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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo terzo
    • Libro tredecimo
      • CII               Come i reali del reame di Tunisi per loro discordie s'uccisono insieme.
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CII

 

           

Come i reali del reame di Tunisi per loro discordie s'uccisono insieme.

           

Regnando in Tunisi e nel suo reame Mule Buchieri, che tanto è a dire Mule in saracinesco come Re in nostro latino; questi fu quello re di cui facemmo menzione adietro nel capitolo delle trallazioni del detto reame di Tunisi; questi era gran signore e sotto lui più reami, e avea più figliuoli di più mogli e amiche, ch'avea al modo saracinesco; venne a morte del mese d'ottobre MCCCXLVI. E a·lloro modo fece suo testamento, e lasciò che fosse re apresso lui un suo figliuolo chiamato Calido, il quale, quando morì il padre, nonn-era in Tunisi. Un altro suo figliuolo giovane di XXVI anni, pro' e ardito, ch'avea nome Amare, ch'alla morte del padre si trovò in Tunisi, e acordandosi col siniscalco del regno, il quale avea nome Con Betteframo, ed era apresso il re il maggiore signore del reame, col suo aiuto si fece coronare re allora sanza alcuno contasto. Sentendo ciò Calido l'altro fratello, cui il padre avea lasciato che fosse re, s'acostò co' signori delli Arabi, i quali signoreggiavano le terre campestrelle montagne (e sempre stanno a campo co·lloro tende, e non hanno cittàcastellavillecase murate), e con grande sforzo d'Arabi venne a Buggea con sua oste. Amare, che s'era fatto re, col suo siniscalco e con sua oste uscirono di Tunisi, e di lungi X miglia verso Buggea s'acamparono. Ma il vizio della ingratitudine che regnava nel re Amare, non trattava bene il suo siniscalco, che gli avea data la signoria, ma tutto il minacciava di farlo morire. Il quale per tema della fellonia del re Amare si partì dell'oste da·llui, e tornossi a Tunisi; e di con sua gente n'andò nel Garbo, e Amare re con tutta sua oste n'andò a Buggea. Calido cogli Arabi venne a Tunisi, e sanza contasto entrò nella terra, e di presente si diede a' diletti carnali, standosi a' giardini reali, che sono molto dilettevoli, e soggiornando in bagni con sue femmine stando in vita disoluta. E avendo con non buona providenza dato congio alli Arabi, che·ll'avieno rimesso in signoria, e non provedendosi della guerra del fratello, Amare venne a Tunisi con IIm cavalieri; e giunto di fuori di Tunisi fece asapere a' soldati cristiani ch'erano nella terra di sua venuta, i quali gli promisono, per danari fece loro profferere, di seguirlo, ed elli con CCC uomini a cavallo scalò in più parti le mura della città, ed entrò dentro sanza contasto. Lo re Calido sentendo ciò, salìccavallo disarmato con due suoi fratelli, l'uno re di Susa e l'altro di Sachisi, i quali elli avea tratti di prigione, ove gli avea messi il re Amare loro fratello, quando prese la signoria. E andando i detti per la città di Tunisi gridando a borgesi che 'l dovessono atare, rispuosono che di ciò non si travaglierebbono, che così avieno per loro signore l'uno fratello come l'altro. Andando per lo detto modo lo re Calido per la terra, certi Cristiani rinegati l'assalirono, e uno gli lanciò una lancia, e fedillo, onde cadde a terra del cavallo, e incontanente gli fu tagliata la testa, e presentatare Amare; la qual fece mettere in su una lancia, e mandarla per tutta la terra; e gli altri due fratelli presi, fece loro tagliare le mani, e poi infra tre gli fece morire, e più altri caporali delli Arabi ch'avieno seguito il re Calido fece il somigliante. E·cciò fatto, il re Amare sedette nella sedia reale come re, faccendosi fare l'omaggio e reverenza a tutte maniere di genti, e regnò apresso X mesi in pace, faccendo grandi feste con disoluta vita e mali reggimenti.

