LXXVII
Ancora
della guerra di Guascogna.
Dopo la
sconfitta ch'ebbe il re di Francia dal re d'Inghilterra a Crescì, come adietro
facemmo menzione, il conte d'Ervi, ch'era per lo re d'Inghilterra in Guascogna,
non istette ozioso, ma più vigorosamente e con più audacia e baldanza con sua
oste proccedette contro alla gente del re di Francia, cavalcando il paese; e·lla
gente del re di Francia impaurita e sbigottita molto, però che se n'era partito
meser Giovanni figliuolo del re di Francia con sua oste, e venuto verso Parigi
per la vittoria ch'ebbe il re d'Inghilterra sopra il re di Francia a Crescì;
sì·lli si arrendéo la terra di San Giovanni Angiulini, e·lla città di Pittieri,
e·lLisignano, e Minorto, e Santi in Santogia, con più altre castella e ville,
sanza alcuna risistenza; e quelle rubò d'ogni sustanzia, e ritennesi San
Giovanni e·lLisignano e Minorto, e quelle fornì di sua gente per guerreggiare
il paese; onde il paese era in gran tremore, e tutta tolosana infino a Tolosa.
Fatto il conte d'Ervi il detto conquisto, fornì le terre e frontiere di gente
d'arme, e tornossi inn-Inghilterra. Partito il conte d'Ervi del paese, que' di
Pittieri colle loro vicinanze, sanz'altro capitano del re di Francia, feciono
una cavalcata, credendosi riprendere Lisignano che facea loro una grande
guerra, e furonvi isventuratamente sconfitti dal conte di Monforte, ed erano
tre cotanti che·lla gente del re d'Inghilterra; e così aviene chi è in volta di
fortuna. Lasceremo alquanto della guerra del re di Francia a quello
d'Inghilterra, e diremo del nuovo eletto imperadore.
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