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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo terzo
    • Libro tredecimo
      • LXIX               Come Luigi il giovane, che tiene la Cicilia, riebbe Melazzo, e trattò di fare parentado e lega col re d'Ungheria.
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LXIX

 

           

Come Luigi il giovane, che tiene la Cicilia, riebbe Melazzo, e trattò di fare parentado e lega col re d'Ungheria.

           

A V d'agosto, l'anno MCCCXLVI, Luigi il giovane, figliuolo che fu di don Piero figliuolo di don Federigo, che possiede l'isola di Cicilia, sentendosi per lo suo balio e zio don Guiglielmo, valente uomo d'arme, e per li Ciciliani, la discordia ch'era nel regno di Puglia rede del re Carlo e Ruberto, per la morte del giovane re Andreas, onde adietro è fatta menzione, si puosono assedio alla terra di Melazzo in Cicilia, che·ssi tenea per li detti reali, per mare e per terra, e stettonvi più tempo all'assedio, però che·ll'era molto forte e bene guernita di gente e di vittuaglia. Ma i capitani che v'erano alla guardia, per le dette discordie de' reali del Regno non poteno avere le loro paghe per loro e per la gente v'avieno alla guardia, e veggendo non poteno avere né soccorsorinfrescamento del Regno, cercaro loro concordia co' Ciciliani, e per danari che n'ebbono rendero la terra detto . E nel detto mese essendo venuti in Cicilia ambasciadori del re d'Ungheria per contrario de' detti reali del Regno per trattare lega e compagnia col detto Luigi il giovane che tenea la Cicilia, e adomandaro XXX galee al soldo del detto re d'Ungheria al suo passaggio nel Regno. Guiglielmo zio del detto giovane Luigi, che·ssi facea chiamare duca d'Atene, ed era balìo del detto Luigi, e governatore dell'isola di Cicilia, si trattarono e ragionarono di fare parentado che il detto Luigi, torrebbe per moglie la sirocchia del detto re d'Ungheria, e promise di darli aiuto, quando volesse passare nel Regno, di XL galee armate al soldo del detto Luigi; e mandò in Ungheria suoi ambasciadori in su una galea armata per confermare la detta lega e matrimonio. Ma venuti in Ungheria gli ambasciadori di quello di Cicilia, dimandavano di rimanere libero re di Cicilia, e dimandavano Reggio in Calavra e altre terre che vi tenea l'avolo suo don Federigo; la qual domanda il re d'Ungheria non accettò, ma sarebbe condisceso a lasciarli l'isola, rispondendogli certo censo, e rimanendo a quello d'Ungheria il risortoll'apello come sovrano, e il titolo del reame. A·cciò non s'accordarono quelli di Cicilia, e rimase il trattato, e poi il tennero co' reali di Puglia. Il finecche ne vennero si dirà inanzi a tempo e luogo, quando saremo sopra la detta matera.

 




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