III
Come Totile si partì di Fiesole per andare verso Roma, e distrusse
molte cittadi, e morì di mala morte.
Rifatta la città di Fiesole, Totile si partì di quella, e andonne per
Toscana per guastare lo 'mperio, e per andare a Roma, e prese e distrusse la
città d'Arezzo, e quella fece arare e seminare di sale; e Perugia assediò più
tempo, e per fame l'ebbe e la distrusse, e 'l beato Arcolano vescovo di quella
fece strangolare. Simile fece della città di Pisa, e di Lucca, e di Volterra, e
di Luni, e Pontriemoli, Parma, Reggio, Bologna, Imola, Faenza, Forlì,
Forlimpopolo, e Cesena: tutte queste cittadi, e l'altre di Lombardia nominate,
e molte altre città di Campagna e di terra di Roma dal nequissimo Totile furono
distrutte, e molti santi monaci e religiosi da·llui e da sua gente furono
distrutti e martirizzati, e fece grande persecuzione a' Cristiani, rubando e
disertando chiese e munisteri, e quelle disfaccendo; e poi andando per
distruggere Roma, in Maremma morìo di repentina morte. Ma alcuno altro dottore
scrisse che 'l detto Totile per gli prieghi a Dio di santo Leo papa che allora
regnava si partì d'Italia, e cessò la sua pestilenza; imperciò che, per
miracolo di Dio, al detto Totile apparve più volte in visione dormendo una
ombra con uno viso terribile e spaventoso, minacciandolo che s'egli non facesse
il volere del detto santo padre papa Leone, il distruggerebbe. Il quale Totile
per paura di ciò reverenza fece al detto papa, e partissi d'Italia sanza
apressarsi a la città di Roma, e tornossi in Pannonia; e là venuto, di
repentina morte morìo; e alcuno disse che morì in Cingole nella Marca. Ma dove
ch'egli morisse, la notte medesima ch'egli morì, apparve per visione di sogno a
Marziano imperadore, il quale era in Grecia, che l'arco di Totile era rotto;
per la qual cosa intese che Totile era morto, e così si trovò che in quella
medesima notte morìo. Questo Totile fu il più crudele e potente tiranno che si
truovi; e per la sua iniquissima crudeltà fu chiamato per sopranome Flagellum
Dei. E per altri si scrisse che 'l detto sopranome puose santo Benedetto,
ch'udendo Totile la sua santità, l'andò a vedere a Montecascino travisato, per
vedere se 'l conoscesse. Il beato santo non mai vedutolo, per ispirazione
divina il conobbe, e disse: “Tu se' fragello di Dio per pulire le peccata”;
comandògli da sua parte che non ispanda più sangue umano, onde poco apresso
morìo. E veramente fu flagello di Dio per consumare la superbia de' Romani e
de' Taliani per li loro peccati, che in quello tempo erano molto corrotti nello
errore della resia ariana, e contra a la vera fede di Cristo, ed idolatri, e di
molti altri peccati spiacenti a Dio erano contaminati; e così la divina
potenzia pulì i non giusti per lo crudele tiranno non giusto giustamente.
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