne inuentore, fabro d'inganni... Io son di fede, e di candore esempio. ...solo alla bianca chioma, e solo a gl<i> anni Almeno a me palesa Di che ti lagni. Io non l'intendo ancora. Che m'attendeua Iroldo al fonte appresso? Fuor, che le tue menzogne, altro non uidi. O che tu mi deridi, O che dèi uaneggiar', Prasildo mio. Vaneggi tu, non io! Onde non fuggirà, Non fuggirà, no, no, Ch'io con quest'arco Ond'è, ch'hoggi il tuo senno a terra cade? O strana confusione! Sollecitate il piè, perch'ei sen fugge! Ma uoi, Donzelle, ah, non uolgete i passi Ohimè, potrebbe insanguinare il dente. D'ogn'intorno il Palagio homai rimbombe Deh, non s'indugi più!
Ch'è solo a sé nel mal oprar' simíle. Stringerò dunque alla tenzone il brando. Non mi conosci, Orlando? [624] Troppo mi sei tu noto, Anima uile. Volgiti a me! Ah, Traditore! Oue mostrar' con questa spada io spero, Che le Donne oltraggiando, Sei folle, e menzognero. Ché non riuolgi alla contesa il brando? Perché tacito resti? Ou'è l'orgoglio, Altro homai, che sospiri il tempo chiede! Stirpare io uoglio, e poi calcar' col piede. Astolfo, che farai? Di far partita Choro di Caualieri, Bradamante, Marfisa Dal graue rischio, oue ristretto io sono, Se non m'aita il formidabil' suono.
Tutti Vn incognito affetto, e non timore Choro di Cavalieri, Bradamante, Marfisa Se fugitiuo il piè, stabil' è il core. [625] È di non cauto ingegno indizio espresso Cercar' per altrui prò danno a se stesso.
Più non si sente Non più tema, [non] più, non più. Splender' fa. Non più tema, [non] più, non più. Minacciar' nuouo periglio [626] Non potrà.
[627] [628]
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