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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Maggio

Martedì 1 — Si dice che oggi sia venuto un ufficiale francese come parlamentario. Anche questa sera si sono messi i lumi alle finestre. Il palazzo della Villa Patrizi come pure il Casino contiguo della Meridiana si stanno minando per la difesa della città. Il bosco si assicura essere già stato atterrato. È uscito ordine di pagare dentro 24 ore il bimestre di Dativa di Marzo e Aprile e la metà di quello di Maggio e Giugno, che scaderebbe a Luglio e questa o in moneta sonante, o in piccoli Boni del Tesoro, che sono molto difficili a trovarsi.

Mercoledì 2 — Questa sera si è affisso un avviso del Triumvirato, che annunzia l’ingresso delle truppe napoletane nello Stato, venute parte per Frosinone e parte per Terracina senza resistenza e che ieri erano a Velletri e questa sera ad Albano. Il Casino grande di Villa Patrizi è stato poi oggi distrutto. Si vanno prendendo tutte le carrozze dei Cardinali, e, per quanto si dice, se ne bruciano le casse, servendosi dei carri per il treno militare.

Giovedì 3 — Oggi, essendo stati condotti a Roma arrestati tre uomini, che pare avessero l’apparenza di esploratori dei Napoletani, e che si dice avessero fatto fuoco contro alcuni carabinieri ed uccisone uno nel volerli condurre a Castel San Angelo, vicino al Ponte, dalla parte di Tordinona, sono stati trucidati dal popolo e gettati nel fiume. Continua il saccheggio delle carrozze dei Cardinali e questa sera dopo averle fatte in pezzi ne sono state bruciate varie sulle pubbliche piazze e, fra le altre, in piazza Colonna, l’operazione dell’incendio è durata sino ad alcune ore dopo la mezza notte.

Sabato 5 — Oggi la voce generale (confermata in parte da un affisso del Triumvirato) è stata che Garibaldi, avendo sorpreso una vanguardia napoletana alle Frattocchie, avesse fatto qualche centinaio di prigionieri, preso alcuni carri carichi di fucili e, si aggiungeva ancora, alcuni cannoni.

Domenica 6 — Un affisso del Triumvirato annunzia che le notizie di ieri non sussistevano, perché provenienti da un equivoco; che però le nuove delle nostre truppe erano del tutto soddisfacenti.

Lunedì 7 — Questa mattina il Triumvirato ha fatto pubblicare che, non potendosi mai supporre le due Repubbliche Francese e Romana in istato di guerra, si rimandavano i prigionieri di quella nazione alla loro armata e s’invitava il popolo a festeggiarli. E ciò è infatti seguìto circa le 2 pomeridiane, con gran concorso di gente, bandiere delle due Repubbliche legate insieme, bande, acclamazioni ecc. Questa sera un altro affisso del Triumvirato ha annunziato lo sbarco o minaccia di sbarco di truppe spagnuole a Fiumicino, ma non se ne precisa il numero. Lo stesso affisso accenna anche qualche timore di Austriaci a Ferrara.

Martedì 8 — Nulla di nuovo circa le operazioni militari. Gli Spagnuoli sbarcati, o che hanno minacciato di sbarcare a Fiumicino, pare si riducano a quaranta o cinquanta. Si dice che i Napoletani abbiano abbandonato i Castelli circonvicini, come Frascati, Marino ecc. in seguito del movimento del Generale Garibaldi, diretto a prenderli alle spalle girando per Palestrina sopra Velletri. Il Triumvirato ha fatto smentire nel Monitore di oggi qualunque voce potesse essersi sparsa di armistizio.

Mercoledì 9 — In tutto il giorno nulla di nuovo; questa sera però corre voce che i Francesi, rinforzati di numero, si siano da Palo avanzati verso Roma. Pare si confermi l’ingresso di un corpo austriaco a Ferrara, e che Bologna sia minacciata da un altro dalla parte di Modena. L’illuminazione delle case ha cessato momentaneamente quasi del tutto da due sere.

Giovedì 10 — Circa le 8 della mattina si batte la Generale della Guardia civica. Più tardi si affigge la notizia di un vantaggio riportato ieri dal Generale Garibaldi sopra i Napoletani tra Palestrina e Valmontone, colla presa di tre cannoni. Sino alle 3 pomeridiane non si ha notizia di attacco per parte dei Francesi. Questa sera il Monitore annunzia che gli Austriaci non sono entrati a Ferrara, ma che avendo ricercato il voto di quella Municipalità sulla forma di Governo, ed essendo questo stato quasi all’unanimità per la Repubblica, si erano ritirati, rilasciando anche gli ostaggi, che avevano condotti seco nell’ultima occupazione di quella città.

