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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Anno 1849

Gennaio

Lunedì 1 — Questa sera doveva aver luogo una gran dimostrazione popolare specialmente al Campidoglio, ove si sarebbe data lettura della Legge sulla Costituente. Della truppa di linea era adunata sulla piazza di SS. Apostoli, e vari pezzi di artiglieria a piazza di Venezia; ma la dimostrazione (pare causa del tempo) non ha avuto più luogo, e neppure le orchestre al Popolo hanno suonato. L’illuminazione è stata anche più scarsa di ieri sera.

Martedì 2 — Questa sera ha avuto luogo la dimostrazione che doveva seguire ieri sera. Una quantità di gente di civici e più di truppa di linea e cannoni con torcie e colle bandiere dei Rioni, si è adunata a piazza di Venezia, dove si è recata per il Corso alla piazza del Popolo, sulla quale era preparata una gran catasta di legna e fascine, a cui si è dato fuoco con delle acclamazioni. Dopo di che tutti si sono incamminati di nuovo per il Corso verso il Campidoglio, ove si è fatta pubblicamente la lettura della legge sulla Costituente, dopo di che è terminata la dimostrazione. La Guardia civica ha fornito un distaccamento per ogni battaglione; i distaccamenti sono stati piuttosto scarsi. Anche questa sera s’è fatta illuminazione.

Mercoledì 3 — I due membri residuali della Giunta di Stato, Galletti e Camerata, hanno dato la loro dimissione.

Venerdì 5 — Per questa mattina era annunziata, con avviso del Circolo popolare, una festa militare (come pure un’Accademia per questa sera al teatro Tordinona) per solennizzare il ricevimento d’una bandiera, che la Repubblica di Venezia ha mandato in dono alla Municipalità di Roma; ma pel riflesso che la giornata d’oggi tiene il popolo molto occupato nel commercio (colle così dette Befane) la festa è stata differita a domenica; l’Accademia però a Tordinona ha avuto luogo coll’illuminazione del teatro, quale il Principe Torlonia, proprietario del teatro, ha fatto a sue spese.

Sabato 6 — Oggi sono state affisse due leggi firmate dal Ministero, una delle quali abolisce tutte le sostituzioni fidecommissarie, primogeniali ecc., qual legge era stata ammessa con qualche diversità dal Consiglio dei Deputati, ma sinora non dall’Alto Consiglio, né sancita dal potere esecutivo sovrano; l’altra sopprime la rinnovazione decennale delle iscrizioni ipotecarie. Si assicura che tutti i Parroci di Roma abbiano ricevuto, coll’ordine di divulgarlo, una specie di Monitorio del Papa, in cui si proibisce a tutti di prender parte ad alcun atto tendente alla pubblicazione e realizzazione della Costituente, sotto pena delle censure; e si dichiarano incorsi nelle medesime tutti quelli che vi hanno avuto parte sin qui.

Domenica 7 — Questa mattina ha avuto luogo la festa militare, che doveva farsi venerdì. La bandiera di Venezia è stata portata in Campidoglio (ove è stata consegnata al Magistrato Romano) coll’accompagnamento di tutti i Circoli, della truppa civica e di linea di ogni arme. Il corteggio si è radunato sulla piazza di SS. Apostoli, di dove è andato al Popolo, e di per il Corso al Campidoglio; e al suo passaggio si sono messi i parati alle finestre. Questa sera una riunione di persone, avendo alla testa un lampione di carta (che si dice formato col Monitorio del Papa) e portando in giro alcuni di quei cappelli cardinalizi di latta, che si tengono in mostra da cappellari, con accompagnamento di mortari, ha percorso la città, terminando col gettare nel fiume da Ponte Sisto i cappelli sudetti.

Lunedì 8 — Questa sera hanno circolato delle forti pattuglie civiche unitamente a dei carabinieri, forse per evitare qualche ripetizione dei fatti di ieri sera.

Mercoledì 10 — Un decreto del Ministero (ossia Commissione provvisoria di Governo, come s’intitola) abolisce dal 15 del corrente il dazio del macinato per tutto, ove è in uso, meno Roma e il suo territorio. Questa abolizione era stata deliberata dal solo Consiglio dei Deputati per aver effetto al principio del 1850. Un’ordinanza ministeriale autorizza per via d’eccezione la Guardia civica a scegliere a voti segreti un Tenente Generale Comandante; e ciò in seguito della rinuncia del Colonnello Masi. Questa sera all’Argentina è stato posto in scena il Macbeth del Maestro Verdi, che si trova in Roma.

Giovedì 11 — L’Opera di Argentina ieri sera ebbe un incontro grandissimo, ed il Maestro Verdi fu chiamato più volte sulla scena per ricevere gli applausi.

Venerdì 12 — Questa sera nel teatro Metastasio si è tenuta un’adunanza dei Deputati dei Circoli popolari di Toscana e di quelli di Roma.

Sabato 13 — Nella notte scorsa il Principe di Canino ha fatto levare dalla facciata della sua casa a piazza di Venezia l’arme pontificia e quella del Senato. Un decreto ministeriale pubblicato oggi stabilisce che il servizio della Guardia civica, quale, secondo la prima istituzione cominciava dagli anni 21 sino ai 60, debba ora cominciare dai 18 ai 55. Con un altro decreto si forma una Commissione di pubblica sicurezza presieduta dal Prefetto di Polizia per procedere contro quelli che tentassero opporsi alla convocazione della Costituente ecc. Con un terzo si prescrivono vari cambiamenti nella procedura giudiziaria, proscrivendosi, fra le altre prescrizioni, l’uso della lingua latina in quei tribunali, presso i quali si conservava.

