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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Giugno

Venerdì 1— Questa mattina è ritornato dai confini di Napoli il Corpo del Generale Garibaldi. Questa mattina si sono sapute le condizioni della convenzione conchiusa ieri tra il Triumvirato e M. Lesseps, che sono le seguenti, cioè il Governo Romano riconosce l’armata francese come amica; che essa senza punto ingerirsi nel Governo sarebbe in libertà di prendere quegli appostamenti che creda più opportuni alla difesa ed alla salute dell’armata stessa; che tutto il territorio occupato dall’armata francese sarebbe garantito da qualunque altra occupazione; che le comunicazioni sarebbero riaperte: il tutto da ratificarsi dal Governo Francese nello spazio di 15 giorni. Contemporaneamente però si è saputo che il Generale Oudinot ricusava di firmare questa convenzione. Questa sera poi al tardi, un affisso del Triumvirato ha annunziato che esso Generale non solo aveva ricusato di uniformarsi alla convenzione ma aveva dichiarato rotta la tregua, e la sua armata in piena libertà anche di assalirci; il che ha cagionato, come è naturale, dell’agitazione. Si dice che M. Lesseps sia partito per Civitavecchia per andare a Parigi.

Sabato 2 — Un ordine del giorno del Generale Oudinot annunzia che con dispacci telegrafici ricevuti dal Ministro di Francia gli si dichiaravano terminate le trattative intraprese da M. Lesseps (quale è richiamato a Parigi) ed egli incaricato di proseguire le sue operazioni. Pare che abbia fatto sapere che non prima di lunedì si sarebbero riprese le ostilità. M. Lesseps nel partire ha diretto una lettera al Triumvirato in cui si dichiara di avere per ferma la convenzione da lui conclusa e che va a Parigi per farla ratificare.

Domenica 3 — Questa mattina i nostri, a punta di giorno, hanno attaccato alcune posizioni dei Francesi, come (per quanto si dice) quella di Villa Panfili, del Casino Corsini, dei Quattro Venti e del Vascello. Il risultato non è ben noto. Il fuoco si sente continuare. Si dice che i nostri abbiano avuto dei morti del Corpo di Garibaldi e della legione Melara. Il fuoco di fucile e cannone si è continuato a sentire sino a questa sera ben tardi. Si crede di sapere che le posizioni dei Quattro Venti e del Vascello siano in mano dei nostri. Domani si aspetta il formale attacco. Questa sera si son messi i lumi alle finestre.

Lunedì 4 — Tutta la mattina si è sentito di tanto in tanto il cannone e questa sera, dopo le dieci, per un breve tempo accompagnato da un forte fuoco di moschetteria.

Martedì 5 — Tutta la notte ha continuato il fuoco di fucili e cannone. Pare che lo scopo sia sempre d’impedire o distruggere una batteria che i Francesi hanno stabilito o tentano di stabilire ai Quattro Venti. Molte palle di cannone da 24 son cadute in città, e segnatamente in Trastevere. Verso le 6 si assicura che una bomba o granata è caduta in piazza Madama, ed ha colpito il palazzo del Governo. Ieri tra i morti si contano i due aiutanti del Generale Garibaldi.

Mercoledì 6 — Fino a circa l’un’ora pomeridiana non si è sentito il cannone; poi si è tornato a sentire di nuovo, ma non con grandissima frequenza.

Giovedì 7. Corpus Domini — Un ordine del Governo ha ingiunto a tutte le chiese di fare la processione col SS.mo nell’interno delle chiese medesime. Fino al mezzogiorno il cannone ha taciuto, poi si è cominciato a sentire di nuovo di tanto in tanto sino a notte.

Venerdì 8 — Si è sentito il cannone a intervalli quasi tutta la giornata presso a poco come ieri. Per disposizione del Governo a molte famiglie, abitanti nelle contrade esposte al fuoco dei Francesi, è stato assegnato il ricovero in vari conventi e palazzi, tra i quali quelli di Odescalchi e Colonna ne hanno dovuto ricevere molte. Per un’altra disposizione tutti i vetturini debbono nella notte ritrovarsi nei luoghi indicati ed ivi bivaccare coi legni e cavalli tra i luoghi indicati vi è anche la casa nostra e sino da questa sera hanno riempito il nostro cortile.

