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Agostino Chigi
Tempo del Papa Re

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Febbraio

Mercoledì 1 — Oggi nel Diario è stato annunziato l’ingresso delle truppe austriache e pontificie in Bologna il giorno 28 del caduto (previo il disarmamento ordinato dal Card. Albani) sotto il comando del Generale in capo Radetzky. Una porzione delle stesse truppe austriache era tornata negli Stati di Modena e di Parma, e il Generale in capo si disponeva a ripartire per Milano il giorno 30. Il Cardinale Albani doveva essere a Bologna il giorno 28.

Giovedì 2 — Oggi in tutte le chiese patriarcali e quelle dedicate alla Madonna si è cantato, per ordine superiore il Te Deum in ringraziamento del ristabilimento dell’autorità pontificia nelle provincie rivoltate.

Lunedì 6 — È uscito un Motu proprio pontificio sulla erezione della Legazione di Velletri, che vien formata nella maggior parte da paesi smembrati dalla Delegazione di Frosinone e da qualcuno della Comarca di Roma, che cede pur qualche cosa alla Delegazione di Frosinone.

Sabato 11 — Si è saputo oggi che a Ravenna, ove erano entrate le sole truppe pontificie sotto il comando del Colonnello Zamboni, è succeduto del sussurro forte e che è rimasto ferito mortalmente un ufficiale nostro; in seguito di che erano state chiamate colà le truppe austriache.

Martedì 14 — Si parla da qualche giorno di una nota presentata dall’Ambasciatore di Francia, nella quale (dicesi) si minaccia l’occupazione, chi dice di Ancona, chi di Civitavecchia da truppe francesi, qualora le austriache non si ritirino dallo Stato pontificio.

Venerdì 17 — Dopo l’arrivo di un corriere giunto ieri all’Ambasciata di Francia sono cresciute infinitamente le voci del prossimo sbarco di truppe francesi ad Ancona, e vi è chi pretende che si sappia esser partita da Tolone la flottiglia con 1500 uomini per quella direzione.

Lunedì 20 — Si sente da Napoli esser colà giunta per telegramma la notizia che una flottiglia francese, composta di tre legni da guerra, aveva passato il faro; probabilmente diretta ad Ancona.

Sabato 25 — Si è saputo da Ancona che nella notte di mercoledì venendo giovedì le truppe francesi in numero, si dice, di 2000 uomini sbarcati in quel porto, s’introdussero improvvisamente in città sfasciando una porta e recatisi, dopo essersi impadroniti di tutti i posti, all’abitazione del Colonnello Lazzarini comandante e nel suo rifiuto di cedere la piazza lo ritennero prigioniero. Contemporaneamente presentatisi alla fortezza fu questa loro ceduta dal comandante della medesima Ruspoli, colle condizioni, si dice, di fare il servizio promiscuamente colla truppa pontificia, e che ci restassero inalberate le due bandiere. Il generale francese si è recato a Roma ed essendosi presentato dal Segretario di Stato, si assicura che questi non l’ha voluto ricevere, e che è ripartito subito per Ancona. Si assicura pure che il medesimo Segretario di Stato abbia comunicato uffizialmente l’accaduto a tutto il corpo diplomatico. Grande è la sensazione che hanno prodotto queste notizie.

Domenica 26 — Si sente che i Francesi oltre Ancona abbiano occupato ancora il Porto di Recanati e quello di Fermo. Varie spedizioni di corrieri si sono fatte tra ieri e oggi dai ministri esteri alle loro rispettive corti. Pare che si teme imminente uno sbarco anche a Civitavecchia e unificandosi si comincia a far la questione, se con tal vicinanza e coll’esempio dell’accaduto in Ancona, il Papa resterà in Roma.




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