LXXXII
Di certe
novità che furono nel castello di Sa·Miniato e come si diedono alla signoria e
guardia del Comune di Firenze per V anni.
Nel detto
anno, del mese di febraio, essendo podestà di Sa·Miniato mesere Guiglielmo
delli Oricellai popolano di Firenze, volendo fare giustizia di certi malfattori
i quali erano masnadieri di Malpigli e Mangiadori, le dette case co·lloro
sforzo d'amici con armata mano levaro la terra a romore, e per forza tolsono i
malfattori alla detta podestà, e voleno disfare gli ordini del popolo. Se non
che' popolani di Sa·Miniato furono ad arme, e col sùbito soccorso delle masnade
di Fiorentini ch'erano nel Valdarno di sotto, a·ccavallo e a piè vi trassono,
onde il popolo si difese e guarentì, e 'l Comune di Firenze vi mandò loro
ambasciadori per riformare la terra, e così feciono; per la qual cosa il popolo
e Comune di Sa·Miniato, di loro buona volontà e per vivere in pace, dierono la
signoria e guardia della loro terra al Comune di Firenze per V anni. E poi per
fortificare il popolo di Sa·Miniato si fece, dì XIII d'ottobre MCCCXLVII,
riformagione in Firenze, che' grandi di Firenze s'intendessono e fossono grandi
e trattati per grandi in Sa·Miniato, acciò che non potessono fare forza e
violenze a' popolani, e che i grandi di Sa·Miniato s'intendessono per grandi in
Firenze. E ordinossi di raforzare la rocca e fare via chiusa di mura larga
braccia XVI dalla rocca alle mura di fuori, con una porta, alle spese comuni
del Comune di Firenze e di Sa·Miniato, acciò che 'l Comune di Firenze avesse
spedita l'entrata ella guardia della detta rocca. E ordinossi di fare un ponte
sopra il fiume de l'Elsa alle spese de' detti due Comuni, acciò che quando
bisognasse, ad ogni tempo, la forza di Fiorentini potesse essere in Sa·Miniato
alla loro difesa.
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