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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Aprile

Domenica delle Palme 1 — Questa sera un gran raduno di gente, colle solite torcie e bandiere, è andato a fare una dimostrazione al Triumvirato; in seguito girando per Roma vi sono stati dei sassi tirati a due botteghe di caffè (cioè quello detto degli Scacchi, e quello di Piazza Rosa) e anche qualche minaccia d’incendio al Convento della Minerva.

Lunedì 2 — Un’altra dimostrazione al Triumvirato ha avuto luogo questa sera. Avendo il Maggiore Calandrelli rinunciato il Ministero interino della Guerra, la Commissione già nominata per quel dipartimento ne farà le veci.

Martedì 3 — Questa sera giravano delle pattuglie di cavalleria, si dice, in seguito di risse suscitatesi sino dall’altra sera ai Monti, tra abitanti di quel Rione ed alcuni individui della legione, o battaglione Melara.

Giovedì Santo 5 — Questa sera hanno girato molte pattuglie a piedi ed a cavallo, di linea e di carabinieri, e si dice che siansi fatti degli arresti di varie persone; non si conosce cosa abbia dato motivo a tali misure.

Venerdì Santo 6 — Questa sera a S. Pietro si è fatta l’illuminazione della Croce, che era stata tralasciata sin dai principi del Pontificato di Leone XII, e pare sia stata ordinata dal Governo.

Domenica 8. Pasqua — Questa mattina a S. Pietro si è cantata una Messa coll’assistenza di tutte le autorità, impiegati e corpi militari, e quindi dalla loggia, di dove la benedizione il Papa, è stata data col SS.mo, corteggiato da bandiere tricolori, e di simili colori era ornata anche la loggia. Questa sera si è fatta l’illuminazione della Cupola di S. Pietro a fiaccole, senza quella dei lanternoni, preceduta da un’altra con fuochi detti di bengala.

Lunedì 9 — I Canonici di S. Pietro sono stati multati di scudi 120 per ciascuno, per non essersi voluti prestare a cooperare alla funzione di ieri.

Martedì 10 — Da quattro giorni manca tutta la corrispondenza di oltre monti, non essendo giunti corrieri, ed oggi è mancata anche quella di Toscana.

Mercoledì 11 — Da tre giorni a questa parte si è cominciato a far la parata in piazza Colonna dalle guardie, e vi vengono trasportati anche due cannoni.

Sabato 14 — A Firenze la sera degli 11 si suscitò un movimento popolare, che divenne anche più grave il giorno seguente, in cui furono abbattuti gli alberi della libertà, rialzati gli stemmi del Gran Duca.

Domenica 15 — Con decreto pubblicato oggi si annunzia lo scioglimento dell’Amministrazione cointeressata del sale e la riduzione del prezzo del medesimo a un bajocco la libra.

Martedì 1 — Oggi è stato affisso il quadro dell’Armata della Repubblica, che deve formarsi, e dovrà ascendere dai 40 ai 50 mila uomini tra fanteria, artiglieria e cavalleria.

Mercoledì 18 — Il General d’Avezzana giunto or ora da Genova, ove ha comandato la Guardia nazionale, ed ha fatto parte del Comitato di Governo nell’ultima rivoluzione, è stato nominato Ministro della Guerra e Marina. Si è pubblicata colle stampe la Costituzione della Repubblica Romana che dovrà discutersi e votarsi dall’Assemblea Costituente.

Giovedì 19 — Oggi si è tornato a fare la votazione per l’elezione dei Consiglieri Municipali; giacché domenica gli elettori non furono in numero. Tutti gli abitanti del palazzo Quirinale hanno ricevuto l’intimazione di sloggiare nel termine di quattro giorni.

Domenica 22 — Questa mattina per solennizzare il Natale di Roma, sulla Piazza di S. Pietro ha avuto luogo una gran rivista della truppa, di tutte le specie, che si trova in Roma, civica, artiglieria, carabinieri. Questa sera è stato illuminato il Colosseo anche con fuochi di bengala, ed il Campidoglio, con orchestra ecc.

Lunedì 23 — È dichiarata sciolta anche l’Amministrazione cointeressata dei tabacchi, che andava unita a quella del sale, e d’ora innanzi si ritirerà per conto del Governo.

