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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro secondo
      • XX     Torna la storia a' fatti della città di Firenze, e come santo Miniato vi fu martorizzato per Decio imperadore.
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XX

 

 

Torna la storia a' fatti della città di Firenze, e come santo Miniato vi fu martorizzato per Decio imperadore.

 

Dapoi che brievemente avemo fatta alcuna menzione de le nostre città vicine di Toscana, torneremo a nostra materia a raccontare de la nostra città di Firenze; e sì come innarrammo dinanzi, la detta città si resse grande tempo al governo e signoria degl'imperadori di Roma, e spesso venieno gl'imperadori a soggiornare in Firenze quando passavano in Lombardia, e ne la Magna, e in Francia al conquisto delle province. E troviamo che Decio imperadore l'anno suo primo, ciò fu gli anni di Cristo CCLII, essendo in Firenze sì come camera d'imperio, dimorandovi a suo diletto, e il detto Decio perseguitando duramente i Cristiani dovunque gli sentiva e trovava, udì dire come il beato santo Miniato eremita abitava presso a Firenze con suoi discepoli e compagni, in una selva che si chiamava Arisbotto fiorentina, di dietro dove è oggi la sua chiesa sopra la città di Firenze. Questo beato Miniato fu figliuolo del re d'Erminia primogenito, e lasciato il suo reame per la fede di Cristo, per fare penitenzia e dilungarsi dal suo regno passò di qua da mare al perdono a Roma, e poi si ridusse nella detta selva, la quale allora era salvatica e solitaria, però che la città di Firenze non si stendeaera abitata di da l'Arno, ma era tutta di qua, salvo che uno solo ponte v'avea sopra l'Arno, non però dove sono oggi, ma si dice per molti ch'era l'antico ponte de' Fiesolani, il quale era da Girone a Candegghi: e quella era l'antica e diritta strada e cammino da Roma a Fiesole, e per andare in Lombardia e di da' monti. Il detto Decio imperadore fece prendere il detto beato Miniato, come racconta la sua storia: grandi doni e proferte gli fece fare, sì come a figliuolo di re, acciò che rinegasse Cristo; e elli costante e fermo nella fede non volle suoi doni, ma sofferse diversi martiri; a la fine il detto Decio gli fece tagliare la testa ove è oggi la chiesa di Santa Candida a la Croce al Gorgo; e più fedeli di Cristo ricevettono martirio in quello luogo. E tagliata la testa del beato Miniato, per miracolo di Cristo co le sue mani la ridusse al suo imbusto, e co' suoi piedi andò e valicò l'Arno, e salì in sul poggio dove è oggi la chiesa sua, che allora v'avea uno piccolo oratorio in nome del beato Piero Appostolo, dove molti corpi di santi martiri furono soppelliti; e in quello luogo santo Miniato venuto, rendé l'anima a Cristo, e il suo corpo per gli Cristiani nascosamente fu ivi soppellito; il quale luogo per gli meriti del beato santo Miniato da' Fiorentini, dapoi che furono divenuti Cristiani, fue divotamente venerato, e fattavi una picciola chiesa al suo onore. Ma la grande e nobile chiesa de' marmi che v'è oggi a' nostri tempi troviamo che fue poi fatta per lo procaccio del venerabile padre messere Alibrando vescovo e cittadino di Firenze negli anni di Cristo MXIII, cominciata a XXVI del mese d'aprile per comandamento e autorità del cattolico e santo imperadore Arrigo secondo di Baviera e della sua moglie imperatrice santa Cunegonda che in quegli tempi regnava, e diedono e dotarono la detta chiesa di molte ricche posessioni in Firenze e nel contado per l'anime loro, e feciono reparare e reedificare la detta chiesa, sì come è ora, di marmi; e feciono traslatare il corpo del beato Miniato nell'altare il qual è sotto le volte de la detta chiesa con molta reverenza e solennità fatta per lo detto vescovo e chericato di Firenze, con tutto il popolo uomini e donne de la città di Firenze; ma poi per lo Comune di Firenze si compié la detta chiesa, e si feciono le scalee de' macigni giù per la costa, e ordinaro sopra la detta opera di Santo Miniato i consoli dell'arte di Calimala, e che l'avessono in guardia.

 

 

 




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