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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Febbraio

Giovedì 1 — Circa le 3 pomeridiane è arrivata altra legione di due battaglioni sotto il comando del Colonnello Galletti, ed è andata a quartiere.

Venerdì 2 — Questa sera al teatro Tordinona si sono adunati tutti i circoli per deliberare sopra varii argomenti politici di circostanza.

Sabato 3 — Ieri sera, due (che si dice fossero legionari) si presentarono a S. Michele a Ripa al Card. Tosti, che ancora ne sta alla testa, richiedendo il pagamento di un preteso loro credito di alcune centinaia di scudi, con modi (si dice) così minacciosi che il Cardinale dové chiamare in aiuto i soldati di Finanza della Dogana, che arrestarono i due legionari; ed essendosi manifestato dello spirito di rivolta anche fra alcuni degli individui dell’Ospizio, accorse anche della truppa civica dai più vicini quartieri. Da quanto si può raccogliere dalle incerte ed incomplete notizie della cosa, sembra che l’ordine sia stato ristabilito.

Domenica 4 — Sono venute a Roma le bande civiche dei Castelli più vicini per festeggiare l’istallazione dell’Assemblea Nazionale Costituente che segue domani. Oggi sono uscite varie leggi sostanziali sui Municipi, sulle successioni ed altre materie analoghe.

Lunedì 5 — Questa mattina è seguita l’apertura dell’Assemblea Costituente. I Deputati giunti sinora a Roma, in numero di sopra cento, decorati di una sciarpa tricolore italica a tracolla, si sono adunati in Campidoglio, da dove (dopo aver assistito ad una Messa ad Aracoeli) accompagnati da numerosa truppa civica, legionaria e di linea di tutte le armi con bande, e da tutte le bandiere degli Stati italici, si sono incamminati a piedi per il Gesù, il Corso sino ai Gaetani, ove voltando per piazza Borghese, la Scrofa, S. Agostino, Pasquino sono andati al palazzo della Cancelleria, designato per le loro adunanze; ed ivi, dopo un lungo discorso dell’avv. Armellini, Ministro dell’Interno, si sono occupati di operazioni preparatorie. Per tutta la strada si sono messi parati alle finestre, e questa sera si è fatta l’illuminazione per la città e molto più grande al Campidoglio, con orchestre e canti popolari. Oggi è stato giorno feriato per tutti i dicasteri e tribunali, i teatri questa sera non hanno agito.

Mercoledì 7 — Questa mattina all’Assemblea Costituente è seguita l’elezione del Presidente in persona dell’avv. Galletti.

Giovedì 6 — Nella seduta dell’Assemblea Costituente di questa mattina si è cominciato a discutere la questione della forma di Governo e la discussione è stata prorogata a questa sera.

Venerdì 9 — All’un’ora dopo la mezza notte l’Assemblea Costituente ha decretato la cessazione del Governo Pontificio temporale e l’adozione del Governo repubblicano. Poco dopo hanno suonato le campane di Monte Citorio e di Campidoglio e si sono sentiti degli spari e delle acclamazione. Questa deliberazione è stata annunziata questa mattina al pubblico con un proclama sottoscritto dal Presidente dell’Assemblea Galletti e dai Segretari. Circa poi le tre pomeridiane si è fatta la solenne promulgazione in Campidoglio, accompagnata da salve di artiglieria e suono di bande.

Sabato 10 — Un’ordinanza del Prefetto di polizia prescrive di togliere da tutti gli edifizi le armi pontificie, eccettuando le chiese, luoghi pii e le abitazioni dei membri del Corpo diplomatico, per le relazioni ecclesiastiche che hanno col Pontefice. Un’altra del Ministro delle Armi ordina a tutti i militari di deporre la coccarda pontificia e prendere la tricolore italiana. Questa mattina si è saputo che il Gran Duca di Toscana, che da vari giorni stava a Siena, è partito improvvisamente, e si è imbarcato (dicesi) sopra un vascello inglese; non si sa ancor per dove. In seguito di ciò pare che la Toscana per il momento si unirà a ciò che si è fatto a Roma.

Domenica 11 — Questa mattina a S. Pietro è stato cantato un Te Deum, con intervento delle autorità governative e municipali, della truppa civica e di linea d’ogni arme, e con salve d’artiglieria del Castel S. Angelo. Una notificazione pubblicata oggi annunzia la creazione di un Comitato esecutivo responsabile ed amovibile a volontà dell’Assemblea Costituente. Verso sera molte persone, riunite al Caffè delle Belle Arti, fermavano le carrozze e altri legni, che erano al passeggio per il Corso, intimando che si togliessero le livree. Il Principe di Campagnano, che era in legno con parte dei suoi figli, ha ricevuto simile intimazione ed il simile è accaduto ad un nostro legno.

