XXIII
Come la fede cristiana fu prima nella città di Firenze.
Nel tempo che 'l detto grande Gostantino si fece Cristiano, e diede signoria
e libertà a la Chiesa, e santo Silvestro papa regnò nel papato palese in Roma,
si sparse per Toscana e per tutta Italia, e poi per tutto il mondo la vera fede
e credenza di Gesù Cristo. E nella nostra città di Firenze si cominciò a
coltivare la verace fede, e abbattere il paganesimo al tempo di... che ne fu
vescovo di Firenze, fatto per Silvestro papa; e del bello e nobile tempio de'
Fiorentini, ond'è fatta menzione adietro, i Fiorentini levaro il loro idolo, il
quale appellavano lo Idio Marti, e puosollo in su un'alta torre presso al fiume
d'Arno, e nol vollono rompere né spezzare, però che per loro antiche memorie
trovavano che il detto idolo di Marti era consegrato sotto ascendente di tale
pianeta, che come fosse rotto o commosso in vile luogo, la città avrebbe
pericolo e danno, e grande mutazione. E con tutto che i Fiorentini di nuovo
fossono divenuti Cristiani, ancora teneano molti costumi del paganesimo, e
tennero gran tempo, e temeano forte il loro antico idolo di Marti; sì erano
ancora poco perfetti nella santa fede. E ciò fatto, il detto loro tempio
consecrato all'onore d'Iddio e del beato santo Giovanni Batista, e chiamarlo
Duomo di Santo Giovanni; e ordinaro che si celebrasse la festa il dì della sua
nativitade con solenni oblazioni e che si corresse uno palio di sciamito; e
sempre per usanza s'è fatto in quello giorno per gli Fiorentini. E feciono fare
le fonti del battesimo in mezzo del tempio ove si battezzavano le genti e'
fanciulli, e fanno ancora; e 'l giorno di sabato santo, che si benedice ne le
dette fonti l'acqua del battesimo e il fuoco, ordinato che·ssi spandesse il
detto fuoco santo per la città a modo che si faceva in Gerusalem, che per
ciascuna casa v'andasse uno con una faccellina ad accendere. E di quella
solennità venne la dignità ch'hanno la casa de' Pazzi de la grande faccellina,
intorno fa di CLXX anni dal MCCC anni addietro, per uno loro antico nomato
Pazzo, forte e grande della persona, che portava la maggiore faccellina che
niuno altro, e era il primo che prendea il fuoco santo, e poi gli altri da lui.
Il detto Duomo si crebbe, poi che fue consecrato a Cristo, ove è oggi il coro e
l'altare del beato Giovanni; ma al tempo che 'l detto Duomo fu tempio di Marti,
non v'era la detta agiunta, né 'l capannuccio, né la mela di sopra; anzi era
aperto di sopra al modo di Santa Maria Ritonda di Roma, acciò che il loro idolo
Idio Marti ch'era in mezzo al tempio fosse scoperto al cielo. Ma poi dopo la
seconda redificazione di Firenze nel MCL anni di Cristo, si fece fare il
capannuccio di sopra levato in colonne, e la mela, e la croce dell'oro ch'è di
sopra, per li consoli dell'arte di Calimala, i quali dal Comune di Firenze
ebbono in guardia la fabbrica della detta opera di Santo Giovanni. E per più
genti che hanno cerco del mondo dicono ch'elli è il più bello tempio, overo
duomo, del tanto che si truovi: e a' nostri tempi si compié il lavorio delle
storie a moises dipinte dentro. E troviamo per antiche ricordanze che la
figura del sole intagliata nello ismalto, che dice: “En giro torte sol ciclos,
et rotor igne”, fu fatta per astronomia; e quando il sole entra nel segno del
Cancro, in sul mezzogiorno, in quello luogo luce per lo aperto di sopra ov'è il
capannuccio.
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