CII
Come i
reali del reame di Tunisi per loro discordie s'uccisono insieme.
Regnando in
Tunisi e nel suo reame Mule Buchieri, che tanto è a dire Mule in saracinesco
come Re in nostro latino; questi fu quello re di cui facemmo menzione adietro
nel capitolo delle trallazioni del detto reame di Tunisi; questi era gran
signore e sotto lui più reami, e avea più figliuoli di più mogli e amiche,
ch'avea al modo saracinesco; venne a morte del mese d'ottobre MCCCXLVI. E
a·lloro modo fece suo testamento, e lasciò che fosse re apresso lui un suo
figliuolo chiamato Calido, il quale, quando morì il padre, nonn-era in Tunisi.
Un altro suo figliuolo giovane di XXVI anni, pro' e ardito, ch'avea nome Amare,
ch'alla morte del padre si trovò in Tunisi, e acordandosi col siniscalco del
regno, il quale avea nome Con Betteframo, ed era apresso il re il maggiore
signore del reame, col suo aiuto si fece coronare re allora sanza alcuno
contasto. Sentendo ciò Calido l'altro fratello, cui il padre avea lasciato che
fosse re, s'acostò co' signori delli Arabi, i quali signoreggiavano le terre
campestre e·lle montagne (e sempre stanno a campo co·lloro tende, e non hanno
città né castella né ville né case murate), e con grande sforzo d'Arabi venne a
Buggea con sua oste. Amare, che s'era fatto re, col suo siniscalco e con sua
oste uscirono di Tunisi, e di lungi X miglia verso Buggea s'acamparono. Ma il
vizio della ingratitudine che regnava nel re Amare, non trattava bene il suo
siniscalco, che gli avea data la signoria, ma tutto dì il minacciava di farlo morire.
Il quale per tema della fellonia del re Amare si partì dell'oste da·llui, e
tornossi a Tunisi; e di là con sua gente n'andò nel Garbo, e Amare re con tutta
sua oste n'andò a Buggea. Calido cogli Arabi venne a Tunisi, e sanza contasto
entrò nella terra, e di presente si diede a' diletti carnali, standosi a'
giardini reali, che sono molto dilettevoli, e soggiornando in bagni con sue
femmine stando in vita disoluta. E avendo con non buona providenza dato congio
alli Arabi, che·ll'avieno rimesso in signoria, e non provedendosi della guerra
del fratello, Amare venne a Tunisi con IIm cavalieri; e giunto di fuori di
Tunisi fece asapere a' soldati cristiani ch'erano nella terra di sua venuta, i
quali gli promisono, per danari fece loro profferere, di seguirlo, ed elli con
CCC uomini a cavallo scalò in più parti le mura della città, ed entrò dentro
sanza contasto. Lo re Calido sentendo ciò, salì a·ccavallo disarmato con due
suoi fratelli, l'uno re di Susa e l'altro di Sachisi, i quali elli avea tratti
di prigione, ove gli avea messi il re Amare loro fratello, quando prese la
signoria. E andando i detti per la città di Tunisi gridando a borgesi che 'l
dovessono atare, rispuosono che di ciò non si travaglierebbono, che così avieno
per loro signore l'uno fratello come l'altro. Andando per lo detto modo lo re
Calido per la terra, certi Cristiani rinegati l'assalirono, e uno gli lanciò
una lancia, e fedillo, onde cadde a terra del cavallo, e incontanente gli fu
tagliata la testa, e presentata a·re Amare; la qual fece mettere in su una
lancia, e mandarla per tutta la terra; e gli altri due fratelli presi, fece
loro tagliare le mani, e poi infra tre dì gli fece morire, e più altri caporali
delli Arabi ch'avieno seguito il re Calido fece il somigliante. E·cciò fatto,
il re Amare sedette nella sedia reale come re, faccendosi fare l'omaggio e
reverenza a tutte maniere di genti, e regnò apresso X mesi in pace, faccendo
grandi feste con disoluta vita e mali reggimenti.
