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Giulio Rospigliosi Il palazzo incantato IntraText CT - Lettura del testo |
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ATTO TERZO
Scena P<rim>a Ruggiero, Bradamante
Ruggiero Per quel punto felice, in cui diuenni Di tue bellezze amante, Ti giuro, o Bradamante, Che pena altra maggiore mai non sostenni. Bradamante Ruggiero, a me perdona, E se t'offesi a torto, L'ira all'amor' condona. Ruggiero Ira, che d'amor' nacque, è mio conforto. O dolce, e lieto giorno, Meta delle mie pene! O propizio soggiorno, Che al fin mi rendi il desiato bene! Bradamante Doppo l'ombra, ecco il sereno! Non più duol, non più sospiri! Già il mio seno Più non sa, che sian martíri. Amanti, godete, Credete, sì, sì, Ch'a render' men dure Le uostre suenture, Sen uolano i dì. [629] (a due) Se, spiegando Amore i uanni, Fa del pianto il riso herede, A gl<i> affanni Dolce premio al fin succede. Non merta la palma Vn'alma, no, no, Se prima soffire Con nobile ardire Gl<i> assalti non può. Bradamante Ma già non parmi a pieno esser' sicura Fin, che da queste mura Tu lunge non sarai. Andiam', Ruggiero, homai, S'altra uoglia però qui non t'affrena. Vn estremo gioir' si crede appena. Ruggiero Andianne pure, e sia Conforme al cenno tuo la uoglia mia.
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