Venerdì 11 — A mezza mattina è arrivata la legione Garibaldi, che da ieri era stata richiamata a Roma. Verso mezzogiorno si sparge la notizia (venuta per via straordinaria) che giunta a Parigi la notizia del fatto d’arme del 30 caduto, questa abbia dato luogo ad una specie di rivoluzione, alla caduta del Ministero, al richiamo della spedizione in Civitavecchia. Il corriere di Bologna venuto oggi ha confermato la notizia che quella città era realmente attaccata dagli Austriaci da molte ore e che al suo partire si combatteva.

Sabato 12 — Questa mattina il corpo di Garibaldi e quello dei pionieri sono partiti sortendo per la porta S. Sebastiano. Secondo le notizie recate dal corriere di oggi pare fosse sempre lo stesso stato di cose a Bologna, cioè ostinata resistenza e lusinga di aiuto imminente dalle vicine provincie.

Domenica 13 — Prima di mezzogiorno è entrato in città un corpo di armati reclutato nelle Marche da Rossetti e proveniente, per quanto si dice, da Ascoli. È pure arrivata da Civitavecchia la legione Melara, rimandata dai Francesi, qualcuno dice senza armi. Nelle ore pomeridiane si è sparsa voce che truppe francesi si facciano vedere verso Acqua Traversa. Il corriere di Romagna non ha portato la corrispondenza di Bologna che sembra intercetta (dice il Monitore) tra Imola e Faenza. La carrozza del Papa, che era stata nella distruzione delle carrozze dei Cardinali risparmiata, è destinata a portare il Bambino d’Aracoeli agli infermi; oggi è stata posta in uso per tale oggetto. Circa le 9 di questa sera all’improvviso si sono sentiti due spari, che tutti hanno creduto di cannone, provenienti dalla parte di porta del Popolo. Al momento si è sparso un allarme universale in tutta la popolazione. Si sono posti i lumi alle finestre, la Civica ha battuto la Generale, ed una quantità di gente armata è accorsa in quella direzione. Qualche ora dopo si è appurato che l’esplosione era stata quella delle mine, che hanno fatto saltare ponte Molle, ma che non vi era apparenza di attacco imminente e perciò l’allarme per il momento è cessato.

Lunedì 14 — La notte si è passata tranquillamente, come pure la mattinata. Il Colonnello Roselli è nominato Generale di divisione e comandante in Capo della nostra armata. Questa sera molta truppa con artiglieria è partita andandosi a riunire sulla piazza del Popolo, pare, coll’istruzione di andare ad attaccare i Francesi, che tutti dicono vedersi accampati ad Acqua Traversa.

Martedì 15 — Nessun fatto d’armi pare abbia avuto luogo; si assicura che la truppa partita ieri sera sia (almeno in gran parte) rientrata in città. Questa mattina è arrivato da Civitavecchia, proveniente da Parigi, in compagnia del Signor Accursi (uno dei nostri inviati colà) M. Lesseps incaricato di una missione, e si dice che siasi già abboccato col Generale Oudinot.

Mercoledì 16 — Circa le 6 pomeridiane è partita gran quantità di truppa per porta S. Giovanni, pare coll’idea di andare ad attaccare il corpo d’armata napoletano. Pare che siano intavolate delle trattative tra M. Lesseps e il nostro Ministero. Questa sera poco prima della mezzanotte è giunta la legione Mezzacapo con artiglieria e cavalleria oltre numerosa fanteria, proveniente, si dice, da Ancona.

Giovedì 17 — Questa mattina è stato affisso che sono sospese le ostilità fra la Repubblica Romana e la Francia. Il Monitore poi di questa sera annunzia che M. Lesseps ha richiesto di tenere conferenza con tre Deputati dell’Assemblea e il Generale Oudinot, e si è in seguito saputo che sono stati scelti dall’Assemblea stessa i Deputati Sturbinetti, Audinot e Cernuschi. È voce generale che il Re di Napoli, informato della mossa delle nostre truppe (quali si vuole abbiano presa la direzione di Valmontone) abbia abbandonato Albano ed i Castelli più prossimi a Roma, per concentrare, si dice, le sue forze sopra Velletri.

