LXVI
Come il re
di Francia con sua oste seguì il re d'Inghilterra.
Come il re di
Francia seppe la partita del re d'Inghilterra da Pontosa, si partì con sua
gente da San Germano di Prati, e andonne a San Donigi per seguire il re
d'Inghilterra, per combattere co·llui in campo, acciò che non distruggesse il paese,
e inanzi che s'acostasse co' Fiaminghi suoi ribelli; e lasciò in Parigi alla
guardia della terra, e della reina sua moglie e di più figliuoli, i borgesi
possenti di Parigi, che con alcuna altra gente d'arme di suo ostiere e famiglia
furono MCC uomini a cavallo. E mandò di sua gente inanzi in Piccardia, che
togliessono i passi e gli andamenti al re d'Inghilterra e·lla vittuaglia, e
tagliassono i ponti alle riviere, e stare sue genti d'arme a guardare i detti
passi e riviere; e il re di Francia con suo esercito n'andò ad Albavilla in
Ponti, e così fu fatto. Per la qual cosa il re d'Inghilterra fu a gran pericolo
con sua oste, e a gran soffratta di vittuaglia, che VIII dì stettono, che non
ebbono se non poco pane né punto di vino, e vivettono di carne di loro
bestiame, che·nn'avieno assai, e mangiando alcuno frutto e bevendo acqua, ed
ebbono grande difetto di calzamento; e non potendo andare ad Albavilla pe'
passi che gli erano tolti, e fatte le tagliate inanzi. Il re d'Inghilterra
prese partito d'andare verso Fiandra, ma i Franceschi e' Piccardi gli furono
apetto alla riviera di Somma, ch'elli avea a passare. Ma per sollicitudine
cercò un altro passo in un altro luogo, dove la riviera facea un gran marese
che fiottava, ma avea sodo fondo, che·lli fu insegnato, dove mai non era veduto
passare cavallo; e·llà, ritratto il fiotto, passò in una notte con tutta sua
gente salvamente, lasciando parte delle sue tende e fuochi accesi ov'era stato
acampato, per mostrare la notte a' nimici ch'ancora vi fosse a campo. E come fu
passato, la mattina per tempo andò asalire parte di suoi nimici che·ll'avieno
contastato il passo, che v'erano assai presso accampati, e non si prendeano
guardia, credendo non avessono potuto passare la riviera di Somma, e missegli
inn-isconfitta, onde furono tutti morti e presi; che furono tra a·ccavallo e a
piè parecchi migliaia. Apresso seguiro loro cammino affamati con grandi disagi,
e andarono il venerdì XXV d'agosto tra 'l dì e·lla notte bene XII leghe
piccarde, sanza riposare, con grande affanno e fame, e arrivarono presso
Amiensa a VI leghe a uno luogo e borgo di costa a uno bosco che·ssi chiama
Crescì. E avendo a passare una piccola riviera, ma era profonda, convenne
passassono uno o a due insieme, tanto ch'uscissono del passo, che non aveano
contasto: e sentendo che 'l re di Francia gli seguitava, sì s'acamparono in
quello luogo fuori della villa di Crescì in su uno colletto tra Crescì e
Albavilla in Ponti; e per afforzarsi, sentendosi troppo men gente che'
Franceschi, e per loro sicurtà, chiusono l'oste di carri, che·nn'aveano assai
di loro e del paese, e·llasciarvi una entrata, con intenzione, e non potendo
schifare la battaglia, disposti di combattere e di volere anzi morire in
battaglia che morire di fame, che·lla fuga non avea luogo. E ordinò il re
d'Inghilterra i suoi arcieri, che·nn'avea gran quantità su per le carra, e tali
di sotto e con bombarde che saettavano pallottole di ferro con fuoco, per
impaurire e disertare i cavalli di Franceschi. E della sua cavalleria il dì
apresso fece dentro al carrino III schiere; della prima fu capitano il
figliuolo del re della seconda il conte di Rondello, della terza il re
d'Inghilterra; e chi era a·ccavallo isciese a piè co' cavalli a destro per
prendere lena e confortarsi di mangiare e di bere.
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