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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena IV Ferraù, Sacripante
Ferraù Ogni fatica, o Sacripante, è uana, Ch'Angelica, o s'asconde, o forse ancora Stassi di qua lontana. Sacripante Come lungi esser' puote, S'io stesso, o Ferraù, la uidi hor hora? Io stesso ho udito le sue dolci note. Se finti eran' quei detti, e quei sembianti Sì, che deluso io resti, Potrò ben dir, che questi Siano alberghi d'incanti. Ferraù Sollecito pensiero Sembra, ch'al cor m'additi [547] Vn non so che, che a sospettar' m'inuiti; Onde in seguir' della Donzella i passi, Bramo assai, poco spero, Non desisto però: troppo a me pesa, D'abbandonar' la cominciata impresa. Sacripante Séguasi dunque, e scorgeranne il piede Quella, che sola all'infelici auanza, Vna dubia speranza. [a due] O speme gradita A gl<i> egri mortali, Ristoro ne' mali: Tu sola conforto, Tu sola sei Porto, Nel mar della uita, O speme gradita.
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