IV
Come i Gotti rimasono signori in Italia dopo la morte di Totile.
Vivendo ancora Totile in Italia, Teodorigo, un altro re de' Gotti, si
partì di Gozia e distrusse Danesmarce, e poi Lotterige, cioè Brabante e Analdo,
e quasi tutta Francia; e passò in Ispagna e tutta la distrusse. E stando in
Ispagna udì la morte di Totile, incontanente ne venne in Italia, e co' Vandali,
e Gotti, e Ungari, e altre diverse nazioni ch'erano stati con Totile raunò
sotto sua signoria, e lasciò in Ispagna Elarico, overo Elario, suo fratello re
de' Gotti, il quale comprese e conquistò non solamente Spagna, ma il reame di
Navarra, e Proenza, e Guascogna infino a' confini di Francia. Ma poi il detto
Elarico fu isconfitto e morto con tutta sua gente da Crovis re di Francia, il
quale fu il primo re di Francia che fosse Cristiano; e la detta battaglia fu
presso a la città di Pettieri a X leghe, l'anno di Cristo VcX, e distrusse i
Gotti per modo che mai non ebbono signoria di là da' monti. Il sopradetto
Teodorigo che passò in Italia prese Roma, e tutta Toscana, e Italia, e
allegossi con Leone imperadore di Gostantinopoli eretico ariano; il quale Leone
passò in Italia, e venne a Roma, e trasse di Roma tutte le 'magini de'
Cristiani e arsele in Gostantinopoli, a dispetto del papa e della Chiesa. E
quello Leone imperadore e Teodorico re de' Gotti guastaro e consumaro tutta
Italia, e le chiese de' fedeli fecero tutte abattere, e lo stato de' Romani e
dello 'mperio molto infieboliro. E poi morto Leone imperadore, fu Zeno
imperadore, e fu contrario de' costumi e di tutte cose di Leone, e la sua
schiatta anullò e consumò, e ebbe guerra co' Gotti ch'erano in Italia. A la
fine s'acconciò con pace co·lloro, ma volle per istadico Teodorico il giovane
figliuolo di Teodorico re de' Gotti, ch'era garzone e piccolo, e tennelo seco
in Gostantinopoli. E Teodorigo re tenne lo 'mperio di Roma per lo detto Zenone
imperadore, faccendonegli omaggio, e dandonegli tributo. In questi tempi, circa
gli anni di Cristo CCCCLXX, regnando in Gostantinopoli Leone imperadore di
Roma, nella grande Brettagna, che ora Inghilterra è chiamata, nacque Merlino
profeta (dissesi d'una vergine con concetto overo operazione di demonio), il
quale fece in quello paese molte maraviglie per negromanzia, e ordinò la tavola
ritonda di cavalieri erranti, al tempo che in Brettagna regnava Uter
Pandragone, il quale fu de' discendenti di Bruto nipote d'Enea primo abitatore
di quella, come adietro facemmo menzione; e poi rinnovata per lo buono re Artù
suo figliuolo, il quale fu signore di grande potenzia e valore, e sopra tutti i
signori cortese e grazioso, e regnò grande tempo in felice stato, come i
ramanzi di Brettoni fanno menzione, e la cronica martiniana in alcuna parte in
questo tempo.
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