Lunedì 11 — È stata nella notte scorsa effettuata la sortita, che si annunziava da ieri, con forza considerevole; ma avendo trovato i Francesi prevenuti e disposti a combattere, tutta la truppa si è ritirata. Ad evitare ciò che era accaduto nei giorni scorsi, vale a dire che i nostri per equivoco avessero fatto fuoco contro altri dei nostri, si era fatta a tutti i soldati sovrapporre all’abito la camicia. Oggi vi è stato uno scontro, ma non di gran conseguenza, chi dice ad Acquacetosa, chi a Ponte Salaro. I Francesi avendo occupato ponte Salaro e ponte Lamentano, resta intieramente chiusa ogni corrispondenza postale, che ora si faceva per quella unica strada. È voce comune che questa sera dai Francesi sia stata intercetta l’acqua Paola, ossia di S. Pietro in Montorio, che fa agire una gran parte delle mole indispensabili alla panizzazione della città.

Martedì 12 — Pare sicuro che oggi sia venuto un parlamentario dal campo francese.

Mercoledì 13 — Il parlamentario venuto ieri recò indirizzi al Triumvirato, all’Assemblea, al Generale della Civica ed al Comandante della truppa Generale Roselli; coi quali indirizzi si intimava in sostanza che se nel termine di 12 ore dalla ricevuta del medesimo non si ammetteva l’armata francese, egli (Oudinot) impiegherebbe immediatamente tutti i mezzi d’azione, che sono in sue mani. Le risposte essendo state negative, da questa mattina in poi sono state lanciate sulla città molte palle e bombe, e si dice che i Francesi abbiano cominciato a battere in breccia le mura della città tra le porte di S. Pancrazio e Portese. Sono giunti al campo francese M. Corcelles e M. La Tour d’Avergne, che fu qui con M. Lesseps in qualità di Segretario. S’ignora l’oggetto della loro missione.

Giovedì 14 — Tutt’oggi le bombe francesi sono cadute in maggior numero in città e qualcuna sino a piazza di Pietra. Verso sera vi è stato uno scontro verso Acquacetosa e ponte Molle e si era sparsa la voce che i nostri avessero fatto prigionieri dei Francesi, anche in qualche numero considerevole; ma sino a notte avanzata non sono stati condotti in città.

Venerdì 15 — In tutta la notte scorsa non ha mai cessato il gettito delle bombe, e il fuoco del cannone ed anche della moschetteria, senza alcun risultato. I più imparziali cominciano a riguardare l’attacco dei Francesi (almeno col metodo sinora adottato) contro Roma come mancato. Oggi si è combattuto a ponte Molle, ma senza grande risultato.

Domenica 17 — Nel nostro Monitore di ieri sera si è riportata una lettera di M. Corcelles, nuovo inviato francese diretto da M. de Gerando Cancelliere della Legazione, in cui conferma la non ratifica della convenzione segnata con M. Lesseps ai 31 maggio, e che il nostro Governo sostiene esser violata colla sua intimazione del 1 corrente e susseguite ostilità. Vi è riportata ugualmente una risposta del Triumviro Mazzini diretta al sudetto M. de Gerando. In tutto il corso della giornata nulla di considerabile è avvenuto ed il cannone si è sentito con molta frequenza.

Venerdì 22 — Tutta la notte il cannoneggiamento è stato continuo e fortissimo; questa mattina (in mezzo a mille voci incerte, confuse e contradittorie) si è saputo che i Francesi nella notte sono riusciti a penetrare per la breccia aperta tra S. Pancrazio e porta Portese, e che subito hanno dato mano a fortificarsi nella parte interna. Tra le 9 e le 10 hanno cominciato a suonare le campane a stormo, ed hanno continuato sino al mezzogiorno circa. Il posto occupato dai Francesi con una gran fretta interiormente alle mura pare sia il Casino Barberini, ora di Sciarra, sopra S. Cosimato; si dice che i nostri si dispongano a sloggiarneli. Le palle e le bombe non hanno cessato mai di cadere in città.