Benteframo e
Betara siniscalchi che s'erano ribellati da·llui, e iti al re del Garbo, detto
Bulafere, come adietro facemmo menzione, commossono il detto re del Garbo
contra i·re Amare per le sue scellerate opere, e mossesi con grande oste di
XXXm a cavallo, tra' quali avea IIm Cristiani, e venne verso Tunisi, e per mare
mandò un suo amiraglio con VIIII galee e altri legni; e giunto il detto Bulafar
re del Garbo con sua oste a Buggea, l'ebbe sanza contasto niuno, e simile la
terra di Gostantina, e trasse delle dette terre i reali e possenti, e quelli
mandò nel Garbo con buona guardia, e fornì le dette terre di sue genti.
Lo re Amare
di Tunisi sentendo la venuta del re del Garbo, s'aparecchiò di ragunare sua
oste per venirli incontro infino a Buggea, e uscì di Tunisi a dì XI d'agosto
MCCCXLVII con IImD cavalieri, aspettando a campo il suo soccorso, che tuttora
gli venia. E in quella istanza ebbe novelle come il navile del re del Garbo era
arrivato nel porto di Tunisi, onde tornò a Tunisi per difendere la terra, e al
continovo facea badaluccare con balestra e archi, acciò che quelli del navile
non prendessono terra. In questa stanza il re del Garbo con sua oste a piccole
giornate ne venne verso Tunisi. Lo re Amare di Tunisi veggendosi così assalire
per terra e per mare, e che·lla sua forza e 'l séguito non era forte alla forza
de' suoi nimici, si partì di Tunisi con M Barberi, né' soldati cristiani nol
vollono seguire per la sua avarizia, e andonne verso il Caroano per andarsene
alla città di Susa. Allora l'amiraglio ch'era nel porto iscese alla terra con D
balestrieri, e furono riceuti in Tunisi come signori. E poi apresso vi venne
entrando della gente del re del Garbo; e 'l re del Garbo sentendo che 'l re
Amar s'era partito di Tunisi per la via del Caroano, il fece seguire a un suo
amiraglio con IIIIm uomini a cavallo, comandandogli gli apresentasse il re Amar
o morto o vivo; il quale seguendolo, il trovaro di lungi a Tunisi C miglia con
poca compagnia a una fontana, ove abeveravano loro e loro cavalli; il quale
asalito dal detto amiraglio, fu fedito e morto, e tagliatoli il capo; e'
compagni che furono presi menati prigioni al re del Garbo, e presentatali la
testa del re Amar; e certificatosi il re del Garbo ch'ell'era di vero la sua
testa, la mandò a Tunisi, e fecela sopellire tra' reali. E·llo re Bufar con sua
oste s'apressò alla città di Tunisi, e·lla città e 'l regno ebbe al suo
comandamento sanza contasto niuno, che·ggià v'era dentro la sua gente e per
mare e per terra, come avemo detto dinanzi; e solo uno dì stette in Tunisi, e
ciò fu del mese di gennaio MCCCXLVII. E rifermata la città e 'l reame
d'uficiali di sua gente, fece prendere tutti i regoli, overo i reali,
discendenti del re Bucchieri detto dinanzi, ove che fossono nel reame, che da
LX erano, o più, e con buona guardia gli mandò nel Garbo; e dov'egli era stato
a campo da IIII miglia di fuori di Tunisi, fece ordinare si dificasse una terra
a modo di bastita, e quivi sogiornò con sue femine a gran festa.
Or nota,
lettore, e ricogli quello ch'avemo detto nel presente capitolo, e troverrai che
per li peccati della superbia e avarizia e lussuria principalmente venuta tra
fratelli e congiunti, volendo l'uno all'altro torre lo stato e signoria, quanti
micidi e altra distruzione avenne in poco di tempo a' figliuoli e discendenti
reali del re Bucchieri di Tunisi, onde il loro lignaggio fu distrutto. E per
simile modo in questi tempi avennero tra·nnoi Cristiani tra' reali del regno di
Puglia, com'era già cominciato per la morte del re Andreas, e seguinne apresso,
come assai tosto ne faremo menzione. Lasceremo de' fatti de' Barberi del regno
d'Africa, ch'assai n'avemo detto, e torneremo a dire de' fatti di questo nostro
paese d'Italia, ch'assai ci cresce materia.
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