Libro secondo
I
Qui comincia il secondo libro della edificazione di Firenze la prima
volta: come di primo fue edificata la città di Firenze.
Distrutta la città di Fiesole, Cesere con sua oste discese al piano presso
alla riva del fiume d'Arno, là dove Fiorino con sua gente era stato morto da'
Fiesolani, e in quello luogo fece cominciare ad edificare una città, acciò che
Fiesole mai non si rifacesse, e rimandò i cavalieri latini, i quali seco avea,
arricchiti delle ricchezze de' Fiesolani; i quali Latini Tudertini erano
appellati. Cesere adunque, compreso l'edificio della città, e messovi dentro
due ville dette Camarti e villa Arnina, voleva quella appellare per suo nome
Cesaria. Il sanato di Roma sentendolo, non sofferse che per suo nome Cesere la
nominasse; ma feciono dicreto e ordinaro che quegli maggiori signori ch'erano
stati a la guerra di Fiesole e all'asedio dovessono andare a fare edificare con
Cesere insieme, e popolare la detta cittade, e qualunque di loro soprastesse
a·lavorio, cioè facesse più tosto il suo edificio, appellasse la cittade di suo
nome, o come a·llui piacesse. Allora Macrino, Albino, Igneo Pompeo, Marzio
apparecchiati di fornimenti e di maestri, vennero da Roma alla cittade che
Cesere edificava, e inviandosi con Cesere si divisono l'edificare in questo
modo: che Albino prese a smaltare tutta la cittade, che fue uno nobile lavoro e
bellezza e nettezza della cittade, e ancora oggi del detto ismalto si truova
cavando, massimamente nel sesto di San Piero Scheraggio, e in porte San Piero,
e in porte del Duomo, ove mostra fosse l'antica città. Macrino fece fare il
condotto dell'acqua in docce e in arcora, faccendola venire di lungi a la città
per VII miglia, acciò che·lla città avesse abondanza di buona acqua da bere, e
per lavare la cittade; e questo condotto si mosse infino dal fiume detto la
Marina a piè di monte Morello, ricogliendo in se tutte quelle fontane sopra
Sesto, e Quinto, e Colonnata. E in Firenze faceano capo le dette fontane a uno grande
palagio che si chiamava termine, capud aque, ma poi in nostro volgare si
chiamò Capaccia, e ancora oggi in Terma si vede dell'anticaglia. E nota che gli
antichi per santade usavano di bere acque di fontane menate per condotti,
perché erano più sottili e più sane che quelle de' pozzi, però che pochi, o
quasi pochissimi, beveano vino, ma i più acqua di condotto, ma non di pozzo; e
pochissime vigne erano allora. Igneo Pompeo fece fare le mura della cittade di
mattoni cotti, e sopra i muri della città edificò torri ritonde molto spesse,
per ispazio dall'una torre a l'altra di XX cubiti, sicché le torri erano di
grande bellezza e fortezza. Del compreso e giro della città non troviano
cronica che ne faccia menzione; se non che quando Totile Flagellum Dei
la distrusse, fanno le storie menzione ch'ell'era grandissima. Marzio l'altro
signore romano fece fare il Campidoglio al modo di Roma, cioè palagio, overo la
mastra fortezza della cittade, e quello fu di maravigliosa bellezza; nel quale
l'acqua del fiume d'Arno per gora con cavate fogne venia e sotto volte, e in
Arno sotterra si ritornava; e la cittade per ciascuna festa dello sgorgamento
di quella gora era lavata. Questo Campidoglio fu ov'è oggi la piazza di Mercato
Vecchio, di sopra a la chiesa di Santa Maria in Campidoglio: e questo pare più
certo. Alcuni dicono che fu ove oggi si chiama il Guardingo, di costa a la
piazza ch'è oggi del popolo dal palazzo de' priori, la quale era un'altra
fortezza. Guardingo fu poi nomato l'anticaglia de' muri e volte che rimasono
disfatte dopo la distruzione di Totile, e stavanvi poi le meretrici. I detti
signori, per avanzare l'uno l'edificio dell'altro, con molta sollecitudine si
studiavano, ma in uno medesimo tempo per ciascuno fu compiuto; sicché nullo di
loro ebbe aquistata la grazia di nominare la città a sua volontà, sì che per
molti fu al cominciamento chiamata la piccola Roma. Altri l'appellavano Floria,
perché Fiorino fu ivi morto, che fu il primo edificatore di quello luogo, e fu
in opera d'arme e in cavalleria fiore, e in quello luogo e campi intorno ove fu
la città edificata sempre nasceano fiori e gigli. Poi la maggiore parte degli
abitanti furono consenzienti di chiamarla Floria, sì come fosse in fiori
edificata, cioè con molte delizie. E di certo così fu, però ch'ella fu popolata
della migliore gente di Roma, e de' più sofficienti, mandati per gli sanatori
di ciascuno rione di Roma per rata, come toccò per sorte che l'abitassono; e
accolsono co·lloro quelli Fiesolani che vi vollono dimorare e abitare. Ma poi per
lungo uso del volgare fu nominata Fiorenza: ciò s'interpetra spada fiorita. E
troviamo ch'ella fu edificata anni VIcLXXXII dopo l'edificazione di Roma, e
anni LXX anzi la Nativitade del nostro signore Iesù Cristo. E nota, perché i
Fiorentini sono sempre in guerra e in disensione tra loro, che nonn-è da
maravigliare, essendo stratti e nati di due popoli così contrari e nemici e
diversi di costumi, come furono gli nobili Romani virtudiosi, e' Fiesolani
ruddi e aspri di guerra.
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