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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Luglio

Domenica 1 — Avendo gli attuali membri del Triumvirato data la loro dimissione, l’Assemblea ha nominato in sostituzione i Deputati Saliceti, Mariani e Calandrelli, già Ministro della Guerra. I Deputati del Municipio, ritornati dal quartiere generale francese, hanno reso conto all’Assemblea del risultato della loro missione, che non è reso pubblico. Si assicura che domattina debbono recarsi di nuovo al quartiere generale per sottoscrivere (si spera) la convenzione militare per l’occupazione di Roma. Intanto però oggi si è lavorato molto alle barricate in vari punti della città, accrescendole e portandovi in qualcuna dei cannoni.

Lunedì 2 — Questa mattina si è preteso sapere che il Municipio, non credendo poter sottoscrivere le condizioni che esigeva il Generale Oudinot, ha risoluto di rassegnarsi passivamente a ciò che egli sarà per fare, non opponendo resistenza. Oggi tra le 6 e le 7 pomeridiane tutto il corpo di Garibaldi a piedi ed a cavallo, bagaglie ecc. (al qual corpo si sono arruolati molti individui della nostra truppa specialmente dei dragoni e qualche altro dei così detti Corpi franchi) si son veduti improvvisamente prendere la strada di S. Giovanni, ove si son fermati a stazionare su quella piazza, senza che si sappia quali siano le loro intenzioni. Si dice che Garibaldi pensi di partire.

Martedì 3 — Nella notte una porzione di truppa francese è entrata pacificamente in città per le porte di S. Pancrazio, Angelica ecc. ed ha stazionato al fontanone di ponte Sisto, a quello di Borgo ecc. Garibaldi con tutti quelli che l’hanno seguito, si dice abbia presa la direzione di Tivoli. I Lombardi pare abbiano preferito di restare. Fino alle 3 pomeridiane circa, tutto era passato tranquillamente, quando degli attruppamenti di gente, cui erano misti dei militari, hanno preso ad inveire contro delle persone che loro pareva avessero delle relazioni coi Francesi, e ne hanno uccise (si asserisce) cinque, tra le quali un prete. In seguito di ciò alle 5 si è presentato un distaccamento francese, che in piazza Colonna è stato accolto da alcuni gruppi che gridavanoEvviva la Repubblica Romana” quali gruppi sono stati dalla truppa dispersi. Circa poi le 7, è entrato in Roma il Generale Oudinot con un fortissimo corpo di truppa, cavalleria e artiglieria, al cui passaggio per piazza Colonna si sono replicati i sudettievviva” ed al passaggio del Generale si sono sentiti alcuni fischi, dappresso i quali il Generale stesso ha voltato faccia con alcuni soldati di cavalleria e tutti si sono dati a precipitosa fuga; poco dopo però si è presentato un nuovo drappello portando una bandiera tricolore, che è stato disperso, e gli è stata subito tolta la bandiera da un picchetto di Francesi che avevano già fortemente occupato la Gran Guardia e le terrazze della Posta. Il Generale è alloggiato nel palazzo Colonna. Questa mattina in Campidoglio è stata promulgata la Costituzione della Repubblica Romana votata dall’Assemblea. Ieri mattina fu trasportato cogli onori militari a S. Lorenzo in Lucina, sua parrocchia, il corpo del Colonnello Manara.

Mercoledì 4 — Oggi (per quanto si assicura) sono stati uccisi vari soldati francesi, diversificando le voci sul numero. Grosse pattuglie di cavalleria francese hanno perlustrato il Corso. Il Caffè Nuovo è stato fatto chiudere dalla forza francese, come pure il Circolo Romano, che gli sta dirimpetto e toltane la bandiera.

Giovedì 5 — Dal Generale in capo Oudinot si è pubblicato un proclama, con cui si annunzia la necessità di sottomettere Roma al Governo militare e nomina a tale impiego il Generale di divisione Rostolan, e Comandante la piazza il Generale di brigata Sauvan. Un altro proclama del Generale Governatore prescrive varie misure, e fra le altre, quella che nessuno possa girar per le strade da mezz’ora dopo la ritirata, cioè dopo le 9,30 della sera. L’Assemblea Costituente ed il Governo sono disciolti. Un altro editto annunzia che avendo la quasi totalità delle truppe romane fatta la loro sommissione restano in piedi e saranno sotto il comando del Generale Vaillant.