Sabato 23 — Le palle e le bombe di cannone di grosso calibro non hanno cessato di piovere sulla città sino circa alle 4 della mattina; molte e molte case sono state fortemente danneggiate, molte persone ferite anche gravemente, e si dice anche un bambino ucciso, il tutto con allarme e spavento universale. Nella giornata si è inteso il cannone non più del solito. Questa sera sino alle 11,30 tutto tace; è ritornata l’acqua Paola.

Domenica 24 — La notte è stata tranquilla, il cannonamento presso a poco al solito nella giornata. È voce che Garibaldi abbia fatto questa sera una sortita. Questa sera circa l’Ave Maria è stato trasportato alla chiesa di S. Andrea delle Fratte il corpo del Generale Ferrari, morto ieri, con gli onori militari. Egli aveva comandato l’anno scorso la nostra truppa nella spedizione nello Stato veneto, che terminò colla capitolazione di Vicenza. Il nostro Monitore di questa sera riporta la capitolazione d’Ancona sottoscritta il 19 corrente.

Lunedì 25 — Nella notte e nella giornata cannonamento al solito. Molti Consoli esteri, a richiesta del Municipio hanno diretta al Generale Oudinot una rimostranza contro il bombardamento della città.

Martedì 26 — Nella notte scorsa i Francesi hanno tentato di sloggiare i nostri dal Casino detto il Vascello fuori porta S. Pancrazio, ma sono stati respinti. Nella giornata non vi è stato altro di straordinario. Questa sera però tra le 11 e le 12 si è cominciato a sentire un fuoco piuttosto vivo di cannone e di moschetteria.

Mercoledì 27 — Il forte fuoco, che si sentì ieri sera, e che durò circa un’ora, provenne da un nuovo attacco dei Francesi al Casino del Vascello, e che si assicura sia stato respinto. Da ieri i Francesi (per quanto si dice) hanno tornato a toglierci l’acqua Paola. Nel corso della giornata non è mai cessato il fuoco del cannone contro la posizione dei nostri; si dice che il Casino del Vascello sia stato intieramente diroccato. Oggi dopo pranzo il Generale Garibaldi, alla testa della sua truppa, è rientrato in città per farla riposare.

Giovedì 28 — Un ordine pubblicato ieri che nella notte si tenessero aperte tutte le chiese e tutti i portoni, ha fatto stare molto in timore di un nuovo bombardamento, il quale non ha avuto luogo; bensì molte palle di cannone sono cadute in città; ne è caduta una sul Convento di S. Maria in Via.

Venerdì 29 — Nella notte e nella giornata non hanno mai cessato di agire i cannoni e le bombe. Di queste ultime poche hanno oltrepassato il Rione di Trastevere. Oggi son cominciate a venire in casa nostra alcune famiglie di abitanti in Trastevere, ed altre ne devono venire domani con biglietto del Commissario del Rione.

Sabato 30 — Ieri sera, ricorrendo la festa di S. Pietro, furono (per quanto si dice) incendiati dalla Cupola di quella Basilica dei fuochi di bengala a tre colori. Nella notte i Francesi dai Monti Parioli hanno scagliato sulla città una gran quantità di proiettili d’ogni specie con grande spavento e notabile danno di fabbricati. Nel tempo stesso hanno eseguito un attacco a S. Pancrazio, ove, per quanto si vocifera, hanno occupato un bastione, preso alcuni cannoni e fatti prigionieri con morte di ufficiali fra i quali si cita il Colonnello Manara. Oggi la nostra Assemblea Costituente, dappresso i rapporti dei Generali Garibaldi e Roselli, ha deliberato: che la difesa di Roma cessa, come resa impossibile; che il Triumvirato è incaricato dell’esecuzione di tal deliberazione, e che essa rimane al suo posto.

In seguito di ciò il Municipio, convocato d’urgenza, ha nominato tre deputati, che sono i Signori Gallieno, De Andreis e Pasquali, i quali col segretario municipale ed in unione dei Consoli d’Inghilterra e di America sono partiti (si dice) questa sera stessa per il quartiere generale francese. Dalle 7 in circa di sera non si è più sentito il cannoneggiamento.




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