CXVII
Come i
Bostoli furo cacciati d'Arezzo.
Nel detto
anno, all'uscita d'ottobre, quelli della casa de' Bostoli a romore di popolo
furono cacciati d'Arezzo per forze e tirannie che facieno a' cittadini popolari
di quella; e bene che inn-Arezzo fossono capo di parte guelfa, egli erano
isconoscenti e ingrati, spezialmente contro al nostro Comune di Firenze; che
quando erano fuori d'Arezzo cogli altri Guelfi, erano sostenuti al soldo del
nostro Comune, e fatta per loro la guerra contro a' Tarlati; e poi per lo
nostro Comune rimessi in Arezzo in grande stato e signoria. Ed ellino per loro
superbia peggio trattavano i nostri rettori e cittadini che v'erano per lo
Comune di Firenze, e del continovo puttaneggiavano col Comune di Perugia, per
diminuire la signoria del Comune di Firenze, per meglio potere tiranneggiare.
Ma a·cciò non guardò il nostro Comune, perch'erano Guelfi, di fare loro rendere
i beni loro, e ordinalli a' confini a·lloro castella e possesioni fuori
d'Arezzo; ma male stettono contenti ne' termini e confini loro dati, ch'al
continuo stavano in trattati co·lloro amici dentro. E a dì XI d'aprile
seguente, la notte, co·lloro amici a cavallo e a piè vennero alla terra con
iscale scalandola per entrare dentro; furono sentiti e ripinti per forza fuori,
e di presi di quelli d'entro, che rispondieno loro; di certi fu fatta
giustizia, ed ellino e·lloro seguaci condannati per traditori e ribelli.
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