XC
Di grandi
novitadi che furono in Roma, e come i Romani feciono tribuno del popolo.
Nel detto
anno, a dì XX di maggio, il dì di Pentecosta, essendo tornato a Roma uno
Niccolò di... ch'era andato a corte del papa per lo popolo di Roma a
richiederlo che venisse a dimorare alla sedia di san Piero, come dovea, colla
sua corte; e avendoli il papa di ciò data buona ma vana speranza, si ragunò
parlamento in Roma, ove si congregò molto popolo, e in quello isposta sua
ambasciata con savie e ornate parole, come quelli che di rettorica era maestro,
com'elli avea ordinato con certi caporali del popolo minuto, a grido fu fatto
tribuno del popolo e messo in Campidoglio in signoria. E di presente che fu
fatto signore tolse ogni signoria e stato a' noboli di Roma e d'intorno, e
fecene prendere de' caporali, che mantenieno le ruberie in Roma e d'intorno, e
fecene fare aspre giustizie, e mandò a' confini certi degli Orsini e Colonnesi
e altri noboli di Roma, e tutti gli altri se n'andarono quasi fuori di Roma
a·lloro terre e castella per fuggire la furia del detto tribuno e del popolo, e
tolse loro il tribuno ogni fortezza della terra. E ordinò oste contra il
prefetto e alla città di Viterbo, che no·llo ubbidiva; e in brieve per sua
rigida giustizia Roma e intorno fu in tanta sicurtà, che di dì e di notte vi si
potea andare salvamente. E mandò lettere a tutte le caporali città d'Italia, e
una ne mandò al nostro Comune, con molto eccellente dittato; e poi ci mandò V
solenni ambasciadori, gloriando sé, e poi il nostro Comune, e come la nostra
città era figliuola di Roma e fondata e dificata dal popolo di Roma, e
richiesene d'aiuto alla sua oste. A' quali ambasciadori fu fatto grande onore,
e mandati a Roma al tribuno cento cavalieri, e proferto maggiore aiuto, quando
bisognasse; e' Perugini gline mandaro CL. E poi il dì di san Piero in Vincola,
dì primo d'agosto, come avea significato inanzi per sue lettere e ambasciadori,
fecesi il detto tribuno fare cavaliere al sindaco del popolo di Roma all'altare
di Santo Pietro; e prima per grandezza si bagnò a·lLaterano nella conca del
paragone, che v'è, ove si bagnò Gostantino imperadore, quando santo Salvestro
papa il guarì della lebbra. E fatta la grande corte e festa di sua cavalleria,
ragunato il popolo, fece uno gran sermone, dicendo come volea riformare tutta
Italia all'ubidienzia di Roma al modo antico, mantegnendo le città i·lloro
libertà e giustizia, e fece trarre fuori certe nuove insegne ch'avea fatte
fare, e una ne diè al sindaco del Comune di Perugia coll'arme di Giulio Cesare,
il campo vermiglio e·ll'aguglia d'oro; un'altra ne trasse di nuova fazione,
dov'era una donna vecchia a sedere in figura di Roma, e dinanzi le stava ritta
una donna giovane colla figura del mappamondo in mano, rapresentando alla
figura della città di Firenze, che 'l porgesse a Roma, e fece chiamare se
v'avesse sindaco del Comune di Firenze; e non essendovi, la fece porre ad alti
in su una stacca, e disse: “E' verrà bene chi·lla prenderà a tempo e luogo”. E
più altre insegne diede a' sindachi d'altre città vicine e circustanze di Roma;
e quello dì fece impiccare il signore di Corneto, che facea rubare il paese
d'intorno a Roma. E·cciò fatto, fece a grido nel detto parlamento invocare, e
poi per sue lettere citare i lettori dello 'mperio della Magna, e Lodovico di
Baviera detto Bavero, che·ss'era fatto imperadore, e Carlo di Buem, che
novellamente s'era fatto imperadore, che d'allora alla Pentecosta a venire
fossono a Roma a mostrare la loro lezione, e con che titolo si facieno chiamare
imperadori, e' lettori dovessono mostrare autoritade li avessono eletti; e fece
trarre fuori e piuvicare certi privilegi del papa, come avea commessione di ciò
fare. Lasceremo alquanto della nuova e grande impresa del nuovo tribuno di
Roma, che tutto a tempo vi potremo ritornare, se·lla sua signoria e stato arà
podere con efetto, con tutto che per li savi e discreti si disse infino allora
che·lla detta impresa del tribuno era un'opera fantastica e da poco durare; e
diremo alquanto di certe novità occorse in que' tempi alla città di Firenze.
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