XCI
Di certe
tempeste e fuochi che furono in Firenze.
Nel detto
anno, a dì XX e dì XXII del mese d'aprile, furono in Firenze e d'intorno grandi
turbichi di piove e tuoni e baleni oltre all'usato modo. E caddono nella città
e di fuori più folgori, e alcuna n'abatté certi merli delle mura. Poi a dì
XVIII e dì XX di giugno furono per simile modo gran piogge, gragnuole, tuoni e
folgori, guastando frutti e biade in più parti del contado. Per la qual cosa il
vescovo di Firenze col chericato e grande popolo andarono per la terra a
processione per III dì, pregando Iddio la cessasse; e come gli piacque, così
fece. E·lla notte vegnente, il dì di san Giovanni, a dì XXIIII di giugno,
s'aprese fuoco in Porta Rossa contra alla via traversa che va a casa gli
Strozzi, ove arsono più di XX case, sanza quelle si disfeciono d'intorno per
ispegnerlo, con grande danno e disuluzione della contrada, e morìvi più maestri
di rovina di case, che caddono loro adosso. E ne' detti dì s'aprese in più
parti di Firenze con danno di più case e forni. E nota, lettore, quante
tempeste occorse in questo anno alla nostra città, di fame, mortalità, rovina,
tempeste, e fuochi, e discordie tra' cittadini, per li soperchi di nostri
peccati. Piaccia a·dDio che questi segni ci correggano de' nostri difetti,
acciò che Iddio non ci condanni a maggiori giudici, che paura ne fanno, sì è
fallita la fede e caritade tra' cittadini.
|