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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Agosto

Martedì 1 — Questa mattina il Consiglio dei Deputati in seguito alle notizie non troppo felici dell’armata piemontese, ha deliberato un indirizzo al Papa, che ha mandato, e si è dichiarato in seduta permanente sino alla risposta; quale però essendo stata che l’avrebbe data questa sera alle 9, il Consiglio si è disciolto. Questa sera essendo andata la deputazione a Monte Cavallo (ove si è recata pure una deputazione del Circolo Popolare con torcie e bandiere) il Papa l’ha ricevuta ed ha data la risposta, che si dice non abbia soddisfatto. L’attruppamento non molto numeroso, nel ritorno da Monte Cavallo andava prorompendo in grida, che (per quanto corre voce) non annunziavano contentamento. Niente di più si è saputo oggi riguardo agli avvenimenti della guerra.

Mercoledì 2 — Questa mattina è stata rinforzata la guardia a tutti i quartieri civici, ed un appostamento di alcune centinaia di uomini alla Gran Guardia, ove mancando il locale sono venuti a stabilirsi nel nostro cortile verso le 9 antimeridiane e vi sono rimasti sino a circa un’ora di notte. Il Conte Mamiani ha dato nuovamente e pare definitivamente la sua dimissione dal Ministero.

Giovedì 3 — Questa mattina è stato affisso (e in più luoghi lacerato poco dopo) una specie di Motu proprio del Papa, in cui si annunzia la definitiva rinunzia del Ministero intiero, e che il Conte Odoardo Fabbri, sin qui pro-Legato di Urbino e Pesaro, da lui chiamato a Roma, formerà parte della nuova combinazione ministeriale. L’avv. Sereni di Perugia, Presidente del Consiglio dei Deputati che fu gravemente insultato martedì sera dall’attruppamento popolare nel ritornare da Monte Cavallo, ha dato la sua rinunzia, ed è partito da Roma.

Venerdì 4 — Il Principe Aldobrandini, comandante la Guardia civica, ha dato la sua dimissione. Si dicono partiti da Roma segretamente i Cardinali Lambruschini, Antonelli, Ferretti e della Genga e qualcuno vi aggiunge anche Mai.

Domenica 6 — Oggi dopo pranzo è stato affisso un proclama del Ministro delle Armi, che annunzia l’occupazione di Ferrara fatta da un corpo austriaco, che si dirigeva anche ad occupare Ravenna e, si dice, anche Bologna; e invita tutti ad accorrere alla difesa formando un campo alla Cattolica ecc. Ciò ha prodotto una grande agitazione del popolo, che ha cominciato a far sortire dal Corso tutte le carrozze con generale timore e apprensione. Si prevedeva per questa sera qualche strepitosa dimostrazione popolare; ma non ha avuto luogo. Si dice solo che della gente si sia recata al palazzo Colonna, ove abita l’Ambasciatore di Francia.

Lunedì 7 — Oggi è stata affissa una protesta a nome del Papa, sottoscritta dal Card. Soglia contro l’occupazione delle Legazioni per parte dell’armata austriaca, e in essa protesta si dichiara di avere implorato l’aiuto delle Potenze amiche. Si è veduto anche stampato il proclama del Generale Welden, comandante il corpo d’armata suddetto, che è concepito in termini minacciosi. Benché questa mattina il Conte Fabbri e qualcuno altro individuo del nuovo Ministero siansi presentati alla Camera dei Deputati, non si è veduta annunziata sin qui alcuna nomina ufficiale.

Martedì 8 — Oggi circa le 23 ore si è fatta una dimostrazione popolare preceduta dalla bandiera francese per presentare all’Ambasciatore di Francia una petizione munita di molte sottoscrizioni, onde ottenere l’intervento della Repubblica a favore della causa italiana; e la deputazione che l’ha presentata pare abbia riportata risposta bastantemente soddisfacente. Si è pubblicata una nuova protesta firmata dal nuovo Ministero (meno che dal Conte Campello, Ministro delle Armi che ha dato la sua dimissione dopo tre o quattro giorni dalla sua istallazione) contro l’occupazione austriaca, e nello stesso tempo un dispaccio del Card. Soglia al Card. Marini, Legato di Forlì con cui gli si ingiunge di recarsi subito presso il Generale Welden in unione del Principe Corsini e Principe Simonetti, che vanno a partire da Roma a momenti, per intimargli, che se non evacuerà immediatamente lo Stato pontificio, il S. Padre farà uso di tutti i mezzi, che sono a sua disposizione, per costringervelo. Ambedue sono concepiti in termini molto forti. Non pare si sappia positivamente se le truppe austriache siano entrate a Bologna. Nella Gazzetta di oggi sono indicati i nuovi Ministri che sono (oltre il Card. Soglia Presidente) il Conte Fabbri dell’Interno, l’Avvocato de Rossi di Grazia e Giustizia, Lauri alle Finanze, Guarini ai Lavori Pubblici, Commercio ecc., Galletti alla Polizia e in sua assenza l’assessore Perfetti ed alle Armi come direttore temporaneo Gaggiotti. Resta sempre scoperto ed in sospeso il Ministero degli Affari Esteri secolari.

Mercoledì 9 — Oggi sono partiti per la loro missione presso il Generale Welden, il Principe Corsini ed il Conte Guarini, in luogo di Simonetti, che si è scusato. Pare che anche il Ministero degli Affari Esteri secolari sia riunito nel Cardinale Soglia, Segretario di Stato, e pare che egli figurerà tra i Ministri responsabili, e si presenterà alle Camere all’occorrenza.