Martedì 24 — Sulla sera è arrivata una staffetta, spedita in gran fretta da Civitavecchia, portante (si dice da molti) la notizia della comparsa avanti quel porto di una spedizione francese, e dello sbarco incominciato di un certo numero di truppe. Altri sostengono che non si tratta sin qui che dell’arrivo colà di qualche ufficiale francese latore di un manifesto. L’Assemblea Costituente si è adunata questa sera e si è dichiarata permanente.

Mercoledì 25 — Questa mattina si sono adunati alla piazza del Popolo tutti i circoli, e di si sono recati all’Assemblea a Palazzo della Cancelleria. Circolano due proclami uno del Generale Oudinot, comandante la spedizione francese venuta a Civitavecchia, l’altro del suo Aiutante, Capo dello Stato Maggiore. Sullo sbarco della truppa, come pure su tutto ciò che accade a Civitavecchia, il pubblico manca di notizie accertate.

Giovedì 26 — Verso sera è stato affisso un decreto dell’Assemblea, con cui, in seguito di nuove spiegazioni ricevute dal Generale francese (a cui era stata mandata una deputazione di due membri dell’Assemblea stessa) si ingiunge al Triumvirato di respingere la forza, con la forza, ed in conseguenza di ciò è stata mandata, per quanto si assicura, la compagnia dei pionieri a costruire dei lavori di difesa alle porte Cavalleggieri, Portese e S. Pancrazio. Questa sera un attruppamento di gente ha girato per Roma, invitando con grida tutti ad accorrere e cooperare a queste difese, e si è recato anche a Monte Cavallo. È stato affisso un ordine del Triumvirato, che mette in requisizione tutti i cavalli di Roma e della Comarca. È quasi del tutto interdetto a chiunque l’uscire dalle porte della città.

Venerdì 27 — Nella notte scorsa ha avuto luogo la requisizione dei cavalli e da noi sono stati presi due da sella con le bardature. Questa mattina sono stati spediti degli intimi stampati, firmati dal Ministro dell’Interno Saffi, che ingiungono di mandare immediatamente alla zecca i propri argenti per riceverne il prezzo in biglietti del Tesoro. Si lavora alle fortificazioni specialmente fuori delle porte Angelica, Cavalleggieri ecc. e persiste il divieto rigoroso di sortire da tutte le porte, specialmente con cavalli, senza un particolare permesso del Triumvirato. Questa sera è arrivata la legione Garibaldi (che stava al confine di Napoli) ed è stata collocata nel monastero di S. Silvestro in Capite, dal quale sono state al momento rimosse le monache.

Sabato 28 — Nel corso della giornata è uscito ordine che questa notte, qualora si senta il suono delle campane, si debbano da tutti mettere lumi alle finestre. Si dice che una vanguardia francese sia giunta a Palo. Tutta la truppa esistente in Roma è postata sulla piazza di S. Pietro e verso la Chiesa Nuova. Si è pubblicato un decreto con cui si dichiara che il Governo non riconosce voti religiosi.

Domenica 29 — Continuano ad erigersi barricate, oggi anche nell’interno della città, per esempio all’imboccatura del Corso, ed alle strade del Babbuino e di Ripetta verso la piazza del Popolo, e per lo stradone di porta Pia. Verso sera è stato condotto in città un soldato di cavalleria francese fatto prigioniero dai soldati della legione Garibaldi, per quanto si dice, in una ricognizione, che i Francesi erano venuti a fare.

Lunedì 30 — Questa mattina tra le nove e le dieci le truppe francesi (non si sa bene se tutto il corpo, o una sola vanguardia) hanno attaccato le posizioni dei nostri, pare da porta S. Pancrazio a porta Cavalleggieri, e dopo qualche ora di combattimento hanno dovuto ritirarsi, non si sa bene sin dove, con perdita di alcuni cannoni e di prigionieri (sul numero dei quali si varia). La legione di Garibaldi, quella dei Lombardi, e quella di Galletti pare siano state quelle che li hanno respinti. In prima sera si sentiva ancora il cannone. Si dicono morti e feriti alcuni dei nostri uffiziali; ma anche su questo varie sono le voci. Questa sera si sono messi per ordine lumi alle finestre di tutte le case.




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