LXXIX
Di novità
fatte in Firenze per cagione degli ufici del Comune.
Nel detto
anno, avendosi in Firenze novelle della confermazione e prima coronazione del
nuovo imperadore Carlo di Buem, come detto avemo, considerando ch'egli era
nipote dello 'mperadore Arrigo di Luzimborgo, il quale fu all'asedio di
Firenze, e trattocci come suoi nimici e ribelli, come ne' suoi processi al suo
tempo facemmo menzione; e con tutto che 'l papa e·lla Chiesa mostri di
favorallo, per quelli della parte guelfa in Firenze se n'ebbe gran sospetto. E
sentendo e sapiendo che ne' bossoli, overo borse della lezione de' priori avea
mischiati più Ghibellini sotto nome d'artefici delle XXI capitudini dell'arti,
e d'esere buoni uomini e popolari, più consigli se ne tennero per correggere la
detta lezione de' priori. Ma era tanto il podere delle capitudini dell'arti e
delli artefici, e per tema di non comuovere la terra a romore e ad arme, che si
rimase di non fare cerna, o toccare la lezione di priori; ma per contentare in
parte i Guelfi si fece a dì XX di gennaio, dicreto e riformagione che d'allora
inanzi nullo Ghibellino, il quale, elli o suo padre, suo congiunto, dal MCCCI
in qua fosse stato ribello, o in terra ribella stato, o venuto contro al nostro
Comune, potesse avere niuno uficio; e se fosse eletto, pena a' lettori o·llui
che ricevesse fiorini M d'oro o·lla testa; e che niuno altro, il quale non
fosse vero Guelfo e amatore di parte di santa Chiesa, bene ch'elli né suoi non
fossono stati ribelli, non possa avere alcuno uficio, a pena di libre D e alle
signorie, ove ne fosse acusato, pena libre M se nol condannasse; e·lla pruova
di ciò si dovesse fare per VI testimoni di piuvica fama, aprovati i detti
testimoni fossero idoni, se·ll'accusato fosse artefice, per li consoli di sua
arte, e se fosse l'accusato iscioperato, i detti VI testimoni aprovati per li
priori, e XII loro consiglieri; e funne condannato Ubaldino Infangati, perché
accettò l'uficio di XVI sopra i sindacati de' falliti in libre D; e alcuni
altri per quello uficio e altri ufici, per non esere condannati né
isvergognati, non accettaro né vollono giurare i detti ufici, e altri Guelfi
furono messi in quello scambio.
|