LXI
Di certa
rotta che·lla gente del re di Francia ricevettono dalla gente del re
d'Inghilterra in Guascogna.
Tornando a
raccontare della guerra di Guascogna, essendo messere Gianni figliuolo del re
di Francia intorno al castello d'Aguglione, e per lo paese, per contastare il
conte d'Ervi e' suoi Inghilesi, che non scendessono verso Tolosa (il detto
meser Gianni era in Guascogna con VIm cavalieri e bene Lm pedoni tra'
Franceschi e di Linguadoco, Genovesi e Lombardi), del detto campo si partì il
siniscalco di Giene con DCCC cavalieri e IIIIm pedoni, per prendere uno
castello del nipote del cardinale della Motta presso ad Aguglione a XII leghe.
Sentendo ciò l'arcidiacono d'Unforte, cui era il detto castello, andò alla
Roela, dov'era il conte d'Ervi colla sua oste per gente, per soccorrere il
detto castello; onde il conte li diè gente assai a cavallo e arcieri inghilesi
a piè, e cavalcaro tutta la notte, e giunsono al detto castello la mattina per
tempo, dì XXXI di luglio MCCCXLVI; e trovarono che·lla gente del re di Francia
v'era giunta il dì dinanzi, e forte combatteano il castello, la gente del re
d'Inghilterra sanza più attendere, subitamente asalirono i Franceschi, dov'ebbe
aspra e dura battaglia. Alla fine furono sconfitti i Franceschi, e rimasevi
preso il detto siniscalco di Gienne con molti altri gentili uomini; e molti
v'ebbe di morti e presi di cavalieri da CCCC, e pedoni IIm tra morti e presi.
Tornati al campo quelli di meser Gianni, quelli che scamparo della detta
battaglia, messer Gianni ebbe suo consiglio, e diliberaro di combattere il
castello d'Aguglione, tra per queste novelle della detta sconfitta e perch'avea
novelle che 'l re d'Inghilterra era arrivato in Normandia con gran navilio e
esercito di gente d'arme a cavallo e a piè. E il primo dì d'agosto con tutta
sua gente fece dare battaglia intorno intorno al castello d'Aguglione dalla
mattina alla sera; quelli del castello, che v'avea dentro assai buon gente
d'arme gentili uomini da CCCC, e sergenti guasconi e inghilesi da VIIIc, si
difesono francamente. E alla ritratta la sera di Franceschi, quelli del
castello uscirono fuori vigorosamente faccendo danno assai a' loro nimici, e
uccisonne da DCC, ma più ne fedirono della gente di meser Gianni ch'erano al di
fuori, e rimase la terra fornita per VI mesi. Sentendo ciò meser Gianni, e
veggendo che per battaglia nol potea prendere, fece ritrarre sua oste adietro;
e mandò al papa pregandolo l'asolvesse del saramento ch'avea fatto del non
partirsi se non avesse il castello, ed ebbe l'asoluzione dal papa. E diliberò
d'andare colla maggiore parte di sua gente in Francia a soccorrere il re suo
padre, che·nn'avea grande bisogno, come diremo apresso nel seguente a questo
altro capitolo, e fece mettere fuoco nel suo campo, con gran danno di sua gente
inferma e di loro arnesi; e lasciate fornite le frontiere, con sua gente ne
venne verso Parigi. Partito meser Gianni di Guascogna, il conte d'Ervi prese
molte ville e castella. Lasceremo alquanto de' suoi andamenti, e diremo d'una
battaglia che·ffu in que' dì dal vescovo di Legge a' suoi cittadini, ritornando
poi a racontare la guerra e battaglie dal re di Francia a quello d'Inghilterra
e di loro gente, che furono grandi cose e maravigliose, onde assai ne cresce
matera.
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