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Giulio Rospigliosi
Il palazzo incantato

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  • ATTO SECONDO
    • Scena VIII Ruggiero
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Scena VIII

Ruggiero

Chi uorrà mai seguace

Esser' di tue bandiere,

Perfido Amor' fallace,

Se con leggi seuere

Fai, che succeda, o lusinghier' Tiranno,

Doppo un breue gioire un lungo affanno?

Esempio hor ne son io.

Già chiuse hauendo alla pietà le porte,

Nega pur d'ascoltar' il mio cordoglio,

Onde in sì tristo duolo,

In sì contraria sorte,

Non so le luci appena erger' dal suolo, [593]

E questo lieto Albergo

A risonar' impara

Della mia pena amara.

Hor qual più speme, ahi lasso!, in me s'accoglie,

Se Bradamante a sospirar' m'inuita?

Ah, perché a me si toglie,

Per terminar' gl<i> affanni, uscir' di uita?

Ohimè, che sento! Affaticato, e stanco,

Il piè non mi sostiene,

E nelle acerbe pene

Al cor languente ogni uirtù uien manco.

 

 




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