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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo terzo
    • Libro tredecimo
      • XC               Di grandi novitadi che furono in Roma, e come i Romani feciono tribuno del popolo.
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XC

 

           

Di grandi novitadi che furono in Roma, e come i Romani feciono tribuno del popolo.

           

Nel detto anno, a XX di maggio, il di Pentecosta, essendo tornato a Roma uno Niccolò di... ch'era andato a corte del papa per lo popolo di Roma a richiederlo che venisse a dimorare alla sedia di san Piero, come dovea, colla sua corte; e avendoli il papa di ciò data buona ma vana speranza, si ragunò parlamento in Roma, ove si congregò molto popolo, e in quello isposta sua ambasciata con savie e ornate parole, come quelli che di rettorica era maestro, com'elli avea ordinato con certi caporali del popolo minuto, a grido fu fatto tribuno del popolo e messo in Campidoglio in signoria. E di presente che fu fatto signore tolse ogni signoria e stato a' noboli di Roma e d'intorno, e fecene prendere de' caporali, che mantenieno le ruberie in Roma e d'intorno, e fecene fare aspre giustizie, e mandò a' confini certi degli Orsini e Colonnesi e altri noboli di Roma, e tutti gli altri se n'andarono quasi fuori di Romalloro terre e castella per fuggire la furia del detto tribuno e del popolo, e tolse loro il tribuno ogni fortezza della terra. E ordinò oste contra il prefetto e alla città di Viterbo, che no·llo ubbidiva; e in brieve per sua rigida giustizia Roma e intorno fu in tanta sicurtà, che di e di notte vi si potea andare salvamente. E mandò lettere a tutte le caporali città d'Italia, e una ne mandò al nostro Comune, con molto eccellente dittato; e poi ci mandò V solenni ambasciadori, gloriando sé, e poi il nostro Comune, e come la nostra città era figliuola di Roma e fondata e dificata dal popolo di Roma, e richiesene d'aiuto alla sua oste. A' quali ambasciadori fu fatto grande onore, e mandati a Roma al tribuno cento cavalieri, e proferto maggiore aiuto, quando bisognasse; e' Perugini gline mandaro CL. E poi il di san Piero in Vincola, primo d'agosto, come avea significato inanzi per sue lettere e ambasciadori, fecesi il detto tribuno fare cavaliere al sindaco del popolo di Roma all'altare di Santo Pietro; e prima per grandezza si bagnòlLaterano nella conca del paragone, che v'è, ove si bagnò Gostantino imperadore, quando santo Salvestro papa il guarì della lebbra. E fatta la grande corte e festa di sua cavalleria, ragunato il popolo, fece uno gran sermone, dicendo come volea riformare tutta Italia all'ubidienzia di Roma al modo antico, mantegnendo le cittàlloro libertà e giustizia, e fece trarre fuori certe nuove insegne ch'avea fatte fare, e una ne diè al sindaco del Comune di Perugia coll'arme di Giulio Cesare, il campo vermiglioll'aguglia d'oro; un'altra ne trasse di nuova fazione, dov'era una donna vecchia a sedere in figura di Roma, e dinanzi le stava ritta una donna giovane colla figura del mappamondo in mano, rapresentando alla figura della città di Firenze, che 'l porgesse a Roma, e fece chiamare se v'avesse sindaco del Comune di Firenze; e non essendovi, la fece porre ad alti in su una stacca, e disse: “E' verrà bene chi·lla prenderà a tempo e luogo”. E più altre insegne diede a' sindachi d'altre città vicine e circustanze di Roma; e quello fece impiccare il signore di Corneto, che facea rubare il paese d'intorno a Roma. E·cciò fatto, fece a grido nel detto parlamento invocare, e poi per sue lettere citare i lettori dello 'mperio della Magna, e Lodovico di Baviera detto Bavero, che·ss'era fatto imperadore, e Carlo di Buem, che novellamente s'era fatto imperadore, che d'allora alla Pentecosta a venire fossono a Roma a mostrare la loro lezione, e con che titolo si facieno chiamare imperadori, e' lettori dovessono mostrare autoritade li avessono eletti; e fece trarre fuori e piuvicare certi privilegi del papa, come avea commessione di ciò fare. Lasceremo alquanto della nuova e grande impresa del nuovo tribuno di Roma, che tutto a tempo vi potremo ritornare, se·lla sua signoria e stato arà podere con efetto, con tutto che per li savi e discreti si disse infino allora che·lla detta impresa del tribuno era un'opera fantastica e da poco durare; e diremo alquanto di certe novità occorse in que' tempi alla città di Firenze.

 




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