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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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Scena XV Alceste, Ferraù, Mandricardo, Marfisa, Finardo, Bradamante, Angelica, Prasildo, Orlando, Ruggiero, Fiordiligi, Atlante
Alceste Se il petto, in cui t'annidi, Trafiggi ad hora, ad hora, Dispietato dolor', ché non m'uccidi? Deh, poiché tanto il mio dolor' seuero Hoggi meco s'irríta, Ei mi tolga la speme, e tu la uita. Prasildo Stanco il piè, mesto il core, il fianco lasso, Io più non so, doue mi uolga il passo. Orlando Senza prò ricercai Ogni più chiusa stanza, E per me cade homai Di uetro ogni speranza. Angelica Inuano al fin s'attende Ciò, che il Ciel ne contende. Ferraù Entro a questo Palagio Corse il ladron' maluagio. Io uo' nouella Dimandarne a costui. [573] Dinne, ueduto hauresti una Donzella Cinta di azzurree uesti? Vn Masnadiero indegno a me la toglie. Atlante Giunse colei pur dianzi in queste soglie. Quanta pietà del tuo dolor' mi punge! Affretta il piè, la trouerai non lunge. Mandricardo Che tu meco non sia, O Doralice, hor, che il mio cor si lagna, Già tua colpa non è, ma d'empia sorte, Che da me ti scompagna. Io, dalle stelle, e non da te deluso, Solo il tenor' del mio destino accuso. Marfisa Per l'orme istesse io mi rigiro in uano. Finardo O mio caro Germano, In sì tenera età condotto a morte! Ahi, ch'il crudel Leon' seluaggio, Vscito a fargli oltraggio, Dentro a quest'empie porte, Per diuorarlo, ohimè, lo strascinò! O fato, o strazio indegno! Dunque più nol uedrò? Alceste O mura a me funeste, altrui serene, Rendetemi il mio bene! Bradamante Fera, che in ferità passa ogni segno! Alceste Per pietà di mie pene [574] Rendetemi il mio bene! Bradamante A queste mura insegno Risonar' del mio duolo. Ruggiero Esangue, afflitto, e solo, Mentre di lei son priuo, No, che non uiuo, no, che non uiuo... Fiordiligi Eccomi al loco istesso, o rio destino! Ruggiero ...che uiuer' non si può senza la uita. Orlando Ohimè, chi me l'addita? Mandricardo Oue drizzo il camino? O mie cure mordaci! Furo, o ueglio gentile, Tue speranze fallaci. Già mai non hebbi ancora Pur un momento qui sereno il ciglio. Atlante Prendi dunque da me nuouo consiglio: Non far qui più dimora. Mandricardo Fuor di questo soggiorno Non andrò, no, ché se il mio sol qui splende, Per me non sorge in altra parte il giorno. Qui riman' la mia uita, e il mio Tesoro: S'io ne uo lungi, impouerisco, e moro. Orlando Angelica!
C. Orontea! Doralice Cleante! [575] Prasildo Iroldo! Dunque al uento è dispersa ogni mia brama! Tutti Oh, quanto è duro il non trouar', chi s'ama!
Choro di Fantasme
Ahi, che strana cecità! Vn mortale in mille modi Dalle frodi Vien deluso, e non lo sa. Ahi, che strana cecità! Quali impacci Tesi sono, e quanti lacci, Onde ogn'hor trabocchi il piede! O che lieue ingannar', chi tosto crede! Chi giamai sicuro fu, Mentre piouano l'inganni, Se a' lor danni Non è schermo alta uirtù? Chi, chi, chi giamai sicuro fu? Quasi ha spento Nell'horror' del tradimento I suoi raggi homai la fede. O che lieue ingannar', chi tosto crede! Mai non ua libero il piè, [576] Perché il mondo, Cui non s'apre un dì giocondo, Fuor, ch'insidie, altro non è. Mai, mai, mai, <mai> non ua libero il piè. Ride l'erba, Ma celato anche riserba Angue reo, che a morte fiede. O che lieue ingannar', chi tosto crede!
Fine dell'Atto Primo [577] [578]
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