Domenica 14 — In questi tre giorni, cominciando da venerdì scorso, in ognuno dei quartieri si sono ricevuti i voti dei rispettivi battaglioni per l’elezione del Comandante in Capo.

Lunedì 15 — Questa sera al teatro Tordinona si è tenuta un’adunanza degli Italiani, non degli Stati Romani (essendosi però ammessi anche i Romani) per deliberare sulla scelta dei Deputati alla Costituente Italiana.

Martedì 16 — La votazione per l’elezione del Generale della Guardia civica è stata a favore del Duca Cesarini; ma si dice che il Governo non sia disposto ad approvarla, adducendo per motivo che l’eletto non ha riportato più della metà dei voti.

Mercoledì 17 — Nella notte scorsa è stato arrestato (si assicura) fuori di porta S. Giovanni il Generale Zamboni con due uffiziali, uno dei quali suo genero, che pareva si dirigessero verso Napoli; e si aggiunge che molte carte che portava seco siano venute in potere della giustizia. Questa sera a Tordinona vi è stata un’altra adunanza per lo stesso oggetto di quella di lunedì sera.

Giovedì 18 — Il Generale Ferrari, Comandante della divisione reduce da Venezia (attesa la rinuncia del Duca Cesarini) è stato nominato Tenente Generale della Civica.

Venerdì 19 — Questa sera circa 60 tra granatieri e fucilieri della Caserma Cimarra, in aria minacciosa, sono andati al Ministero delle Armi alla Pilotta, domandando sediziosamente il rilascio del Generale Zamboni. I dragoni ivi acquartierati si sono opposti, ed avendoli inviluppati ne hanno arrestato un certo numero (su cui, varie sono le voci) e gli altri si sono dispersi, e dati alla fuga. Questo è quanto si è saputo di certo questa sera. Della truppa si è appostata alla Gran Guardia a piazza Colonna e buon numero di carabinieri al palazzo del Governo, e numerose pattuglie hanno circolato per la città. È voce che sere sono si suscitasse una rivolta nell’Ospizio di S. Michele a Ripa, e che uno dei Prefetti restasse ferito; ma pare che fosse presto repressa.

Sabato 20 — Si assicura che molti altri dei militari, che commisero la rivolta di ieri sera, siano stati arrestati in Roma e fuori. È nominata una Commissione per giudicare militarmente chiunque tentasse di attentare alla quiete pubblica o a sovvertire l’ordine pubblico attualmente stabilito. Le sue sentenze saranno inappellabili, ed eseguite dentro le 24 ore.

Domenica 21 — Oggi ha avuto luogo la votazione per eleggere i dodici Deputati di Roma alla Costituente, ed è stata annunziata da una salva di 101 colpi di cannone del Castello. I luoghi designati per le operazioni (cominciate alle 8 della mattina e chiuse alle 7 della sera) sono stati il palazzo di Montecitorio, il palazzo Colonna, Campidoglio, la Cancelleria ed il palazzo Salviati. Dei corpi di Guardia civica hanno guarnito i locali medesimi. Questa sera le urne elettorali sono state portate in Campidoglio; ma pare che la votazione si continuerà anche domani.

Lunedì 22 — Tutt’oggi ha continuato la votazione per la Costituente. Questa sera le urne elettorali sono state portate al Popolo e di tutte insieme al Campidoglio con accompagnamento di torcie e scortate dalla Guardia civica.

Martedì 23 — Il numero dei voti raccolti ieri e ier l’altro per la Costituente ascende (secondo che annunzia nella Gazzetta di Roma il Ministro dell’Interno) a venticinque mila.

Giovedì 25 — Questa mattina nel Salone dell’Apollinare si è incominciato, avanti la Commissione militare, il dibattimento pubblico intorno alla causa di ammutinamento commesso da una parte dei militari della Caserma Cimarra, la sera del 19 corrente.

Sabato 27 — Questa sera all’Argentina è andato in scena un nuovo dramma intitolato La Battaglia di Legnano posto in musica espressamente dal Maestro Verdi.

Domenica 28 — A mezzogiorno è seguita in Campidoglio, ornato di parati, di bandiere ecc., e coll’assistenza della truppa civica e di linea d’ogni specie, la pubblicazione dei nomi dei Deputati di Roma eletti per la Costituente in numero di dodici. Questa sera al Campidoglio s’è fatta grande illuminazione. Gli eletti sono i seguenti: Sturbinetti, Armellini, Sterbini, Campello, Monsig. Muzzarelli, Mariani, Scifoni, Galletti, Avv. de Rossi, Maggior Calandrelli, Principe di Canino, Gabussi.

Martedì 30 — Oggi la Gazzetta di Roma ha cambiato titolo prendendo quello di Monitore Romano, e sopprimendo lo stemma pontificio, che sino ad ora aveva portato in fronte. È voce generale che nella notte scorsa sia partito da Roma il Principe Corsini Senatore.

Mercoledì 31 — Verso sera è arrivata a Roma una nostra legione di due battaglioni, comandata dal Colonnello Marsi reduce da Venezia. Il Circolo popolare romano con banda, musica ed un battaglione civico, composto di distaccamenti di tutti i battaglioni, sono andati ad incontrarla fuori di porta del Popolo. Essa legione, dopo essersi fermata per un poco in piazza Colonna, è andata alla Certosa a Termini, ove le era destinato il quartiere. La Commissione militare terminò ieri la discussione del processo dei soldati rei dell’ammutinamento qualificato, commesso il 19 cadente. La sentenza ne condanna due alla pena capitale, molti ai lavori forzati in vita, altri a venti anni, altri a quindici. Il Governo però ha commutato la pena di morte in quella dei lavori forzati per venti anni; quella dei lavori forzati a vita in quella di quindici anni, ed ha diminuito gradatamente in proporzione le altre condanne.




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