Giovedì 10 — In seguito ad una convenzione tra il Generale Welden, e il pro-Legato di Bologna Bianchetti le truppe austriache non sono entrate in città, rimanendo in una posizione che in parte la circonda; riservandosi solo la guardia di tre porte.

Venerdì 11Oggi si è pubblicato un bollettino sottoscritto da tutto il Ministero, in cui si annunzia che il giorno 8 a Bologna il popolo assalì le truppe austriache postate intorno alla città, le respinse facendo circa trenta prigionieri e prendendo loro tre cannoni.

Sabato 12 — Da Bologna si sente che gli Austriaci si siano ritirati da quei contorni dopo qualche conflitto decisivamente svantaggioso per loro. Dalla Romagna accorreva tutta la truppa ivi esistente a quella volta. Si va confermando in genere la notificazione sparsa da qualche giorno della capitolazione di Milano, mediante il convenuto ritiro delle truppe piemontesi di del Ticino, ma non vi ha nulla di autentico e di dettagliato. Verso sera un drappello non molto numeroso di gente con una bandiera, si è recato per il Corso a Monte Cavallo ove poco dopo si è disciolto non conoscendosene l’oggetto.

Domenica 13 — Oggi dopo pranzo tutti i battaglioni civici seguiti da gente che portava la bandiera di Bologna si sono portati sulla piazza di Monte Cavallo, ed il Papa ha dato loro la benedizione, senza indirizzar loro nessuna parola, come forse pareva che si aspettasse. È stato nominato Ministro delle Armi il Generale Latour, sin qui comandante i reggimenti esteri al servizio pontificio.

Lunedì 14 — Oggi si sono avute notizie più dettagliate della capitolazione di Milano, e dell’ingresso in quella città delle truppe austriache, con più quella di un armistizio di sei settimane concluso tra il Re Carlo Alberto ed il Maresciallo Radetzky.

Martedì 15 — Corre una seconda voce, proveniente, si dice, da Civitavecchia che la popolazione di Milano essendosi rivoltata abbia scacciate le truppe austriache.

Mercoledì 16 — Niuna conferma ancora della espulsione degli Austriaci da Milano. Avendo un certo numero di Guardie Nobili fatto presentare al Papa l’istanza di marciare alla difesa dello Stato, si assicura che sia stata favorevolmente accolta.

Venerdì 18 — Essendo giunto a Roma il corpo del Colonnello Del Grande, comandante già della prima legione dei volontari civici, che fu ucciso a Vicenza; questa sera verso l’Ave Maria è stato trasportato alla chiesa del Gesù sopra un carro tirato da quattro cavalli coperto da una coltre, i lembi della quale erano sostenuti da quattro Colonnelli civici, tra i quali vi era il Principe di Campagnano. Il convoglio funebre, che è passato per il Corso, venendo dal Popolo, ove si è radunato, era composto dai Religiosi Cappuccini, dalla porzione della legione già comandata dal Defunto che si trova in Roma, da tutta l’ufficialità di ogni arma, da due plotoni ciascuno di sei battaglioni civici, dai Circoli.

Sabato 19 — Questa mattina nella chiesa del Gesù si è fatto il solenne funerale al Colonnello Del Grande, con tutti gli onori militari e coll’assistenza di tutta l’ufficialità di tutti i corpi dell’Alto Consiglio, del Consiglio dei Deputati, del Municipio ecc.; Mons. Lucciardi ha pontificato. Par sicuro che il Conte Lovatelli pro-Legato di Ferrara sia stato nominato Ministro delle Armi in luogo del Generale Latour, che non ha accettato l’impiego.

Domenica 20 — Questa mattina sono ritornati il Principe Corsini ed il Conte Guarini dalla loro missione, e si dice abbiano riportate dal Generale Welden assicurazioni della intiera evacuazione (già quasi del tutto effettuata) dello Stato pontificio, e di nessuna altra occupazione per l’avvenire. Non si sa se si esige in reciprocanza alcuna condizione dal nostro Governo.

Martedì 22 — Si sente che l’Imperatore d’Austria colla famiglia sia partito agli 8 corrente da Innsbruck per ritornare a Vienna.

Giovedì 24 — È oggi voce comune che Lovatelli non abbia accettato il Ministero delle Armi.

Sabato 26 — L’Alto Consiglio ed il Consiglio dei Deputati sono stati prorogati al 15 del futuro novembre. La relativa ordinanza è stata recata stamattina ai due Consigli dai Ministri di Grazia e Giustizia e dell’Interno.

Martedì 29 — Da Bologna si sente che si continua lo stato d’inquietudine per parte dei così detti Corpi franchi quali si dice abbiano voluto il cangiamento dei membri del Comitato, e l’arresto del Colonnello Zuccheri dei dragoni.

Mercoledì 30 — Le notizie da Bologna non sono ancora rassicuranti sul ristabilimento della tranquillità. Livorno è in istato di piena insurrezione. La truppa è stata disarmata e rinchiusa; si è formato un governo provvisorio sotto il titolo di Comitato di pubblica sicurezza ecc. ecc.

Giovedì 31 — A Bologna niente di nuovo in meglio. Livorno continua sempre nello stesso stato di dichiarata indipendenza dal Governo toscano, il quale pare stia patteggiando col popolo, che è padrone del paese.




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