XLV
Come volle
esere tolto il castello di Fucecchio al Comune di Firenze.
Nel detto
anno MCCCXLV, a dì XXVII d'aprile, quelli della Volta di Fucecchio nobili e di
più possenti di quelli della terra, coll'aiuto di loro amici di Sa·Miniato e di
gente del contado di Lucca, corsono la terra di Fucecchio per rubellalla e
torla al Comune di Firenze sotto titolo di cacciarne que' di meser Simonetto,
un'altra casa di maggiori di Fucecchio, loro nimici. E sarebbe loro venuto
fatto, se non fosse il sùbito soccorso delle masnade di Fiorentini ch'erano
nelle castella di Valdarno e di Valdinievole, che·vvi trassono di presente; e
con forza d'arme combattendo, furono i detti della Volta e·lloro seguaci nella
terra sconfitti e rotti e cacciati, ov'ebbe assai di morti e fediti, e presi,
impiccati per la gola. E poi la state apresso da D fanti di Pisani ch'erano alla
guardia del Cerruglio e di Vivinaia e Montechiaro di notte tempo iscesono in
Cerbaia, e parte ne passarono la Guisciana con trattato d'aver Fucecchio; per
buona guardia si guarentì; onde i Fiorentini si dolfono forte a' Pisani per
loro ambasciadori, onde si scusarono molto che non era loro fattura; ma come
sempre hanno usato, il vizio pisanoro d'inganni e tradimenti fu questo, però
che non ne feciono né amendo né punizione; e se l'avessono preso, il
s'avrebbono tenuto a onta e dispetto di Fiorentini. E per la detta novità di
Fucecchio, onde i Malpigli e Mangiadori di Sa·Miniato furono operatori e
cagione, il luglio apresso ebbe zuffa e battaglia in Sa·Miniato tra' Mangiadori
e Malpigli e loro seguaci; ma per li Fiorentini vi si mise accordo, perché non
si guastasse quella terra. Ancora poi all'entrante di marzo del detto anno
volle essere tradito Fucecchio, e più terrazzani colpevoli di ciò ne furono
morti e giustiziati. E nel detto anno, all'entrante di giugno, fu fatta pace e
accordo dal Comune d'Arezzo a' Tarlati e·lli altri loro usciti ghibellini per
mano di Perugini e Fiorentini.
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