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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo terzo
    • Libro tredecimo
      • LIX               Come il re d'Ungheria seppe la morte del re Andreas, e venne in Ischiavonia con grande esercito per soccorrere Giadra e passare in Puglia.
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LIX

 

           

Come il re d'Ungheria seppe la morte del re Andreas, e venne in Ischiavonia con grande esercito per soccorrere Giadra e passare in Puglia.

           

Come il re d'Ungheria e quello di Pollana seppono la vergognosa morte del re Andreas loro fratello, come adietro facemmo menzione, furono molto tristi e adontati contro la reina sua moglie e contro a' reali di Puglia loro consorti, parendo loro che fosse stata loro opera e tradigione, e vestirsi tutti a nero con molti di loro baroni, e giurato di fare vendetta. E per più innanimare li Ungaricciò fare, feciono fare una bandiera, la qual sempre si mandavano inanzi: il campo nero, e·llo re Andreas impiccato, ch'era una orribile cosa a vedere.

Per fare la detta vendetta si proferselloro il Bavero re d'Alamagna, e il figliuolo marchese di Brandiborgo, e 'l dogio d'Osteric, e più altri signori della Magna con tutto loro podere per lo innormo oltraggiolloro fatto, i quali per loro s'accettarono, e giuraronocciò fare lega e compagnia. E·llo re d'Ungheria mandò a corte al papa grande ambasciaria del mese di marzo richeggendo di volere esere coronato del reame di Cicilia e di Puglia, ch'a·llui succedea; e che vendetta fosse della morte del re Andreas così in cherici come in laici, dandone colpa al cardinale di Peragorga cognato del duca di Durazzo, che·ll'avea sentito e ordinato. A' quali ambasciadori non fu dato concestoro piuvico per la detta cagione, e aponendosi per lo papa che 'l re d'Ungheria avea fatta lega e compagnia col dannato Bavero. Onde il re d'Ungheria e tutti gli Alamanni si tennono mal contenti del papa e della Chiesa; ma però non lasciarono di fare sua impresa per passare in Puglia e per soccorrere la sua città di Giadra, come diremo apresso.

Essendo la città di Giadra inn-Ischiavonia ribellata a' Viniziani, come adietro facemmo menzione, e partito di Schiavonia il re d'Ungheria con suo esercito l'anno passato MCCCXLV, i Viniziani v'andarono incontanente a oste con gran potenza, e asediarla per terra e per mare, menandovi soldati a cavallo e a piede di Lombardia e di Romagna e di Toscana con gran soldo; onde di Firenze v'andarono per ingordigia del detto soldo tre di casa i Bondelmonti con CCC masnadieri, i quali Fiorentini al continovo dalle mura erano rimprocciati da' Giaratini, che·ssi partissono dal loro asedio, ch'erano amici, e andassono a farsi sconfiggere a Lucca, e servissono i Viniziani che gli avieno traditi alla guerra di meser Mastino. E così vi continovò l'oste dall'agosto MCCCXLV al maggio MCCCXLVI, dando alla terra continue battaglie e asalti, e que' d'entro al continuo uscendo fuori a badalucchi e scaramucci, e francamente asalendo il campo. Ma que' di Giadra dubitando che per lungo assedio non mancasse loro la vettuaglia, rimandaro per lo re d'Ungheria; il quale sentendo ciò per messaggi di quelli di Giadra, e per seguire la sua impresa di venire in Puglia, ritornò inn-Ischiavonia con più di XXXm tra Ungheri e Tedeschi, a cavallo la maggiore parte, che bene i XXm erano arcieri, e gli altri buoni cavalieri. Sentendo i Viniziani la sua venuta ringrossaro il loro oste di gente e di navile, e per non aspettare in campo la sua venuta, vollono provare inanzi d'avere la città per forza. A XVI di maggio MCCCXLVI ordinaro di dare alla terra una grande battaglia per mare con IIII navi grosse incastellate, e con ponti da gittare in sulle mura, e con XX piatte imborbottate, e con difici, e XL ghianzeruole e XXXII galee armate con molti balestrieri; e per terra con tutto l'esercito dell'oste, i quali furono tra per mare e per terra più di XVIIm d'uomini in arme, tra' quali avea più di IIIIm balestrieri. La battaglia fu aspra e dura, e continovò dalla mattina alla sera, sanza potere aquistare niente; però che·lla città era forte di torri e di mura e fossi, dall'altra parte il porto fortella marina; e perché quelli di Giadra erano buona gente d'arme si difesono valentemente, e verso la sera, quando i Viniziani si ricoglieno, apersono una porta della terra seguendogli vigorosamente combattendo, e morivvi della gente di Viniziani più di D, e fediti gran quantità. Veggendo i Viniziani che non poteano avere la città per battaglia, e sentendo che 'l re d'Ungheria con suo esercito era presso a Giadra a XXX miglia, e ogni s'apressava, i Viniziani si levarono del campo dov'erano di costa, e quasi intorno intorno alla città, e ritrassonsi in su un forte colletto di lunge da Giadra da uno mezzo miglio sopra la marina, e quello come bastita aforzaro con fossi e steccati e torri di legname. Come il re d'Ungheria s'apressò alla terra con suo oste, mandò parte di sua gente d'arme a richiedere i Viniziani di battaglia; non ebbe luogo che la volessono, ma si stavano rinchiusi nella loro bastita con grande paura e sofratta di vittuaglia più . Il re d'Ungheria fece fornire Giadra di vettuaglia e di ciò ch'avea mestiero, e alcuno disse v'entrò in persona isconosciuto, per dare a' Giaratini vigore. I Viniziani co·lloro ambasciadori stavano in continui trattati col detto re, promettendogli di dare loro navile e aiuto a passare in Puglia, ma voleano Giadralloro signoria con uno piccolo censo di darellui di risorto; il quale trattato non piacendo al re, non ebbe luogo. E però che' Viniziani co·lloro danari corruppono certi di suoi baroni ungari, e consigliaro dislealmente il loro signore che·ssi tornasse in Ungheria, perch'era caro il paese d'Italia quell'anno di vittuaglia a tanto esercito; e in parte era il vero, e non avea ordinato il navilio da potere passare in Puglia, e però si tornò in Ungheria, lasciando fornita Giadra. La bastita di Viniziani si rimase la detta state con grande spendio di Viniziani, rinovandovi spesso gente; e bisognava bene, però ch'erano assaliti sovente da quelli della terra. E per disagi vi si cominciò grande infermeria e mortalità, e morìvi molta gente, intra gli altri i sopradetti nostri tre cittadini de' Bondelmonti con i più di loro masnade, che non ne tornaro il quarto. Lasceremo di questa matera, e torneremo a dire della lezione del nuovo imperio Carlo figliuolo del re Giovanni di Buem.

 




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