Benteframo e Betara siniscalchi che s'erano ribellati da·llui, e iti al re del Garbo, detto Bulafere, come adietro facemmo menzione, commossono il detto re del Garbo contra i·re Amare per le sue scellerate opere, e mossesi con grande oste di XXXm a cavallo, tra' quali avea IIm Cristiani, e venne verso Tunisi, e per mare mandò un suo amiraglio con VIIII galee e altri legni; e giunto il detto Bulafar re del Garbo con sua oste a Buggea, l'ebbe sanza contasto niuno, e simile la terra di Gostantina, e trasse delle dette terre i reali e possenti, e quelli mandò nel Garbo con buona guardia, e fornì le dette terre di sue genti.

Lo re Amare di Tunisi sentendo la venuta del re del Garbo, s'aparecchiò di ragunare sua oste per venirli incontro infino a Buggea, e uscì di Tunisi a XI d'agosto MCCCXLVII con IImD cavalieri, aspettando a campo il suo soccorso, che tuttora gli venia. E in quella istanza ebbe novelle come il navile del re del Garbo era arrivato nel porto di Tunisi, onde tornò a Tunisi per difendere la terra, e al continovo facea badaluccare con balestra e archi, acciò che quelli del navile non prendessono terra. In questa stanza il re del Garbo con sua oste a piccole giornate ne venne verso Tunisi. Lo re Amare di Tunisi veggendosi così assalire per terra e per mare, e che·lla sua forza e 'l séguito non era forte alla forza de' suoi nimici, si partì di Tunisi con M Barberi, né' soldati cristiani nol vollono seguire per la sua avarizia, e andonne verso il Caroano per andarsene alla città di Susa. Allora l'amiraglio ch'era nel porto iscese alla terra con D balestrieri, e furono riceuti in Tunisi come signori. E poi apresso vi venne entrando della gente del re del Garbo; e 'l re del Garbo sentendo che 'l re Amar s'era partito di Tunisi per la via del Caroano, il fece seguire a un suo amiraglio con IIIIm uomini a cavallo, comandandogli gli apresentasse il re Amar o morto o vivo; il quale seguendolo, il trovaro di lungi a Tunisi C miglia con poca compagnia a una fontana, ove abeveravano loro e loro cavalli; il quale asalito dal detto amiraglio, fu fedito e morto, e tagliatoli il capo; e' compagni che furono presi menati prigioni al re del Garbo, e presentatali la testa del re Amar; e certificatosi il re del Garbo ch'ell'era di vero la sua testa, la mandò a Tunisi, e fecela sopellire tra' reali. E·llo re Bufar con sua oste s'apressò alla città di Tunisi, e·lla città e 'l regno ebbe al suo comandamento sanza contasto niuno, che·ggià v'era dentro la sua gente e per mare e per terra, come avemo detto dinanzi; e solo uno stette in Tunisi, e ciò fu del mese di gennaio MCCCXLVII. E rifermata la città e 'l reame d'uficiali di sua gente, fece prendere tutti i regoli, overo i reali, discendenti del re Bucchieri detto dinanzi, ove che fossono nel reame, che da LX erano, o più, e con buona guardia gli mandò nel Garbo; e dov'egli era stato a campo da IIII miglia di fuori di Tunisi, fece ordinare si dificasse una terra a modo di bastita, e quivi sogiornò con sue femine a gran festa.

Or nota, lettore, e ricogli quello ch'avemo detto nel presente capitolo, e troverrai che per li peccati della superbia e avarizia e lussuria principalmente venuta tra fratelli e congiunti, volendo l'uno all'altro torre lo stato e signoria, quanti micidi e altra distruzione avenne in poco di tempo a' figliuoli e discendenti reali del re Bucchieri di Tunisi, onde il loro lignaggio fu distrutto. E per simile modo in questi tempi avennero tra·nnoi Cristiani tra' reali del regno di Puglia, com'era già cominciato per la morte del re Andreas, e seguinne apresso, come assai tosto ne faremo menzione. Lasceremo de' fatti de' Barberi del regno d'Africa, ch'assai n'avemo detto, e torneremo a dire de' fatti di questo nostro paese d'Italia, ch'assai ci cresce materia.

 




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