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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena XIII Mandricardo, Gradasso
Mandricardo Oue sei tu? Qual parte, Doralice Gentile, Rendi di quest'Albergo al Ciel simíle? Ah, uoglia Amor', ch'homai A me faccia ritorno Il mio bel sole, e mi riporti il giorno. Gradasso Mandricardo! Mandricardo Gradasso, oue ne uai?
Gradasso A te ueniua, e mi fu scorta Amore. Ei, che soffrire homai di Rodomonte Non può gl<i> oltraggi, e l'onte, Di quell'alma Rubella, Di quel fastoso orgoglio L'aspre minaccie a rintuzzar' t'appella. Mandricardo Pronto sarò, qual soglio. Narrami il tutto, e qui potrebbe intanto Giunger' colei, che suole Altrui mostrar', che non è solo il sole. Gradasso E qual cagion' ti rese a lei lontano? Mandricardo Appunto hieri, affaticato, e stanco, [565] Presso al fonte uicino Dauo insieme con lei riposo al fianco, Quando ecco al fonte arriua Con uestir' Peregrino, Con uolto soura humano, Non so se Ninfa, o Diua, Che con gentile inchino Presa colei per mano, La conduce ridendo a questa soglia. Doppo lunga dimora, Colmo d'immensa doglia, Qua uolgo i passi, e non la trouo ancora. Gradasso Spera pur, Mandricardo, All'hor, che il pensi meno, Quella, per cui senti d'amore il dardo, Farà tranquillo il seno. Gioia, che amor' prepara, Quanto aspettata è men, tanto è più cara. Fammi, prego, palese Il fin delle contese, Onde a pugnar' con Rodomonte hauesti. Io narrerotti poi Il temerario ardir' de' pensier' suoi. Mandricardo Mentre il contender' nostro A palesarti io prendo, [566] Passeggiam', se ti piace, in questo chiostro, E il caso ascolta. Gradasso Attendo. Mandricardo Ero già mosso a singolar tenzone Col Re di Sarza, e pari era il desire D'ottener' Doralice, o pur morire; Nel mortal' paragone S'interpose Agramante, Et a' consigli suoi Si stabilì fra noi, Ch'ella sciegliesse il più gradito Amante, E che pago al suo detto Cedesse l'altro all'amator' eletto; Quindi, poiché del uolto Gl<i> animati ligustri in fra le Rose Vergognosetta Doralice ascose, Lo sguardo a terra uolto, Di prepormi le piacque al mio Riuale. Gradasso Rodomonte che fe'? che disse all'hora? Mandricardo Qual ei restasse, e quale Sdegno, e rossor' n'hauesse, A dispiegar' bastante altri non fòra. Ma poi, che il campo cesse L'improuisa uergogna all'ardimento, Il ferro impugna, a nuoua pugna intento, [567] E dice, che da quella Vana sentenza alla sua spada appella; Duolsi, minaccia, e giura Nol consentir' fin, ch'haurà core in petto. Io sorgo all'hora, e la tenzone accetto, Ma lo uieta Agramante, E con aperti detti anco non cela, Ch'homai più meco il rifiutato Amante Prender' briga non può per tal querela; Ond'ei parte confuso, Dal Re conuinto, e dalla Donna escluso. Gradasso Sospinto hor dallo sdegno, Di lacerar' non cessa Il feminile ingegno. Biasma ogni Donna, e in essa Accusando la fede Con lingua acerba in oltraggiarla eccede. Mandricardo Vano, bugiardo, e folle! Hor dunque annida Maluagità cotanta? Gradasso Anzi, quant'io n'intesi, aspra disfida Publicò poscia, e sostener' si uanta, Ch'ogni femina è lieue, E che brama ogn'hor più ciò, che men deue. Mandricardo Perch'egli affermi a suo dispetto il uero, Con frettoloso passo [568] Già m'accingo al sentiero. Andianne pur, Gradasso, E per diuersa uia, Chi prima in lui si abbatte, S'appresti a rintuzzar' tanta follia. È la Donna un ricetto, in cui riluce Senno, fede, ualore; Tesoro è di uirtù, seggio d'honore. Gradasso Quant'oro illustra il Tago, e quante gemme Han l'Eritree maremme, Vile, e negletto al paragon' diuiene Di due luci serene. Mandricardo Con splendor' sì giocondo Voi sète, Anime belle, A questo basso Mondo Lo specchio delle stelle; Anzi, del sole istesso È la uostra beltà ritratto espresso. Gradasso Partiamo, Amico, e delle Donne i pregi, Onde il Mondo s'honora, Spieghi lingua canora. Mandricardo I loro eccelsi uanti, Mal si ponno adombrar' ne i nostri canti. (a due) Ha lampi immortali La uostra beltà: [569] Auuenta li strali, Ma morte non dà. Se l'alma n'accende, Offende sì, ma senza offesa offende. Dama (dentro) Ahi! Gradasso Qual horribil' suono L'orecchio, e il cor mi fiede? Dama Ohimè! pietà! mercede! Mandricardo Sento Donna, che plora. (di dentro) Che più si tarda? Ah, mora! Dama Quest'a me dunque, ingrato? Ohimè, se in seno Hai spirto di pietade, Perdoni il ferro alla mia uerde etade, O non si neghi alla mia uita almeno, Poiché morir' pur deggio, una breu'hora. N. Ah, mora l'empia, mora! Dama Caualieri, accorrete! Mandricardo Traditori, oue sète? Gradasso Oue sète?
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