CIV
Come i
reali col loro sforzo inn-arme si ragunarono alla città di Capova.
Sappiendo la
reina e gli altri reali, onde si facea capo meser Luigi, ch'avea sposata la
detta reina, come Sermona e·ll'altre dette terre s'erano rendute all'ubidienza
del re d'Ungheria, incontanente feciono capo grosso alla città di Capova, acciò
che·lla forza del re d'Ungheria non potessono passare il fiume del Voltorno per
andare verso Napoli. Il prenze di Taranto e il duca di Burazzo vennero a Capova
con più altri baroni, e co·lloro sforzo di gente d'arme, e ritrovarsi con meser
Luigi con più di IImD cavalieri, bene e riccamente montati e bene in arme, e
con popolo grandissimo, e quivi s'accamparono a modo d'oste nella terra e di fuori,
e ogni dì crescea loro sforzo e podere per modo che·sse i detti reali fossono
stati costanti e uniti insieme, per forza di gente che 'l re d'Ungheria avesse,
néd eziandio venendo in persona, non avea podere di passare. Ma a·ccui Idio
vuole per le peccata giudicare, toglie a' signori e a' popoli la forza e·lla
concordia. E così avenne fra' detti reali; che tuttora con poca fermezza
ciancellavano insieme e tali di loro e degli altri gran baroni del Regno
s'intendeano con lettere al segreto col re d'Ungheria. In questa stanza ebbe
più scontrazzi dalla gente de' reali a quella del re d'Ungheria, quando a danno
dell'una parte, e quando dell'altra. Lasceremo alquanto di questa matera infino
alla venuta del re d'Ungheria, e diremo d'altre novità che ne' detti tempi
furono in Roma. La reina e gli altri reali mandarono lettere e ambasciadori in
mezzo novembre al Comune di Firenze per soccorso di Dc cavalieri: fu loro
risposto saviamente come il nostro Comune nonn-era aconcio di travagliarsi
tra·lloro reali inn-opera di guerra, ma tramettersi di pace tra·lloro, come
cari amici.
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