Venerdì 6 — Vanno partendo da Roma in gran numero gli individui appartenenti ai Corpi franchi disciolti, muniti di fogli di via e soccorsi anche di denaro. Questa sera in luogo del Monitore si è cominciato a pubblicare un altro foglio che ha per titolo il Giornale di Roma.

Sabato 7 — Per ordine del comando generale francese è disciolta la Guardia civica, per essere immediatamente riorganizzata, e prescritto il disarmo generale del paese nel termine di 48 ore. Tutti i Boni della Repubblica debbono essere nel termine di dieci giorni soggetti ad un bollo.

Domenica 8 — Si è pubblicato l’ordine che siano rimossi tutti gli stemmi della Repubblica e tutti i berretti rossi.

Lunedì 9 — Questa sera i pompieri, alle 10, scortati dalla truppa francese, sono andati a levare il berretto rosso dalla cima dell’obelisco del Popolo.

Martedì 10 — Con ordine del Generale in capo, pubblicato oggi di concerto col Municipio, si è stabilito che, nelle transazioni tra Francesi e Romani, lo scudo romano deve valutarsi cinque franchi ed il bajocco un soldo.

Mercoledì 11 — Sono stati nominati col titolo di Commissari, al Ministero di Grazia e Giustizia l’avv. Piacentini, a quello delle Finanze l’avv. Lunati, ed a quello dei Lavori Pubblici l’ingegnere Cavalieri.

Giovedì 12 — Cominciando da questa sera la ritirata (annunziata con due colpi di cannone dal Castello) è stata protratta sino alle 10,30 e la circolazione permessa sino alle 11.

Sabato 14 — Un proclama del Generale in capo Oudinot annunzia la restaurazione del Governo Pontificio, per cui domani si canterà solenne Te Deum a S. Pietro, vi sarà gran rivista della truppa francese e della romana, illuminazione ecc. Un ordine dello stesso Generale rende noto che avendo il Municipio data ieri la sua dimissione, che è stata da lui accettata, ha nominato una Commissione Municipale provvisoria composta di sedici soggetti che indica.

Domenica 15 — Oggi circa le 4 pomeridiane, a S. Pietro si è cantato solenne Te Deum, seguito dalla Benedizione del SS.mo che è stata data dal Card. Castracane, dopo la rivista che il Generale Oudinot aveva passata sulla piazza di S. Pietro e strade adiacenti.

Lunedì 16 — Questa sera lo sparo del cannone per dare il segnale del fine della circolazione per le strade è stato protratto sino alle 11,30. Sono proibiti tutti i giornali fuori che il Giornale Romano.

Mercoledì 18 — Fin da ieri ricominciarono ad agire i Tribunali, ma nelle sole cause laiche, per le ecclesiastiche si devono attendere le disposizioni pontificie. Un editto della Commissione Municipale proibisce temporaneamente qualunque vendita di grani all’ingrosso, fuori che ai fornari nella quantità che sarà prescritta dalla Commissione ed al prezzo di scudi dodici al rubbio in moneta in corso, compresi i biglietti di qualunque epoca. Lo stesso è ordinato per l’olio, ed il prezzo è fissato a baj. dodici per la qualità superiore e di undici per l’inferiore. Oggi si sono veduti chiusi i due caffè, detti del Giglio e degli Specchi, in piazza Colonna.

Sabato 21 — Questa mattina è stato affisso un proclama di Pio IX ai suoi sudditi nel quale annunzia che finché giunga il momento del suo ritorno, va a nominare una Commissione, la quale munita di pieni poteri, e coadiuvata da un Ministero, regoli gli affari dello Stato. Oggi si sono riaperti i due caffè di Piazza Colonna ed anche il Caffè Nuovo al palazzo Ruspoli.

Martedì 31 — Circa le 7 pomeridiane è stato innalzato in Campidoglio lo Stemma pontificio con intervento del Generale Oudinot, e questa sera il Campidoglio è stato illuminato, con banda ecc. Verso sera è stato portato alla sepoltura cogli onori militari il Colonnello Melara, il quale, alla testa di un corpo da lui formato, aveva servito la Repubblica Romana e rimase ferito nei primi giorni di giugno.




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