Venerdì 18 — Nella notte scorsa sono stati requisiti dei cavalli e dicesi anche carri e carrozze per le nostre truppe, che agiscono contro i Napoletani. Delle loro operazioni nulla sin qui si è pubblicato dal Governo. Avendo il Deputato Cernuschi rinunziato l’incarico delle trattative con M. Lesseps ed il Generale Oudinot, gli è stato sostituito il Deputato Agostini. Bologna, benché sembri circondata da tutte le parti, sino al giorno 15 resisteva.

Sabato 19 — Questa sera una truppa di gente è andata a prendere da varie chiese (si citano S. Carlo al Corso, S. Giacomo, il Gesù e Maria e diverse altre) tutti i confessionari, pulpiti, si dice anche armi del Papa e li ha trasportati sulla piazza del Popolo per bruciarli, come si è cominciato ad eseguire. Si dice che si sia riuscito impedire colla forza il compimento dell’incendio.

Domenica 20 — Si parla sin da ieri di un legno chiuso e scortato da cavalleria e che eccita la curiosità; probabilmente è un sogno. In una seduta a porte chiuse dell’Assemblea Costituente tenuta ieri sera, si assicura siano state rigettate all’unanimità alcune proposizioni conciliatorie presentate dall’Inviato straordinario francese a Roma M. Lesseps. Bologna (secondo annunzia il Monitore) ha dovuto capitolare il giorno 16 corrente, e pare abbia dovuto riconoscere il dominio pontificio. Sembra che anche Ferrara sia stata occupata dalle truppe austriache. Questa sera è stata affissa la notizia che dopo un combattimento seguìto ieri, le nostre truppe entravano questa mattina a Velletri abbandonata dai Napoletani in piena ritirata. Si dice che sino a questa sera non era perduta ogni speranza (benché remota) di conciliazioni coi Francesi.

Lunedì 21 — Si conferma pienamente l’ingresso delle nostre truppe a Velletri dopo un fatto d’armi, in cui pare che i nostri abbiano avuto dei morti e feriti piuttosto in quantità. M. Lesseps ha preso nota di tutti i suoi connazionali ed altri forastieri, onde far sì che abbiano agio di partire da Roma in caso di nuovo attacco. Un indirizzo del Triumvirato ai Romani li esorta a riconsegnare essi stessi alle chiese i confessionari tolti ier l’altro.

Martedì 22 — Oggi si vuole che i Napoletani si siano ritirati al di di Terracina. In seguito dell’esortazione pubblicata ieri, si assicura che i confessionari siano stati rimessi ai loro posti nelle rispettive chiese. Quanto alle trattative coi Francesi, tutto quello che si sa si è che, sino a questo momento, non pare siano rotte.

Mercoledì 23 — Si ha notizia che i Napoletani hanno sgomberato intieramente anche la provincia di Frosinone. Coi Francesi continua la sospensione delle ostilità e per conseguenza pare anche le trattative.

Giovedì 24 — M. Lesseps è partito, si dice, per il corpo francese lasciando una lettera per l’Assemblea, che ha creduto di non leggerla, ma di rimetterla al Triumvirato. Si dice che le truppe austriache siano giunte a Pesaro.

Venerdì 25 — Tutti i possessi del Re di Napoli e della Sua famiglia sono messi sotto sequestro, e debbono vendersi, per erogarne il prezzo nell’indennizzare quelli che hanno sofferto danni dalla sua invasione. Oggi sono ritornate in Roma la divisione Roselli e quella Mezzacapo, conducendo seco alcuni prigionieri napoletani.

Mercoledì 30 — La voce di ieri sera era fondata sopra una nota indirizzata da M. Lesseps all’Assemblea, al Triumvirato ed al Municipio, nella quale dichiara che, non accettandosi immediatamente le sue proposizioni, egli riguarderebbe la sua missione come terminata, ed il Generale Oudinot rimarrebbe nella sua piena libertà di azione. La risposta delle tre sudette autorità essendo stata negativa, si attende da un momento all’altro la ripresa delle ostilità. Si dice che nella notte scorsa sia partito il Ministro della Guerra Avezzana, ed è voce che siasi diretto ad Ancona, chiamato a dirigere la difesa degli assediati.

Giovedì 31 — È tornato in Roma M. Lesseps e verso sera è tornato al campo. I Francesi hanno occupato Monte Mario. Di mezzo a mille voci incomplete, incerte, contradittorie, sorge più comunemente quella di una convenzione conclusa oggi dal Triumvirato col suddetto M. Lesseps, sulle condizioni della quale varie sono le voci. Questa sera alle 11 era convocata l’Assemblea Costituente in comitato segreto.




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