Lunedì 12 — Questa mattina molto di buon’ora, sono state rimosse in casa nostra le tre armi, che vi rimanevano; cioè la Pontificia, quella di Toscana e quella del Senato Romano. A S. Andrea della Valle questa mattina l’Ab. Rambaldi veneto ha fatto un sermone analogo alle circostanze. Un’ordinanza del Prefetto di polizia pubblicata oggi riprova i fatti di ieri delle livree e ne proibisce la ripetizione.

Giovedì 15 — Si è pubblicata la composizione del Ministero, che è la seguente: Presidente e Istruzione Muzzarelli, Interno Saffi, Estero Rusconi, Giustizia Lazzarini, Finanze Guiccioli, Lavori Pubblici Sterbini, Guerra e Marina Campello. La Presidenza di Roma e Comarca è riunita alla Prefettura di polizia in persona del Sig. Mariani.

Domenica 18 — Oggi si sono adunati nei soliti locali i Collegi elettorali di Roma per eleggere i nuovi Deputati all’Assemblea, in luogo di alcuni, che sono stati eletti in altri luoghi, e di altri che hanno rinunziato; questa sera le urne degli scrutini sono state portate al Campidoglio col solito accompagnamento e formalità. Si parla da ieri in qua di una protesta del Papa, e molti dicono di averla veduta; ma generalmente non si conosce.

Lunedì 19 — La protesta del Papa fatta a Gaeta il 17 corrente avanti il S. Collegio a tutto il Corpo diplomatico, è stata oggi pubblicata nel Monitore, che accenna essere stata letta all’Assemblea.

Martedì 20 — Il Monitore d’oggi ha annunziato che sono posti in requisizione i cavalli dei così detti Palazzi Apostolici e quelli delle così dette Guardie Nobili per servizio dell’artiglieria.

Mercoledì 21 — Un bollettino affisso questa sera annunzia che le truppe austriache hanno passato il Po e minacciano Ferrara, e che nella notte partirà il Ministro della Guerra per attivare i mezzi di difesa.

Giovedì 22 — Il Monitore d’oggi riporta una Legge emanata dall’Assemblea Costituente, in virtù di cui tutti i beni ecclesiastici dello Stato Romano sono dichiarati proprietà della Repubblica, riserbandosi il Governo di provvedere convenevolmente i ministri del Culto.

Venerdì 23 — Oggi è stato pubblicato un bollettino, il quale annunzia che il giorno 20 le truppe austriache avevano abbandonato Ferrara, portando seco i denari di una contribuzione, diverse persone in ostaggio e dodici mila razioni e dichiarando esser loro indifferente la forma di Governo e le persone, che lo esercitavano, purché restassero inalzate le armi pontificie. Ieri è stato chiuso il S. Uffizio, facendone partire i religiosi Domenicani, che vi stavano ad abitare.

Sabato 24 — Si dice che nella notte scorsa sia stata occupata la Chiesa dell’Anima, nazionale tedesca, e presi tutti gli effetti della medesima. Alcuni aggiungono che siano stati arrestati i Cappellani a quella addetti. Un bollettino affisso oggi, ma non riprodotto nel Monitore, la notizia che il Corpo di truppa austriaco, che era andato sopra Ferrara, abbia ripassato il Po.

Domenica 25 — Ieri sera il Circolo popolare con torcie, banda ecc. essendosi recato al Campidoglio, che era illuminato, per festeggiare l’anniversario della proclamazione della Repubblica Francese, il nostro Monitore annunzia oggi che l’Incaricato d’affari di Francia rispose dal Campidoglio in termini molto lusinghieri per la Repubblica Romana. Tutte le campane di Roma sono poste in requisizione per farne cannoni, meno quelle delle Basiliche, delle Chiese parrocchiali e nazionali, e quelle che per rapporto all’arte meritano eccezione. È fissata l’arme della Repubblica, che sarà un’aquila circondata da una corona civica e che tiene fra gli artigli i fasci consolari.

Lunedì 26 — Pare certamente non sia stato vero lo spoglio della Chiesa dell’Anima, e molto meno l’arresto dei Cappellani a quella inservienti. Il nostro Monitore avverte oggi che non fu l’Inviato di Francia, ma un francese che militò in Lombardia, quegli che parlò sabato scorso.

Martedì 27 — Oggi è stata pubblicata la legge (che si aspettava da molti giorni) sopra il prestito forzoso, il quale è graduato sulla rendita, da un quinto sino a due terzi della rendita stessa, pagabile in tre rate, la prima delle quali fra venti giorni, e fruttifero al 5 per cento.




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