LVII
Come il re
di Francia diede rapresaglia sopra i Fiorentini per tutto il suo reame a
petizione del duca d'Atene.
Del mese di febraio
del detto anno Filippo di Valos re di Francia, a petizione del duca d'Atene,
gli diè rapresaglia sopra i Fiorentini inn-avere e in persona in tutto il suo
reame se infino al calen di maggio prossimo non avessono contento il detto duca
d'Atene di ciò che domandava di menda a' Fiorentini, ch'era infinita quantità.
Poi del mese di luglio la confermò, e diede balìa al duca d'Atene ch'elli li
potesse prendere e incarcerare e tormentare a sua volontà, non togliendo loro
la vita o membro, siccome traditori del loro signore il duca d'Atene. Questo fu
iscortese titolo dato per lo re per la rapresaglia contra il Comune e cittadini
di Firenze, sanza volere udire o accettare le ragioni del Comune di Firenze,
o·lle fini e quitanze fatte per lo detto duca al Comune, essendo di là al
continovo il sindaco e ambasciadore del Comune con pieno mandato e ragioni del
nostro Comune, richeggendo ragione al re e suo consiglio e di commetterla in
giudice non sospetto, a·ccui al re piacesse fuori del reame; non ebbe luogo né
intesa ragione per lo re, o suo consiglio, ch'avesse il Comune di Firenze, onde
convenne che tutti i Fiorentini, che non fossono suoi istanti borgesi, da calen
di maggio inanzi si partissono di tutto il reame, o stessono nascosi in
franchigie o in chiese co·lloro grande sconcio, interessi e dannaggio e
pericolo, onde il detto re fu molto biasimato da ogni savio e buono uomo di suo
reame e di fuori ch'amassono giustizia e ragione, la quale elli fuggiva, come
era usato di fare elli e meser Carlo di Valos suo padre; onde al tutto perdé
l'amore e·lla fede di tutti i cittadini di Firenze, così di Guelfi come di
Ghibellini, ch'amavano suo onore e stato e della casa di Francia. Ma per gli
altri suoi più innormi peccati in spergiuri a santa Chiesa e dislealtadi per lui
fatti Iddio ne mostrò e fece tosto vendetta, e·ggià cominciata, e come tosto
apresso leggendo si potrà trovare.
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